Reno in piena, controllata, per ora.

PIENA DEL RENO. SITUAZIONE TRANQUILLA. Rassicuranti le informazioni dei sindaci della zona Reno-Galliera. Nonostante un livello vicino alla soglia 3 (più alta), la piena del fiume ha attraversato il nostro territorio senza problemi. Alle ore 18.45 di ieri il sensore di Cento ha raggiunto quota 8.12 m. Aperto  il Cavo Napoleonico, lo scolmatore che costituisce un efficace strumento di alleggerimento della portata d’acqua del Reno quando è in piena, per dirottarla verso il Po. Permane, comunque, l’allerta arancione anche per la giornata del 24 gennaio. Poi si vedrà l’andamento delle piogge e lo scioglimento delle nevi cadute sull’Appennino nel bacino di confluenza del fiume… e la tenuta degli argini ( lo scorso anno il 4 febbraio 2019 cedettero gli argini del Reno appena rialzati a Trebbo di Castel Maggiore, con allagamento anche in parte di Argelato, e il 17 novembre successivo cedettero gli argini dell’Idice a Budrio).
Sempre attivo il servizio di sorveglianza prestato dalle donne ed dagli uomini della Polizia Locale Reno Galliera, della sezione dell‘Associazione Nazionale Alpini, e di tutte le associazioni di Protezione Civile impegnate nei vari Comuni del territorio.

L’Osservatorio del Paesaggio dell’Unione Reno Galliera prende forma

OSSERVATORIO DEL PAESAGGIO UNIONE RENO GALLIERA
REPORT dell’ INCONTRO DEL 18/1/21
La registrazione online dell’incontro e delle presentazioni è disponibile al seguente link:
https://drive.google.com/drive/folders/12nar9rPI-48xYCJeJmzA1hpvRObt3wzl?usp=sharing
 La giornata è stata aperta con la presentazione di buone pratiche di Osservatorio del Paesaggio da parte delle referenti della Regione Emilia Romagna
– Presentazione del progetto “Paesaggio e rischio” realizzato nel 2019 da parte dell’Osservatorio Regionale, contesto territoriale: Fiume Reno – Anna Mele
– Esperienze nazionali di Osservatori del Paesaggio – Laura Punzo
– Esperienze internazionali di Osservatoti del Paesaggio – Daniela Cardinali
 In seguito Elena Lazzari dell’Unione ha presentato la proposta di organizzazione dei ruoli/cariche per costituire l’Osservatorio del Paesaggio:
Presidente/Direttore: figura sia di rappresentanza e funzionale a prendere contatti con enti e istituzioni, che di direzione tecnica (operativo), ricercatore degli investimenti; l’associazione/società da cui proviene potrebbe svolgere l’attività di segreteria (ad es. per convocazioni, stesura verbali, ecc.). Diversamente, questa attività potrebbe essere svolta da qualcuno del Consiglio

– Consiglio Direttivo: elabora, assieme al Presidente e sentito il parere dell’Assemblea, il programma delle attività e per ciascuna Leggi Tutto

I Vichinghi, tra storia, leggenda e uso politico

L’uso politico del Medioevo nordico. Articolo di Roberto Luigi Pagani . 7 gennaio 2021(*)
I fatti avvenuti negli Stati Uniti il sei gennaio 2021, con il risvolto raccapricciante dei morti, sono rimbalzati su tutti i giornali del mondo. Ha avuto molto risalto la fotografia di un uomo, il cui nome è Jake Angeli, che è comparso in modo preponderante nelle immagini dei vari reportage per via del suo look eccentrico. Senza entrare nel merito politico della questione americana, vorrei usare questa opportunità per parlare di un’altra questione, piuttosto seria e complessa, che interseca gli studi sul medioevo nordico, la ricezione attuale di quel mondo, e gli usi politici che se ne fanno.

Da studiosi del Medioevo nordico, dobbiamo tutti confrontarci con il fatto che la nostra disciplina ha derivato un considerevole impeto, ai suoi albori, da un fondamento teorico e da motivazioni non esattamente innocenti, e che il retaggio di quel periodo è ancora estremamente vivo nella cultura e nell’immaginario popolare.

Mi riferisco alla tematica del suprematismo nordico: gli studi storici e filologici germanici, iniziati nel corso dell’Ottocento, sono stati in larga misura motivati da una spinta ideologica in senso razziale. I nazisti, a differenza di quello che crediamo spesso, non consideravano i tedeschi come una “razza superiore”, anzi ammettevano di essere il risultato di un notevole miscuglio di popoli. Ciò nondimeno, identificavano la Leggi Tutto

Morando Morandi e Giovan Battista Morgagni, maestri di scienza medica e precursori nel 1700

