Appunti dall’incontro tra Gruppi di studio di storia locale

E’ stato un incontro interessante e proficuo quello svoltosi il 10 maggio 2008 presso Villa Smeraldi  Museo della civiltà  contadina di S. Marino di Bentivoglio,  sotto il titolo “La cultura locale in una società  sempre più multietnica e globale. Esperienze a confronto”, con la partecipazione dei rappresentanti di una decina di Associazioni che si occupano di storia locale e tradizioni in vari comuni del bolognese e del ferrarese dell’area intorno al Reno. A organizzarlo è stato il nostro Gruppo di Studi della pianura del Reno, che, per bocca del suo presidente, Magda Barbieri, ha spiegato i motivi dell’iniziativa: innanzitutto la conoscenza reciproca e un primo scambio di informazioni sulle rispettive attività e situazioni in cui si trovano le singole associazioni o persone, che spesso operano e sono conosciute solo entro il ristretto ambito dei confini comunali, quando meriterebbero di essere conosciute anche oltre questi confini.
In secondo luogo, capire se ci possono
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Alcune poesie (in italiano) premiate al Concorso di Pieve di Cento

Concorso
letterario nazionale Le quattro porte organizzato dal Laboratorio di ricerca culturale di Pieve di Cento
10.a edizione .2007

– 1.a poesia classificata,  di Lida De Polzer – Varese
Forse”

Pareva fino a ieri
un inverno per sempre, sconsolato
figlio del ghiaccio e della pioggia, e luce
pareva non avere altro che grigia
ed ore lunghe, e giorni rintanati
e nebbia, nebbia a seppellirci il cuore.

Ma stamane due gazze son volate
sui rami di un’antenna, e lungamente
si guardavano fitto, in un silenzio
che quasi profumava, e intanto il sole
si affacciava al balcone delle nubi

e l’inverno mi è parso avere un sogno
di nidi caldi , e tenerezze d’erba
sui prati scabri, e forse un’improvvisa
suggestione di gioia l’ha sfiorato
mentre burberamente richiudeva
il sole nelle nubi, e per un attimo
gli è scivolata morbida sul cuore
la seta di una piccola voglia di primavera .

– 2.a poesia classificata,   di Paolo Sangiovanni – Roma

“Il nostro Novecento”

Ieri ho intravisto il cieco che vendeva
pannocchie lesse all’angolo di via
Taverna Penta nel quarantatre.

Ci siamo riscoperti sbigottiti.
Meravigliati entrambi di trovarci
ancora qua a combattere,accaniti.

Chini sui nostri pezzi in punteria.

Eppure persi.Come il passeggero
senza biglietto che tenta la fuga
ma ha le gambe invischiate nella molle
fanghiglia ambigua dell’eternità.

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Poesie in dialetto premiate a Pieve di Cento

Concorso Letterario Nazionale Le quattro porte , organizzato dal Laboratorio di Ricerca culturale
di Pieve di Cento. 10.a edizione . 2007

Sezione poesia dialettale
-1.a classificata, di Bruno Zannoni – Ferrara in Dialetto romagnolo (cervese)
“Garbèn”
Al dóndla e al sbatt, al cânn
sò l’ónda de garbèn
e al sbatòcia insèn
sò l’ós de mi capânn.

‘Ste vënt bulènt ad lói
tra i rém e’ fróla e e’ fés-cia
e sénza pês l’armés-cia
la pólvar cun al fój;
e’ strésa sò la strèna,
tót quel ch’e’ tóca
e’ brusa;
pù, sénza dmandê scusa
e’ córr vérs a marèna
e là e’ mócia e e’ spà za
spinzénd l’ónda luntân
e u s’gôd a quëlch gabiân
ad arvinê la càza.
E’ pàsa e u’n fÃ
tént dscurs

‘ste vënt che l’asarméja
a l’ânma ch’ la s’apéja
brusêda da i rimùrs.

