Aurora Battaglia: il suo nome ad una scuola per ricordarla

A S. Giorgio di Piano una scuola comunale d’infanzia porta il nome di Aurora Battaglia. Chi era e perchè ricordarla nel tempo?
Aurora era  una bambina di 9 anni che il 21 aprile 1945  fu uccisa , insieme alla madre e  ad altre sei persone,  nel cortile della  casa dei nonni materni Dardi, a S. Giorgio di Piano, da un gruppo di tedeschi in ritirata, che per rappresaglia, vollero così vendicare la morte di un loro compagno ucciso da militanti nelle formazioni “SAP” della Resistenza. Il tragico  episodio è stato così descritto (*)
L’ultimo giorno dell’occupazione nazista è, per San Giorgio di Piano, il più tragico. Nel pomeriggio del 21 aprile – quando Bologna è giÃ
liberata da molte ore – nuclei di tedeschi di stanza nel paese s’apprestano a fuggire lungo il “fiume” degli altri nazisti che, lasciata la capitale emiliana, vanno verso il Po. [….] Poco fuori dell’abitato, nel podere condotto dai Dardi, sul far della notte, ad un atto di fierezza antinazista succede
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News letter del 5/04/2007

Cari Soci e amici del “Gruppo“, innanzitutto un augurio perchè possiate trascorrere le prossimegiornate di ricorrenza delle festività  di  Pasqua e “Pasquetta”, in letizia e buon riposo, per il corpo e per lo spirito. Ma colgo anche l’occasione per presentarvi   il consueto e saltuario pro-memoria informativo , nella speranza  che per qualche aspetto vi
possa essere interessare

1) Vi ricordo che l’Assemblea ordinaria annuale del nostro  “Gruppo” è convocata per  sabato 14  aprile alle ore 10 (in 2.a convocazione), al Museo della civiltà contadina di S. Marino di Bentivoglio. Avete già ricevuto la convocazione con odg. il 30 marzo scorso.
2) Ritengo doveroso informarvi che il nostro socio Luciano Manini, il 24 marzo scorso, ha ottenuto la  laurea a pieni voti e per acclamazione, in “Drammaturgia” e con una tesi su “I treppi”, scritta su 340 cartelle .  C’è già una proposta, in ambito teatrale e universitario, per far pubblicare questa tesi. Credo che il nostro
“Gruppo” sarà ben lieto di sottoscrivere tale proposta. Intanto  esprimo le mie personali congratulazioni.

3) In questi ultimi mesi  e giorni abbiamo ricevuto in dono per la nostra biblioteca sociale  numerosi libri, in gran parte già catalogati e i cui titoli sono leggibili negli elenchi  distinti Leggi Tutto

Sulle strade di Cento ; note di storia. Giuseppe Sitta

La mia avventura nella Toponomastica inizia allorquando, durante una riunione della Commissione il dott. Antonio Bianchi, Assessore con questa Delega, lamentò l’assenza di uno studio su questa Disciplina. In fondo – pensai – si trattava di ricostruire le date e le ragioni di intitolazione delle vie cittadine.
Cominciai così a sfogliare gli Atti del Consiglio a partire dall’Unità d’Italia: lasciai cadere immediatamente il suggerimento del Segretario, quello di consultare gli Indici, cosa che indubbiamente mi avrebbe fatto risparmiare molto tempo, perché la lettura integrale delle carte fornisce sempre una miniera di notizie.

Dopo poche pagine arrivai al 10 Novembre 1871, data non casuale, in quanto legata alla Legge del 20 Giugno 1871 sul Censimento generale della popolazione, la quale prescriveva che ogni strada doveva avere in tutta la sua percorrenza un nome solo, anziché più tratti con diversi nomi. L’orientamento dell’Amministrazione fu quello di intitolare le vie ai nomi dei cittadini che principalmente illustrarono Cento nelle Arti, nelle Scienze, nella vita culturale, nella vita politica.

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Luigi Arbizzani, protagonista, studioso e divulgatore della storia della Resistenza.