Memoria di Morando Morandi – Articolo di Galileo Dallolio
Morando Morandi allievo a Padova di Giovanni Battista Morgagni
Al grande medico Giovanni Battista Morgagni (Forlì 1682-1771 Padova) la sua città d’origine ha dedicato un importante convegno[1]. Lo scienziato che è stato il ‘fondatore del metodo scientifico in medicina, come Galileo lo fu per la fisica’, ha dato una svolta decisiva alla scienza medica con il suo De Sedibus et causis morborum per anatomen indagatis, dove dimostrò come con l’anatomia si potessero studiare le sedi e le cause delle malattie.
Morgagni fu anche uno straordinario didatta ed è proprio leggendo le sue idee sulla formazione dei futuri medici che, a mio parere, è possibile capire le ragioni del successo del suo allievo, il finalese Morando Morandi (1693-1751).
Nel 1712 Morgagni da Bologna, dove si era laureato in medicina, si trasferisce a Padova perché l’ambiente accademico bolognese gli era ostile. In questa Università c’è un clima diverso e in una prolusione indirizzata ai colleghi, parla della formazione del futuro medico in un modo che sorprende : “.. voglio educare un Medico ingentilito Leggi Tutto

Nevicata storica a Bologna e disagi, del 1887

La nevicata a Bologna del 1887 (raccontata sul sito di Storia e memoria di Bologna)-
Tra il 29 e il 30 dicembre del 1887 la città di Bologna si ritrovò tutta imbiancata. I giornali scrissero che da anni non si vedeva così tanta neve, tanti che le comunicazioni vennero interrotte e si registrarono numerosi disagi per i bolognesi. “Il Resto del Carlino”, nella cronaca dell’evento, si scagliò polemicamente contro la gestione comunale dell’“emergenza-neve”, restituendoci uno spaccato delle condizioni di precaria sicurezza in cui i bolognesi erano abituati a vivere in una città che da quasi un trentennio era un cantiere permanente: «Tutta la notte e tutta la giornata di ieri la neve continuò a cadere. Da molti anni non si era vista una nevicata così grande. La città è tutta bianca e sarebbe uno spettacolo piacevolmente curioso, se non vi fosse una minaccia spaventosa davvero, di numerose disgrazie. E siamo alle solite! Qui dovremmo avere parole roventi di biasimo per l’incuria e l’imprevidenza del Municipio! Lo creda il Municipio, non è questa nostra una mania di disapprovazione; non è una smania di opposizione sistematica ai suoi atti. Gli è che questa volta, anche più del consueto, si è appalesata la negligenza e l’insufficienza dei criteri di coloro che sono preposti alla pubblica cosa. E tutto il pubblico Leggi Tutto

Aroldo Bonzagni, pittore futurista, da Cento a Milano

Aroldo Bonzagni, pittore futurista
– Un articolo scritto nell’anniversario della morte di un artista che visse nella nostra zona e morì il 30 dicembre 1918. Paola Rambaldi 30/12/2020-
“Dopo il terribile secondo picco, nell’autunno del 1918, l’influenza Spagnola aveva allentato un po’ la presa su Milano. Si moriva meno e questo aveva autorizzato un incauto ottimismo. Le feste di fine anno incombevano, osti e proprietari di cinematografi premevano perché le misure restrittive fossero allentate, in modo da consentire ai milanesi di festeggiare la fine di un anno che aveva visto terminare anche la prima guerra mondiale.
Ma già il 30 dicembre lo Stato civile di Milano contava 107 morti accertati di Spagnola. Fra di loro un giovane artista di grandi speranze: Aroldo Bonzagni. Il giorno prima l’amico pittore Leonardo Dudreville era andato a trovarlo, allarmato dalla chiamata di Archimede Bresciani, che con Bonzagni condivideva lo studio: “Bonzagni muore! … Han parlato di polmonite, di pleurite, di ‘Spagnola’ … Han provato di tutto, ma quello se ne va… se ne va… se ne va!”. Bonzagni era a letto, ma il viso sorridente era “tremendamente scarno e terreo”, la mano “già abbandonata alla vita”, scriverà Dudreville.

In questa seconda pandemia qualche giornale ha ricordato i pittori morti di Spagnola un secolo fa: Gustav Klimt e l’allievo Egon Schiele, ma hanno dimenticato Leggi Tutto

Costanza da Argile e Giacomo da Valenza. Una storia d’amore e morte a Bologna, tra le fazioni di Pepoli e Gozzadini

Il 1300 fu un secolo travagliato, oltre che dalla peste, dalle grandi lotte tra Papato e Impero, che misero in crisi entrambi, tanto che per 70 anni il Papa si trasferì e prese sede in Avignone. I più importanti Comuni emiliani e italiani, che per circa un secolo si erano conquistati ampi spazi di autonomia, a causa delle lotte interne e di rivalità e mire esterne, finirono per affidarsi alle più stabili, forti e autoritarie, Signorie: gli Este a Ferrara, Modena e Reggio, i Malatesta a Rimini, i Visconti a Milano, i Medici a Firenze, i Gonzaga a Mantova, ecc. A Bologna, invece, inizialmente anche le Signorie furono di breve durata perché nessuna famiglia riuscì ad imporsi stabilmente (ci riuscirono solo i Bentivoglio nel 1400). Pertanto, all’inizio del 1300 la vita politica di Bologna, città e contado, fu caratterizzata dalle lotte di fazione fra guelfi (favorevoli al Papato) e ghibellini (favorevoli all’Imperatore), e in particolare tra le famiglie dei Geremei e dei Lambertazzi, e soprattutto tra i Pepoli (detti anchescacchesi, per il simbolo del loro stemma) e i Gozzadini (detti anche “maltraversi, per la banda trasversale sul loro scudo).

