Viaggio sulle orme di Guglielmo Marconi in USA. Franco Ardizzoni

Quest’anno, 2009, ricorre il centenario dell’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica al bolognese Guglielmo Marconi (1874-1937) e  lo ricordiamo qui con un articolo  del nostro socio Franco Ardizzoni che vi ha dedicato un viaggio speciale, con note  su particolari poco conosciuti
– – Avevo manifestato ad una amica, Marilena Longo, residente a Warwick in USA, nello Stato di Rhode Island, il desiderio di fare ricerche sull’attività  di Guglielmo Marconi in quella zona degli Stati Uniti, e lei mi aveva procurato un appuntamento per visitare il Museo della Comunicazione senza fili e del Vapore della Nuova Inghilterra (The New England Wireless and Steam Museum), con sede a East Greenvich (mezz’ora di strada da Warwick). —
Esaurita questa breve introduzione, necessaria per far capire a chi legge in quale parte degli Stati Uniti ci troviamo, andiamo ora ad inoltraci nell’argomento che vorremmo affrontare, cioè la presenza in questa parte d’America di Guglielmo Marconi e le operazioni da lui svolte per diffondere e perfezionare la sua grande invenzione, cioè la comunicazione senza fili (conosciuta in tutto il mondo con un termine oggi molto diffuso nel campo della radio, dei computer, della TV, dei telecomandi e dei telefoni cellulari: WIRELESS).

Il 24 settembre 2007 siamo andati al New England Wireless and Leggi Tutto

Inno nazionale in perenne attesa: di Decreto o di sostituzione ?

Mentre   il Paese è in attesa della elezione di un nuovo Presidente della Repubblica, a conclusione di febbrili trattative, riproponiamo un nostro vecchio articolo del 2009 per ricordare che ci sono voluti 71 anni per  avere nel 2017,  il riconoscimento  ufficiale   del testo di “Fratelli d’Italia”  come inno  Nazionale (ndr  di aggiornamento).
– In questa estate 2009 l‘inno nazionale è tornato alla ribalta, oggetto di critiche e di una ricorrente proposta di sostituzione  da parte dei dirigenti di una forza politica che non ama l’Italia unita. Tra le tante prese di posizione pro e contro, si segnala questo articolo per alcune informazioni storiche finora poco conosciute, e altre note tratte dal sito www.radiomarconi.it. Se anche l’inno in Italia  è  precario di Giorgio Frasca Polara (dal sito di Libertà e giustizia www.libertaegiustizia.it
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Le radici cristiane d’Europa e le radici turche del Cristianesimo. Magda Barbieri

Si è parlato tanto in questi ultimi tempi delle “radici cristiane ” dell’Europa e l’argomento torna sempre attuale , specie tra chi si oppone all’ingresso della Turchia nell’ Unione Europea, in nome di una presunta difesa del Cristianesimo, della ” nostra storia” e della “nostra civiltà ” che sarebbe troppo diversa e distante da quella della Turchia. C’è anche chi obbietta che le radici dell’Europa unita  risalgono in realtà  a prima di Cristo, e al  pagano Impero Romano,  che ha diffuso la sua cultura, arte, lingua,  scritti,  strade, acquedotti, templi, terme e altro, in Europa e nord Africa. Ma quasi nessuno ricorda le radici turche e mediorientali della  religione cristiana.
Eppure il primo e fondamentale teologo del Nuovo Testamento è stato il turco Paolo (o Sha’ul ), ebreo nato e vissuto a lungo a Tarso, cittadina dell’antica regione di Cilicia , parte dell’odierna Turchia. Le sue Lettere, che ancora oggi ogni domenica vengono lette all’altare, furono scritte da località turche (Antiochia, Efeso..) e dirette alle prime comunità cristiane da lui fondate in particolare nell‘Asia minore-Turchia, oltre che in Grecia (
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Il Ducato di Galliera. Dalle terre della “bassa” all’Europa. Franco Ardizzoni