“Garbìno” (Libeccio)
Dondolano e sbattono le canne
sotto l’onda del garbino
e insieme picchiano
sulla porta del mio capanno.
Questo vento bollente di luglio
tra i rami
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Ezio Villani. Da Galliera alla Costituente. Biografia in un libro

Mancava ad oggi un lavoro complessivo volto a ricostruire sia il percorso formativo sia il contributo dato
da Ezio Villani (Galliera (BO), 1892 – Roma, 1955) alla politica italiana, nel periodo che va dal primo dopoguerra agli anni del Centrismo. Personaggio non di primo piano, se paragonato ai grandi attori della storia nazionale del Novecento, il socialista Villani è però stato testimone, ed anche protagonista, di molte vicende nazionali del secolo appena trascorso. Giovane dirigente della Camera del Lavoro di Ferrara, convinto antifascista vessato dal regime di Mussolini, al termine della lotta di Liberazione combattuta nellaBrigata Matteotti partecipò ai lavori dell’Assemblea Costituente, prima nelle file del Partito socialista poi in quelle
del Partito socialista dei lavoratori italiani.  In quel consesso l’on. Villani si distinse per alcuni interventi in materia di rapporti economici e tutela del lavoro dai quali emerge chiaramente la volontà  del deputato socialista di dare compiuta realizzazione a quel precetto, contenuto nella Carta repubblicana, che affida ancora oggi allo Stato il compito di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà  e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

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L’Amore in dialetto ferrarese

Per un San Valentino quasi classico,  AR.PA.DIA., l’Archivio Padano dei Dialetti, curato da Maria Cristina Nascosi per il Centro Etnografico Ferrarese / Centro di Documentazione Storica del Comune di  Ferrara ,  propone una bella lirica di Beniamino Biolcati, maestro, poeta, un benemerito  nomen omen – pioniere, uno dei padri fondatori delle regole grammaticali e sintattiche della nostra lingua e cultura dialettale, avendo scritto decenni fa un testo in merito che ancora fa scuola. Da: “La poesia dialettale ferrarese” Antologia di opere tra Città  e Provincia, a cura di Maria Cristina Nascosi, Ferrara, Comune di Ferrara, 1998, riportiamo:
L’Amór còs’èl
Amór l’è vlérass bén
con anma e cuór, l’è desidèri ’d
stars’avsìn, ciapars par man
par aiutars’int il dificultà ch’li j’è sémpar tanti.

Amór a vòl dir capirs, scambiars’i sentimént,
sia bèi che brut, e santir che insiém
a sa sta purassà bén.

Un bas, una carézza, un cumplimént
j’a da far bà tar fòrt al cuór
e far cambiar culór.
Int un abrazz bén strich
ass dév pruvà r in tut al còrp
un frèmit, una scòssa ach dà piasér ad vìvar
e al desidèri’d
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Una poesia in dialetto ferrarese per la salama da sugo

Per celebrare i 10 anni di attività, l’AR.PA.DIA , Archivio Padano dei Dialetti, ha diffuso una poesia  dedicata a “La salama da sugh frarésa”, un testo lirico di Alberto  Goldoni quanto mai ad hoc in questo periodo di feste legato alle prelibatezze ferraresi che vanno gustate in famiglia. E’ un pezzo davvero da non dimenticare legato ad una tradizione alimentare che ormai è…patrimonio
dell’umanità . Alberto Goldoni fu un  pioniere nel suo genere nella  città di Ferrara, tra i migliori poeti e scrittori ferraresi in lingua italiana e dialettale, mancato al ‘suo’ pubblico nel settembre del 1990.
La poesia è tratta da “La poesia dialettale ferrarese“, antologia di opere tra Città e Provincia, a cura di Maria Cristina Nascosi, Ferrara, Comune di Ferrara, 1998, primo volume, anzi Numero Zero di Cóm a dzcurévan / Come parlavamo, la collana, che giungerà a breve al dodicesimo volume, di AR.PA.DIA., l’Archivio Padano dei Dialetti, nato ormai 10 anni fa e curato dalla stessa Nascosi per il Centro Etnografico / Centro di Documentazione Storica dell’Assessorato alle Politiche ed Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara.
Ecco dunque il testo poetico-gastronomico, delizia dei ferraresi (*):

LA SALAMA DA SUGH FRARÉSA
Prima ad védrat int al piat,  o bèla salamina,
at sént
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Balene sull’Appennino bolognese e mammut nel ferrarese: fossili di casa nostra

