La Torre Conserva di Galliera ricostruita

La ricostruzione della Torre
Conserva di Galliera.
Franco Ardizzoni

Eravamo rimasti alla fine del 2003,
quando della torre Conserva, la cinquecentesca torre dei
Malvezzi, era rimasta soltanto la facciata
(vedi  La
Torre Conserva: agonia di un edifico: www.pianurareno.org, sezione Beni artistici).
Il 24 aprile 2004, un
sabato, si sviluppò un furioso temporale, con moltissimo ed
impetuoso vento (una specie di tifone di casa nostra). Il muro di
facciata della torre fece da vela al vento, ma ormai non aveva più
difese e, sotto quell’uragano, crollò definitivamente.
Era la fine di quel relitto di edificio dopo un’agonia durata
alcuni anni.
La proprietà della torre e del terreno
circostante sembra fosse di due signore di Ferrara che, in
conseguenza del crollo decisero di vendere e trovarono un acquirente
nella persona di Adler Capelli (campione mondiale ed
olimpionico di ciclismo su pista, a cui va tutta la mia sincera
ammirazione per la decisione presa) abitante a Galliera il quale
manifestò subito l’intenzione di ricostruire la torre e si affidò
all’architetto Roberta Monti di Galliera, ma con
studio a Cento, che chiese a me le foto che avevo fatto alla torre in
diverse occasioni, cioè in diverse fasi della sua rovina, per avere
dei punti di riferimento precisi per poter approntare un progetto di
riedificazione.

Sembrava più semplice. Leggi Tutto

Antichi rituali per “caricare” gli alberi di frutti. Ricerca di Gian Paolo Borghi

CON UNA PERTICA SI BATTEVANO
TUTTI QUESTI FRUTTI

ASPETTI E FORMULE DI UN RESIDUALE
CULTO DEGLI ALBERI IN TERRITORIO EMILIANO di Gian Paolo Borghi

(testo estratto dal volume ”
L’albero,
tra simboli, miti e storie”, di AA.VV.
A
cura di
Carlo Tovoli)
http://online.ibc.regione.emilia-romagna.it/I/libri/pdf/VerdeMaesta.pdf
Poliedricità  di un rituale
Espongo i risultati di una mia ricerca
pluriennale, da considerarsi comunque work in progress, su
modalità e formule che documentano l’esistenza, almeno sino agli
anni ’30 del secolo scorso, di tracce di culto degli alberi
in area emiliana
(1). Si tratta di un rituale di
battitura delle piante,
con formule, rilevato attraverso
fonti scritte (in gran parte non specialistiche e frammentarie)
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Elisa Agnini Lollini, una bella storia di donna, nata in provincia

Elisa Agnini Lollini,
Finale Emilia 1858- Roma 1922: una bella storia
La racconta Galileo Dallolio sull’ultimo numero di Piazza
Verdi, periodico culturale di Finale Emilia, predendo spunto da alcune biografie edite recentemente e in particolare
dal libro scritto da Silvia Mori “La dama del quintetto”
che racconta la vita e l’esperienza della finalese Elisa Agnini
in Lollini, sorella di Gregorio Agnini. La post-fazione è
di Anna Foa: entrambe le autrici sono sue discendenti.
E’ un’occasione per conoscere una serie di storie di donne di
grande interesse che, attraverso le quattro figlie: Olga,
Clara, Livia e Clelia,
arrivano ai nostri giorni.
Storie e foto sono leggibili nel documento allegato.
Mettiamo qui in evidenza in primo piano la biografia tracciata da
Giulia Galeotti sull’Osservatore Romano l’8
marzo 2012 che ne fa questa bella presentazione: “Elisa
Lollini
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La Duchessa di Galliera, benefattrice, tra Italia e Francia