Grazie a Napoleone ed ai Duchi De Ferrari il nome di Galliera è stato reso famoso in quattro città  europee: Bologna, Genova, Parigi e Stoccolma.  A Bologna vi era il Palazzo Galliera (già  Caprara), ora sede della Prefettura, a Genova vi sono gli ospedali Galliera creati dalla duchessa Maria Brignole-Sale De Ferrari, a Parigi vi è il Museo Galliera eretto dalla Duchessa per esporvi la sua collezione d’arte; inoltre una delle strade che fiancheggiano il museo si chiama Rue Galliera, a Stoccolma circa 70 quadri già  esistenti nel palazzo di Bologna fanno parte delle collezioni reali. (1) Ma partiamo dalle origini. La costituzione della tenuta di Galliera è strettamente legata alle vicende patrimoniali di Antonio Aldini. (2) E’ noto infatti chel’Aldini durante il periodo dell’occupazione francese, costruì un enorme patrimonio immobiliare acquistando fondi qua e là , buoni e cattivi, asciutti e umidi, in prossimità fra loro, in modo che a poco a poco, per frazioni riunite formò una vastissima tenuta.
Da semplice agiato divenne ricchissimo tanto da essere stimato, nel 1806, per non meno di 137.000 scudi censuari di Milano e nel 1801
risultò tra
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Cosa sono i burattini? Un po’ di storia

Cosa sono i burattini tradizionali? Ce lo spiega il responsabile di una associazione di burattinai bolognesi. Pierluigi Foschi de “La Garisenda” (vedi scheda del gruppo in fondo all’articolo), che  a sua volta ha tratto le informazioni dal sito di Vittorio Zanella ( www.teatrinodelles.com,  ora non più attivo, ndr). Sono burattini a guanto mossi dal basso verso l’alto. La mano del burattinaio entra in un buratto di stoffa sotto il vestito, il quale è composto in questa maniera: si hanno due strati di stoffe. Il primo, quello interno, è il buratto di stoffa rigida (canapa) con le cuciture verso l’esterno. E’ un guanto che si fa sulla misura della mano del burattinaio. A questo  guanto detto buratto, si inchioda la testa di legno e le mani di legno. In fondo, dove si infila la mano, nella parte dietro rispetto alla faccia del burattino, si cuce un gancio o un anello per appenderlo a testa in giù all’asse dei burattini, la quale si trova all’interno della baracca, all’altezza della cintura del burattinaio, sotto la ribalta (proscenio della baracca).
Si infilano l’indice nella testa, il pollice in un braccio e le altre
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Ricordo di un poeta della “ferraresità“

Ricordo di Bruno PASINI, da AR.PA.DIA., nel decennale della morte
Esattamente dieci anni fa, in questi primi giorni del mese di gennaio 2009 , moriva Bruno Pasini, il poeta per antonomasia della “Ferraresità” e, forse ancor più, del suo splendido territorio d’Acqua. Di lui ci si è sempre ricordati negli anni, molto s’è scritto: aggiungere qualcosa sarebbe vanamente pleonastico. Ma non è mai inutile ricordare che nessuno come Bruno – così legato al suo luogo d’origine ed ai suoi dintorni, Massafiscaglia – ha mai ‘cantato’ come lui del Delta, delle sue peculiarità , della sua intrinsecalirica, terragna e viscerale. Non a caso Giuseppe Gabriele Sacchi sul periodico da lui allora diretto, Nuova Civiltà, nel 1999, aveva scritto, tra l’altro: “…La scomparsa di Bruno Eugenio Pasini, avvenuta nella sua Ferrara che tanto amava, lascia un grande vuoto nella cultura ferrarese (…) Era nato da famiglia di agricoltori, a Massa Fiscaglia, dove si apre quel territorio che egli amava chiamare “Al mié Delta”, ove il Grande Fiume incontra l’Adriatico e del quale ha cantato in versi stupendi ogni forma di vita e di lavoro…”.
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La colonna spoglia di S. Giorgio di Piano. Anna Fini

Tra i monumenti presenti a S. Giorgio di Piano ve n’è uno alle cui sembianze ormai siamo abituati ma che in realtà  è solo una parte dell’ originale, stiamo parlando del monumento ai Caduti della prima guerra mondiale che era costituito da un basamento e una colonna in marmo ed in cima la Statua Alata della Vittoria. L’opera ora si trova all’interno del cimitero locale ma nel 1922 quella stessa posizione era al centro dell’aiola prospiciente l’ingresso del cimitero. In quell’anno l’Amministrazione propose al Comitato Comunale costituitosi per l’erezione di un monumento ai caduti in guerra, la costruzione di un’ Arca Monumentale nell’area d’ingresso al cimitero ove raccogliere le salme dei defunti militari e che di per sè avrebbe costituito il miglior monumento; tale progetto incontrò difficoltà  sia dal lato tecnico sia per la spesa elevata che non si ritenne possibile per le finanze comunali.  Accantonata l’idea dell’Arca il comitato avanzò un altro progetto comunicando al Sindaco Raffaele Ramponi  l’inizio dei lavori di scavo per le fondazioni del monumento per l’indomani ; era il 20 aprile1922.
Il nuovo progetto era costituito da un basamento ed una colonna in marmo sormonta
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Stradario storico toponomastico per Castello d’Argile