Dal 2005 la biblioteca di S. Giorgio di Piano è intitolata a Luigi Arbizzani, poichè il Comune ha voluto onorare la memoria di un concittadino che ha dedicato buona parte della sua vita alla ricerca storica e alla diffusione della conoscenza del frutto delle sue ricerche, rivolte soprattutto al delicato e importante periodo della Resistenza , accompagnate sempre anche dal suo impegno politico.
La sua biografia è¨ valorizzata soprattutto dalla sua bibliografia, che conta decine di pubblicazioni (v.  in fondo all’articolo).
Dal ritratto che ne ha tracciato Gian Maria Anselmi, Direttore dell’Istituto Gramsci dell’Emilia-Romagna apprendiamo che Luigi Arbizzani è nato a S. Giorgio di Piano l’11 marzo 1924,  ha frequentato l’Istituto industriale,  iniziando poi la professione di disegnatore tecnico. Dal 10 maggio
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Antonio Mosca (1870-1951). Pittore bolognese nato a Pieve di Cento .

Tra gli artisti che hanno lavorato con onore  nelle chiese e nelle case dei paesi della nostra pianura, vogliamo segnalarne uno, nato nella fertile terra  di Pieve di Cento, che fu sempre ricca di fermenti creativi in ogni campo culturale, artistico e artigianale: Antonio Angelo Mosca (1870-1951), pittore, decoratore a fresco, paesaggista, ritrattista, figurinista e infine collezionista, pur nell’ambito  ristretto delle sue possibilità economiche.
Fu artista completo della fine dell’800
e prima metà del ‘900.

La sua opera, per la maggior parte
ancora misconosciuta, si svolse nell’affrescare e decorare chiese del
Nord Italia (chiesa parrocchiale di Tuenno) come della provincia di
Bologna (chiesa parrocchiale di Castel d’Argile, nell’anno 1900 ,v. foto 2,  Chiesa
Arcipretale di Copparo – Ferrara) e del Centro Italia (in Umbria, non
meglio identificate).
Operò anche per privati
affrescando e decorando ville signorili nella provincia di Bologna
(Villa Sarti a Prada di Grizzana).
Antonio nacque a Pieve di Cento in casa
di proprietà Riguzzi, ad ore 10 pomeridiane, il 28 Maggio 1870 da Giovanni
Battista e da Maria Luigia Parmeggiani (1).
Era fratello gemello di Pietro con cui
ebbe sempre un forte legame affettivo tipico dei gemelli.

Insofferente degli stilemi accademici
(frequentò l’Accademia di Belle Arti di Bologna
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Toponomastica storica e attuale. Incontro – dibattito al Museo

Venerdì 16 marzo 2007 alle ore 17

presso Villa Smeraldi-Museo della civiltà contadina di S. Marino di Bentivoglio
incontro- dibattito sulla toponomastica, storica e attuale, intitolato

Strade e luoghi di paese. Ogni nome una storia da conoscere”

promosso dal nostro Gruppo di Studi della pianura del Reno in collaborazione con il Museo della Civiltà contadina .
E’ prevista la partecipazione di numerosi e qualificati relatori, autorità istituzionali e studiosi –  autori di pubblicazioni in materia di toponomastica locale.
– In apertura, saluti e interventi di:
Simona Lembi, Assessore alla Cultura della Provincia di Bologna
Angela Donati , Presidente della Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna
Valerio Gualandi, Presidente dell’Istituzione Villa Smeraldi
Magda Barbieri, Presidente del Gruppo di Studi Pianura del Reno
– Comunicazioni di :
Maurizio Garuti, scrittore
Le discutibili scelte dei comuni”
Renzo Zagnoni, Presidente del Gruppo di Studi Alta Valle del Reno
“L’esperienza di ricerca di “Nueter” e il “Dizionario toponomastico
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Una poesia dedicata al 25 aprile

A seguire, una poesia di Maria Cristina Nascosi, in lingua  italiana e in dialetto ferrarese, per ‘non
dimenticare di ricordare
una data importante per tutti, il 64°
della Liberazione: era stata ispirata tempo fa da due film molto belli, ognuno a proprio modo, coinvolgenti ed inerenti al tema:
Tornare per rivivere di Claude Lelouch (Partir revenir) del 1985 ed
Arrivederci, ragazzi (Au revoir, les enfants), di Louis Malle del
1987, lo stesso anno in cui, peraltro, la delicata pellicola aveva
davvero meritato il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica
di Venezia.

Mai più¹Auschwitz
Son tornata.
Sì, ce l’ho fatta,
a ritornare
e rivedere
la nostra bella casa,
il giardino,
l’albero,
il pozzo.
Mi pareva di sentire
le urla dei bimbi
riempire il cortile
e la voce di tua madre,
all’ora di cena.
Son tornata,
ma senza te.
Su quel treno-merci
non hai resistito
alla fame,
al freddo,
alla sete,

come tanti altri.