Accadde dunque in questo clima infuocato, nel 1321, un fatto che sconvolse a lungo la città, in un periodo in cui era temporaneo Signore di fatto di Bologna Romeo Pepoli, ricco cambiavalute- banchiere, potente Leggi Tutto

Canale di Reno illuminato

Il Canale di Reno si accende dopo il tramonto
Uno dei luoghi più suggestivi di Bologna è ora visibile anche dopo il tramonto. Dal 17 dicembre il Canale di Reno, nel tratto che si può vedere dagli affacci tra via Malcontenti e via Oberdan, si è acceso con il nuovo sistema di illuminazione artificiale realizzato anche grazie ai contributi dei cittadini.
Il progetto d’illuminazione propone un intervento non invasivo che rispetta il luogo. A bassa intensità di luce, si avvale del potere riflettente dell’acqua e distribuisce morbide e rade pennellate sul canale nella direzione della corrente, creando un lieve riflesso e movimento di ombre sulla parte bassa delle facciate prospicienti.
Inoltre, per ricordare gli antichi mestieri legati alle acque del Canale di Reno e del Canale delle Moline, ogni sera sono proiettate, sul muro dell’affaccio di via Oberdan, delle immagini evocative ispirate alle incisioni di Annibale Carracci e Giuseppe Maria Mitelli.
L’intero progetto di valorizzazione notturna è stato realizzato grazie anche ai contributi dei visitatori raccolti dal 2015 durante le iniziative organizzate da Canali di Bologna (come Notte blu, Effetto blu e le visite nei sotterranei). La nuova illuminazione artificiale è stata curata dall’architetto Leggi Tutto

La Rocca di Cento, una storia lunga 7 secoli.

E’ l’edificio storico simbolo più antico di questo comune, sempre al centro di eventi e dell’attenzione nei secoli,  e fino ad oggi.
Ricerca storica di Adriano Orlandini
Eretta nel 1378, la rocca faceva parte di un vasto sistema difensivo organizzato dal Comune di Bologna a volte in contrasto con il Vescovo della città, per il controllo politico-militare di questi territori di confine. In epoca medievale furono inoltre costruiti e rinforzati altri castelli e torri, controllati dal Comune o dal Vescovo: la Galeazza, Forcello, Canoli, Massummatico, Galliera e altri. Anche la Comunità di Cento, in particolare, vive questi anni travagliati da vicende interne tendendo verso una maggiore autonomia politica, rivendicata sia nei confronti del Comune Bolognese che del Vescovo, Signore di gran parte di queste terre.
Alla seconda metà del Trecento i documenti descrivono la rocca, dopo i lavori fatti dal Comune di Bologna (senza darne una descrizione precisa), ormai completa di mura e torri merlate, con una ventina di soldati di presidio in tempo di pace e forse contrapposta anche politicamente a quella del vescovo, gìà esistente a Cento ma presto scomparsa e ancora di incerta collocazione. Come detto, non siamo
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Natale in casa per fermare il contagio e Natale proibito per legge.

La festa proibita- I cinque paesi in cui celebrare il Natale è un crimine (da Linkiesta*)
Per milioni di credenti in Corea del Nord, Arabia Saudita, Somalia, Brunei e Tagikistan festeggiare la nascita di Gesù è illegale e bandito a titolo definitivo. Chiese e croci sono vietate, mentre le adunanze cristiane di qualsiasi tipo devono essere fatte in totale segretezza. Il Natale porta con sé il rischio di multe, arresti e carcerazioni. Non in Italia per via del nuovo Dpcm, bensì in alcuni Paesi del mondo dove è vietato festeggiare la nascita di Gesù. Per milioni di credenti, infatti, celebrare la festa natalizia è bandito a titolo definitivo.
In Corea del Nord, per esempio, il cristianesimo è considerato illegale: i credenti devono celebrare il Natale in completa segretezza nei boschi, nelle case o nelle latrine delle prigioni e dei campi di lavoro. «Incredibilmente, molti cristiani nordcoreani rischiano tutto per riunirsi il giorno di Natale», dice un portavoce di Open Doors. «Una riunione di solito è composta da solo due persone su una panchina del parco che borbottano preghiere e lodi a bassa voce».
Mentre per alcuni è «troppo pericoloso persino parlare, quindi si riuniscono semplicemente Leggi Tutto