SAN GIORGIO DI PIANO NELLA GRANDE GUERRA
Ricerca storica di Anna Fini
All’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915 San Giorgio era un paese con 4826 abitanti ma in piena espansione: infatti la zona verde dei terragli, che cingeva il paese, era stata suddivisa in numerosi lotti ed era già iniziata la costruzione delle prime abitazioni; parte delle nuove vie e piazze erano state intitolate già dal 1911, in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia, ai futuri territori italiani allora ancora in mano austriache.
Il paese non solo si stava ingrandendo ma si era abbellito col nuovo “acciottolato” nella via principale, col restauro di porta Ferrara e con la costruzione di nuove case per operai, abitazione dotate di “gabinetti”; inoltre, erano appena stati costruiti nuovi edifici per tutta la comunità quali il macello, un lavatoio pubblico ed un “fabbricato d’isolamento” per ricoverarvi le persone affette da malattie contagiose e dove era possibile usufruire del bagno pubblico.
Un acquedotto pubblico distribuiva l’acqua sia al lavatoio che alla popolazione attraverso 3 fontanelle poste lungo la via principale e da un anno a San Giorgio “il castello” aveva l’illuminazione elettrica, mentre alle frazioni era stata ceduta quella precedente a
Giorno della Memoria della Shoah. Iniziative
27 gennaio “Giorno della Memoria”: gli appuntamenti nei Comuni della città metropolitana per non dimenticare la Shoah.
In programma presentazioni di libri, proiezioni di film, spettacoli teatrali, mostre, incontri con le scuole
Il 27 gennaio 1945 è la data dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Per ricordare una delle più grandi tragedie dell’umanità, in questa data è stato istituito il “Giorno della Memoria” e i Comuni del territorio metropolitano organizzano numerose iniziative: presentazioni di libri, proiezioni di film, spettacoli teatrali, mostre, incontri con le scuole. Inoltre il Consiglio comunale di Bologna e quello metropolitano si riuniranno in seduta comune venerdì 25 gennaio alle ore 11 a palazzo d’Accursio. I lavori saranno introdotti da Luisa Guidone, presidente del Consiglio comunale; interverranno: Claudio Vercelli, storico e Virginio Merola, sindaco del Comune e della Città metropolitana di Bologna. A seguire, alle 12, si terrà una cerimonia in Prefettura per
All’Archivio di Stato di Modena presentazione di una mostra e Corso di genealogia
Sabato 12 gennaio 2019, ore 10,30 Visita guidata “I trattati teorici di Pellegrino Prisciani: Spectacula e Orthopasca nei manoscritti della Biblioteca Estense di Modena e della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia”. EVENTO MODIFICATO
Si informa che la visita guidata di sabato 12 gennaio all’esposizione dei manoscritti di Pellegrino Prisciani della Biblioteca Estense di Modena sarà anticipata da una presentazione degli argomenti trattati, con proiezione di immagini, che si terrà presso l’aula della Scuola di archivistica dell’Archivio di Stato di Modena.
Il programma di sabato 12 gennaio sarà pertanto così articolato:
– ore 10.30 ritrovo presso l’Archivio di Stato di Modena,
Corso Cavour n. 21: presentazione a cura di Elisa Bastianello
– a seguirevisita all’esposizione presso la Biblioteca Estense di Modena, Largo Porta S. Agostino n. 337 Ingresso libero
* Per il programma completo delle iniziative clicca qui:
http://www.asmo.beniculturali.it/index.php?it/219/archivio-eventi/187/tra-la-corte-e-il-mondo-il-metodo-enciclopedico-di-pellegrino-prisciani-umanista-e-officiale-estense–
– Sabato 19 gennaio 2019, ore 10,30 (ingresso Sala lettura della Biblioteca Estense Universitaria) Pellegrino Prisciani nella vita e nella storia della Ducal Libraria e nelle testimonianze
Origine di Bologna, un nuovo sito per raccontarla
“Origine di Bologna”: l’archivio digitale pensato e curato da un cittadino bolognese avrà una nuova veste grazie alla collaborazione con il Comune di Bologna
Tante persone, con il naso all’insù, aguzzano la vista per cercare di vedere le tre frecce conficcate tra le travi del portico di Palazzo Isolani, ma forse non tutti sanno che, degli antichi portici come questo, con le colonne in legno tipiche della Bologna medioevale, oggi sono rimasti solo 6 brevi tratti. Così come se si passeggia in piazza San Francesco, in piazza San Domenico o in piazza Rossini, davanti al Conservatorio, forse non tutti sanno che stanno camminando su quelli che, fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte, erano stati dei cimiteri.