Sei rimasto là,
con tanti altri.
Sì,
son tornata,
ma il mio cuore,
tutto il mio essere,
son rimasti
là
con te.

Maria Cristina Nascosi

A són turnàda.
Sì, a són stada bòna
ad turnàr
e’d védar
la nostra bèla cà,
al zardìn,
l’àrbul,
al pózz.
Am paréva’d séntir
i vèrss di putìn
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Francesco Zanardi “il sindaco del pane”

Francesco Zanardi (Poggio Rusco, 6 gennaio 1873 – Bologna, 18 ottobre 1954) (*)
Dopo gli studi a Poggio Rusco e a Mantova, s’iscrisse all’Università di Bologna dove si laureò
in Chimica e Farmacia. Dirigente del Partito socialista italiano nel mantovano, sulla linea del socialismo umanitario di Camillo Prampolini Prampolini e  Filippo Turati,  si applicò intensamente nell’attività di amministratore.
Fu sindaco di Poggio Rusco (MN) e contemporaneamente consigliere comunale a Bologna nel 1902. A Bologna, nel 1904, fu assessore all’igiene della giunta comunale guidata dal sindaco Enrico Golinelli. Fu anche vice presidente dell’amministrazione provinciale di Mantova tra il 1904 e il 1906. La sua attività d’amministratore
pubblico giunse all’apice il 28 giugno 1914 quando si svolsero a Bologna le elezioni amministrative che per la prima volta portarono la sinistra al governo della città .
Per adempiere al motto elettorale “Pane e alfabeto” Francesco Zanardi fu sindaco designato dalla
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La strada Porrettana. Da Malalbergo a Ferrara. Appunti di viaggio. Franco Ardizzoni

 

Riprendiamo il nostro cammino sulla Porrettana: strada che i miei nonni chiamavano “Strada Alta” per il fatto che in alcuni tratti del suo percorso è sopraelevata di due-tre metri rispetto la campagna circostante. Mi ricordo che dalle finestre del primo piano della casa in cui sono nato e dove ho trascorso gli anni della mia infanzia (vicino a S. Prospero di Galliera), in certe limpide giornate invernali (gennaio-febbraio) si vedeva chiaramente la Strada Porrettana, proprio grazie alla sua posizione “alta”. Dicevano anche (i miei nonni) che era stata disegnata e costruita da un ubriaco, per le numerose curve che contiene.
Ricominciamo il percorso verso Ferrara da dove lo avevamo interrotto la scorsa volta: cioè da Malalbergo. Precisamente lo riprendiamo davanti all’attuale chiesa parrocchiale dedicata a sant’Antonio Abate (in foto sopra). Da un cartello turistico della Regione Emilia Romagna apprendiamo che l’attuale chiesa è stata costruita nel 1953 sullo stesso luogo della precedente, andata distrutta nel 1945 dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. La pala dell’altar maggiore, raffigurante la B.V. del Carmine, S. Antonio Abate e S. Francesco, è attribuita alla scuola dei Carracci. In un altare laterale
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I Caduti di Crevalcore nella Guerra 1915-1918. Paolo Antolini

Per chi si occupa di ricerche legate alla Grande Guerra, è quasi un obbligo cominciare dal monumento ai caduti che si trova spesso nella piazza principale di ogni paese o città d’Italia perché nel suo marmo sono riportati i nomi dei soldati morti sui vari fronti diguerra: così è stato fatto per Crevalcore. Grazie al lavoro di digitalizzazione di gran parte dei documenti depositati presso il Museo Civico del Risorgimento di Bologna, in particolare delle notizie riportate nel volume ” I morti della Provincia di Bologna nella guerra 1915-1918 “ ai nomi abbiamo potuto affiancare grado, reggimento di appartenenza, data e luogo di morte; la ricerca nel database è stata impostata utilizzando la parola chiave “dimorante a Crevalcore” che ha dato un elenco di 228 nomi di soldati deceduti per cause riconosciute di guerra, mentre l’opuscolo che nel 1924 Crevalcore dedicò ai suoi caduti ne riporta 247; non deve stupire perché nella pubblicazione comunale sono elencati i soldati deceduti per malattie
sino al 1924, mentre il volume si ferma al 1920.

Il piano generale di guerra stilato dal nostro Comando Supremo, prevedeva azioni diverse per le varie Armate a seconda del luogo di dislocamento delle stesse: nelle Alpi la 1 Armata doveva stare sulla difensiva, sugli Altipiani Trentini bisognava operare solo per piccole rettifiche Leggi Tutto