LA DUCHESSA DI GALLIERA Maria
Brignole Sale De Ferrari
. Biografia di Franco Ardizzoni
Discendente di una delle più
prestigiose famiglie genovesi Maria Brignole Sale nacque a Genova il
5 aprile 1811, in Palazzo Rosso, proprietà della sua famiglia. Il
doppio cognome è dovuto al suo antenato e Doge Gian Francesco
Brignole (1695-1760) che sposando l’unica figlia di Giulio Sale,
marchese di Groppoli (Lunigiana, provincia La Spezia) aggiunse al suo
cognome quello di Sale. La famiglia Brignole Sale vanta , fra i suoi
antenati, ben quattro Dogi di Genova.
All’età di diciassette anni andò
sposa al marchese Raffaele de Ferrari, uomo d’affari ricchissimo,
banchiere abile ed accorto finanziere. Assieme al marito formò la
coppia più benefica del secolo in Europa.
Nel 1837, dopo un trattativa durata
dieci anni, il marchese de Ferrari acquistò dalla corona di Svezia
le terre, ed il relativo titolo, del Ducato di Galliera (creato da
Napoleone Bonaparte nel 1812 e donato a Giuseppina Eugenia
Beauharnais,
futura sposa del re di Svezia). Il 18 settembre 1838 il
De Ferrari ottenne, da papa Gregorio XVI, il ripristino del Ducato di
Galliera
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Guido Scaramagli, memoria storica del mondo agricolo ferrarese. Biografia di Gian Paolo Borghi

Guido Scaramagli
La memoria storica del lavoro e
dell’imprenditoria agricola ferrarese
Articolo – biografia di Gian
Paolo Borghi

Lo scorso 23 luglio è scomparso Guido
Scaramagli, eminente figura di imprenditore agricolo e
fondatore
del Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San
Bartolomeo in Bosco.

Nato il 24 settembre 1921 in una
famiglia di agricoltori, pioniera e protagonista della frutticoltura
ferrarese, abbina una sistematica concezione innovativa aziendale
alla conservazione e alla contestuale rivalutazione della memoria del
mondo delle campagne ferraresi e padane, con intuizioni di rilevante
peso culturale e in una prospettiva anticipatrice degli odierni
musei del lavoro, dell’arte e dell’etnografia rurali. Per oltre un
cinquantennio effettua un’opera di raccolta e di conservazione di un
rilevante corpus documentario di tali realtà tematiche (oggetti,
attrezzi e strumenti di lavoro, macchinari, materiali archivistici),
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Gli ebrei che gestivano le barche della piccola Venezia della Bassa

La tredicesima edizione della Giornata
Europea della Cultura Ebraica,
è stata celebrata domenica
2 settembre 2012 in piazza Mazzini a Modena, a Carpi
e a Finale in altre 63 località italiane e in
ventotto Paesi europei.
A Finale cittadina del
territorio modenese sul confine col bolognese, tra le più colpite
dal recente terremoto, la celebrazione è stata sottolineata da due
visite guidate la cui cronaca ci viene raccontata da Manuele
Palazzi e dalla Gazzetta di Modena * con questo testo:
“ L’interesse per la cultura e la
storia locale ieri ha trovato nuova linfa ed argomenti grazie alla
dodicesime edizione della “Giornata della cultura ebraica”,
essendo Finale nel circuito della “Unione delle comunitÃ
ebraiche italiane” dal 2001.
Sono le 11.30 di mattina, quando si
raduna una piccola folla di circa 30 persone in via Trento Trieste, a
seguire la prima delle due visite guidate al Ghetto ebraico
con la dottoressa Maria Pia Balboni, autrice del libro
“Sigilli
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Il “Porto” di Malalbergo. Giulio Reggiani

Non si conosce con precisione l’anno
di costruzione della Chiusa di Casalecchio, forse
l’opera idraulica più¹ importante della città di Bologna in
epoca medioevale, ma la si può collocare con certezza verso la fine
del XII secolo (1); il progetto globale dei Ramisani, però,
presupponeva, oltre al percorso fluviale cittadino,
anche un successivo prolungamento verso nord, ma soltanto per un
tratto di pianura, pur se abbastanza consistente, cioè fino al
limitare delle persistenti zone vallive attigue al Reno (2).
Questa idea fu quindi conseguentemente attuata ed ampliata dal
Senato Bolognese negli anni successivi; infatti durante ben
due secoli, il Duecento ed il Trecento, i lavori di
allungamento del Canal Naviglio, tendenti ad una
cosiddetta “via d’acqua unica” verso Ferrara,
portarono ad una stabilità di comunicazioni mercantili fra le due
città: già nel 1271 era possibile la navigazione interna fra
Bologna e Venezia, come dimostra il passaggio in quell’anno delle
truppe
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Come nel 1500 e 1600, la terra ha tremato ancora a Bologna, Ferrara e nel Modenese