Il Gruppo di Studi della pianura del Reno e il Comune di Castello d’Argile, nell’ambito delle iniziative per le “Feste insieme“, hanno promosso, per la sera di lunedì  22 dicembre 2008, alle ore 20,30, presso la Biblioteca comunale, la presentazione di un nuovo libro di Magda Barbieri intitolato
Le strade di Castello d’ArgileOgni  nome una storia da conoscere. Stradario storico toponomastico
A presentarlo sarà  Gian Paolo Borghi, direttore del Centro di documentazione storica del Comune di Ferrara, autore della prefazione.
Interverrà  anche lo scrittore Maurizio Garuti, che presenterà  e commenterà  la sua raccolta di immagini  sulla segnaletica stradale  errata o mal rappresentata in vari comuni del territorio. Seguirà  piccolo rinfresco – Il nuovo volumetto, di 220 pagine , si inserisce  in uno dei filoni di ricerca e studio che il Gruppo di studi della pianura del Reno ha cercato di promuovere e valorizzare fin dal suo nascere, e che è stato ben rappresentato nel Convegno sulla toponomastica organizzato  due anni fa presso Villa SmeraldiMuseo della Civiltà  contadina di Bentivoglio , con la partecipazione di numerosi relatori e studiosi della materia
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SCHEDA DESCRITTIVA
– Caratteristiche tipografiche del libro:
formato 17X24, pagg. 220,
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Lo sapevate che queste specie di flora spontanea sono protette?

Lo sapevate che secondo la legge Regionale n. 2 del 1977, art. 4, è vietata a chiunque (ivi compreso il proprietario del fondo, salvo si tratti di terreno messo a coltura) la raccolta delle seguenti specie di piante spontanee, da considerarsi rare, e di parte di esse, tranne il frutto ? Ebbene per informare chi non lo sa ne riproduciamo qui l’elenco, tratto dal sito www.guardiecologiche.it (**) :
Prodotti del sottobosco
– Fragole (Fragaria vesca )- 
More di rovo (Rubus s.p.)-  Mirtilli (Vaccinium s.p.)-  Lamponi (Rubus idaes)-  Bacche di ginepro (Juniperus communis)-  Muschio
Flora Spontanea Protetta
* Lingua cervina (Scolopendrium vulgare)
* Tasso (Taxus baccata)
* Cerro-Sughera (Quercus pseudosuber)
* Garofanini (Dianthus s.p.)
* Ninfea bianca (Nymphaea alba)
* Botton d’oro (Trollius europaeus)
* Aconito (Aconitum variegatum)
* Anemone a fiori di narciso (Anemone narcissiflora)
* Anemone alpino (Pulsatilla alpina)
* Aquilegia alpina (Aquilegia alpina)
* Saxifraga/Sempervivum
* Geranio argenteo (Geranium argenteum)

* Dittamo (Dictamus albus)
* Agrifoglio (Ilex aquifolium)
* Alaterno (Rhamnus alaternus)
* Borsolo (Staphylea pinnata)
* Cisto (Cistus incanus)
* Corbezzolo (Arbustus unedo)
* Rododendro (Rhododendron ferrugineum)
* Orecchia d’orso (primula
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Un messaggio d’amore alla mamma da un poeta ferrarese

Miè màdar
Una candela ad zzìra banadéta
brusà tuta par nu.
– Parché…
Parché aver préssia

ssé tant prèst l’è sìra,
par mi,
par ti,
par tuti?
Anche se è abbastanza facile da capire, per i non ferraresi traduciamo:
Mia madre
Una candela di cera benedetta
bruciata tutta per noi
Perchè
Perchè aver

fretta
se tanto presto
è sera
per me,
per te,
per tutti?

Si tratta di due brevi poesie di Alfonso Ferraguti, nato e vissuto a Marrara (FE), esperto in agraria, per laurea e professione, uscito allo scoperto come poeta in età matura, con la raccolta ’Na manèla

, nel 1960, Leggi Tutto