Che nella nostra Regione , tra Reno e Po , dall’Appennino al mare Adriatico attuali , vi abbiano abitato
Etruschi, Celti e Romani è fatto assodato, documentato da migliaia di reperti, e noto a tutti, dagli studenti delle elementari  agli adulti pur modestamente informati di storia.
Ma forse ancora pochi sanno che in quest’area , molto tempo prima della comparsa dell’uomo, e anche dopo, nell’acqua del mare preesistente ci sguazzavano le balene e tante creature marine dall’aspetto e dai nomi esotici; e poi, sulla terraferma via via consolidatasi nel tempo, correvano mammuth e
rinoceronti lanosi, leoni delle caverne e bisonti delle steppe.
Non è¨ fantascienza , o pura teoria deduttiva, ma quanto risulta da recenti ritrovamenti di fossili e da studi supportati da analisi scientifiche, che hanno permesso di dare certezza a quelle che prima potevano essere solo supposizioni. Citiamo solo qualche esempio. Nel 1965 , sul versante sinistro della val di Zena, a Gorgognano , a pochi chilometri da Pianoro e ad est dell’antica via della Futa, sono stati ritrovati i resti di una balena fossile. Le operazioni di recupero e consolidamento dell’esemplare sono state effettuate dall’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Bologna. Nei sedimenti che inglobavano le ossa della balena sono stati raccolti al momento dello scavo anche diversi macrofossili, in particolare lamellibranchi, gasteropodi e scafopodi.

 

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Le quattro stagioni del Teatro-Casa del popolo di Argile. Magda Barbieri

Il teatro di Castello d’Argile, che compie quest’anno 110 anni di vita (1907-2017), ha una storia del tutto diversa da quella degli altri teatri sorti nel corso dei secoli 1700-1800 nei comuni vicini, ad esempio a Pieve di Cento, a Cento, a S. Giovanni in Persiceto e a Bologna. Iteatri del ‘700/’800 potremmo definirli, sia pur sommariamente, teatri di iniziativa e impostazione borghese, in quanto promossi, costruiti e finanziati dalle locali classi borghesi, costituite dai possidenti e dai professionisti che avevano influenza sulla vita pubblica come amministratori componenti dei
Consigli comunali locali, in possesso dei mezzi economici necessari per sostenere le spese e acquistare i palchi, e con quel tanto di cultura che dava la spinta ideale e il desiderio di essere promotori e fruitori di eventi culturali , spettacoli e concerti offerti dagli artisti del loro tempo.
Certo che questo tipo di teatri ha avuto una importante funzione nella diffusione della cultura, e poteva avere anche un saltuario e parziale utilizzo “popolare” in certe occasioni; c’era sempre un “loggione” o
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Omero Schiassi : un uomo che ha difeso la libertà , l’umanità e la giustizia, in Italia e in Australia

A S. Giorgio di Piano c’è una strada dedicata a  lui e nella lontanissima  Myrtleford in Australia c’è la sua tomba. Ma forse qui pochi sanno chi era e perchè è giusto ricordarlo –
Omero Schiassi è nato  il 3.9.1877 a S. Giorgio di Piano da Guglielmo e  Virginia Biagioni. Entrambi i genitori  furono animatori del primo movimento socialista locale , sia nella tabaccheria con mescita di alcolici da loro gestita a S. Giorgio di Piano, sia nel “salotto buono” di casa, a causa del
rifiuto dei padroni di casa ad affittare locali per farne la sede dei socialisti del comune. Animato dagli stessi ideali,  si immerse nel movimento dei lavoratori, portando avanti gli studi fino a conseguire la laurea  in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Il 22-23 aprile 1901 “Il Resto del Carlino” pubblicò un comunicato che vedeva il giovane Omero come redattore e primo firmatario nelle lotte per strappare migliori condizioni per i “ vangatori di risaia” (tra le rivendicazioni più sentite, la giornata lavorativa di 12 ore!) ed un salario più elevato.

Partecipò al l° Congresso nazionale dei Lavoratori della TerraFederazione Nazionale dei lavoratori della terra nella provincia di Bologna, in Umbria, nel Lazio ed in Toscana, promosse organizzazioni mezzadrili e agitazioni Leggi Tutto