Il terremoto del 20 maggio 2012 evidentemente non bastava a dare sfogo alla spinta furiosa degli strati geologici che apparentemente stavano in letargo sotto la pianura tra Reno e Panaro e che si erano improvvisamente risvegliati alle 4,4 di quella mattina di domenica. Ed ecco che la mattina di 9 giorni dopo, 29 maggio alle ore 9,
un’altra spinta violenta ha scosso la terra quasi nelle stessa area,
spingendosi solo un po’ più a nord- ovest e allargando la sua
sfera di influenza, facendosi sentire in tutto il nord Italia, fino a Milano e oltre ( Vedi alcune foto e mappe  nella nostra Galleria fotografica, in barra verde in alto). Oltre ai comuni già  duramente colpiti dal sisma nell’area

modenese-ferrarese bolognese
, la furia della terra ha travolto con particolare intensità  anche i
comuni di
Cavezzo, Mirandola, Medolla,
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Appunti di storia del Cristianesimo, da Gesù alle Chiese di oggi

Da Gesù alle Chiese di
oggi: un percorso lungo, tormentato e complesso
.
Ricerca a cura di Magda Barbieri
Contrariamente a quanto comunemente
molti pensano, Gesù di Nazaret, il Messia
nato a Betlemme in Palestina circa duemila anni fa, detto anche il
Cristo (o unto, o consacrato da Dio secondo
la tradizione ebraica), non ha fondato personalmente nessuna
religione, nè istituito alcuna Chiesa; non ha dettato o scritto
alcuna regola o dogma, non ha istituito sacramenti, messe o
cerimonie religiose nel corso della sua breve vita terrena (33 anni?)
e del brevissimo periodo di predicazione itinerante (circa 3 anni).
Il complesso sistema religioso, teologico e liturgico,
chiamato Cristianesimo, che a lui si ispira, è stato costruito
nei secoli successivi da suoi discepoli o seguaci, a partire da
qualche decina di anni dopo la sua morte (1).

Stando a quanto emerge dagli stessi
Vangeli e dalle scarne fonti storiche cristiane e non
cristiane, si può solo affermare che Gesù, figlio del falegname
Giuseppe e della sua giovane moglie Maria, abitanti –
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Il Quintario romano, questo sconosciuto. C’era una volta. Giuseppe Sgubbi

QUINTARI, LORO FUNZIONE E COME
RINTRACCIARLI

Non molto tempo fa, con tre articoletti,
“Quintario una importantissima strada della centuriazione roman”,
“Leggendo il catasto Faventino”, e ” I confini in epoca romana”, ho
sollevato il problema QUINTARIO. Non ho fatto altro
che far conoscere agli studiosi ciò che avevo appreso sul
quintario, al seguito di trentennali ricerche effettuate
sulla centuriazione ove io abito, Solarolo provincia Ravenna. Naturalmente ho precisato che per poter
fare delle affermazioni di un certo spessore, occorreva estendere
l’indagine anche verso altre zone del mondo romano. Essendo
stato invitato a tenere conferenze in zone extra romagnole, ed
avendo potuto effettuare utilissimi confronti con altre zone
centuriate, ho la possibilità di fare alcune utili precisazioni
e di aggiungere qualcosa a quello già detto nei sopra citati
articoli. Pertanto, ciò che riporterò in questo articolo,
sono i risultati delle mie ricerche, fino ad ora conseguiti,
perciò risultati ancora provvisori , in quanto, a mio modesto
parere, il “problema quintario” , è ancora
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