Queste, e molte altre, le informazioni e le curiosità raccolte da un cittadino bolognese e oggi raccolte in
Castello d’Argile nella Grande Guerra
La Prima Guerra Mondiale (detta poi “Grande Guerra”) ebbe inizio in Europa il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro-ungarico contro il Regno di Serbia, in seguito all’attentato di Serajevo, in cui fu ucciso l’erede al trono imperiale Arciduca Ferdinando. L’Austria ebbe subito l’appoggio dell’alleato Impero di Germania, mentre l’Impero russo dello Zar si schierava in difesa della Serbia, cui si unirono Francia e Regno Unito con le rispettive colonie. Successivamente intervennero altri Stati europei ed extraeuropei, come l’Impero Ottomano e l’Impero giapponese (con Austria e Germania), e infine, nel 1917, gli Stati Uniti d’America a fianco dell’Intesa franco-inglese, dopo la rivoluzione e il ritiro della Russia.
Il Regno sabaudo d’Italia, dopo un anno di neutralità, tentennamenti diplomatici e accordi segreti, nel maggio 1915 ruppe l’antica Triplice Alleanza con gli Imperi centrali e dichiarò guerra all’Austria. Scelta controversa e osteggiata da tanta parte del mondo politico socialista e cattolico; tanto che il papa Benedetto XV definì quella guerra in atto una “inutile strage”. E infatti fu uno dei conflitti più sanguinosi e devastanti che l’umanità abbia vissuto.
Come quasi sempre avviene anche la situazione di Castello d’Argile ricalca quella
La storia di Bologna sui muri e nelle strade
La storia di Bologna sui muri, nelle strade, nelle piazze
– 529 lapidi, 450 strade e piazze, 70 strade perdute. Da oggi è disponibile un nuovo scenario nel sito www.storiaememoriadibologna.it dedicato alle memorie urbane e alla toponomastica della città: nel corso dei secoli i bolognesi del passato hanno voluto eternare eventi e protagonisti attraverso le epigrafi e la titolazione di strade e piazze. Manufatti che nel sito sono collegati a biografie, edifici, vie, piazze esistenti e scomparse.
www.storiaememoriadibologna.it/lapidi
Le lapidi con il loro linguaggio essenziale e idealizzato, non soltanto raccontano le tante vicende della città, ma inducono il lettore a riconoscersi in una storia comune. Da un progetto di catalogazione delle lapidi urbane del Comune di Bologna nato nel 1999 si è proseguito nella ricerca fino a comporre il sito. Per le informazioni sulla collocazione delle lapidi, il museo si è avvalso della preziosa collaborazione del sito www.originebologna.com , aggiungendo una ricchissima banca dati sulle vie cittadine esistenti e su quelle scomparse.
**Info: Uffici: via de’ Musei 8 | 40124 Bologna | tel. +39051225583
museorisorgimento@comune.bologna.it | www.museibologna.it/risorgimento
Dalla preistoria alla storia
LE TAPPE DEL LUNGO CAMMINO DEGLI UOMINI VERSO LA CIVILTÃ
Cronologia e cenni di preistoria e storia.
A cura di Magda BarbieriPREMESSA
Quella che segue è una elencazione schematica ed estremamente
sommaria, compilata ad uso di pro-memoria, che vuol offrire un
minimo di informazione e invitare a successivi approfondimenti; anche
per capire come e quanto le diverse forme di religiosità , dai culti
alle culture, scaturite nelle varie aree territoriali della Terra
nel corso dei secoli, abbiano avuto punti in comune e si siano
compenetrate con i poteri politici del loro tempo e dei relativi
luoghi.
Le date indicate sono da intendersi in modo approssimativo e
relativo, solo in quanto così indicate in autorevoli testi indicati in bibliografia finale.
Da 35 milioni a 2 milioni di anni fa
Evoluzione
delle specie di vari gruppi di scimmie che portarono alla comparsa
dei primi ominidi,
Il sublimato di mercurio e il primo processo per inquinamento atmosferico, a Finale, nel 1689. Galileo Dallolio
1–Il trionfo del mercurio :
una vicenda che ha riguardato anche
Finale
Partendo
dall’evento che ha dato a Finale il singolare primato di essere il
luogo dove, per la prima volta in Italia, si sia fatto, nel 1689, un
processo per inquinamento atmosferico dovuto alla produzione di
solimato di mercurio, credo sia utile farsi un’idea di un
prodotto che ha avuto una larga diffusione nella pratica medica e
cheè¨ ancora citato nei prontuari e nei repertori dei termini medici
del 1960. (1)
Ricordo
che il processo si è concluso con l’assoluzione dei produttori ,
ma ha messo in moto una serie di eventi che meritano di essere
studiati. Mi riferisco all’amicizia fra Ramazzini e Leibniz ,
coinvolti entrambi nel processo per un atto di cortesia, e al
contributo di Leibniz alla fortuna europea del De morbis
artificumâ Il libro sancisce la nascita della medicina del lavoro
con ben 60 schede di malattie collegate a diversi mestieri e
Francesco Giampietri , nel suo saggio l’erudito di Hannover e il
medico dei villani. Leibniz, Ramazzini e la nascita della medicina
sociale
Luoghi e vicende degli ebrei a Pieve di Cento tra XIV e XVI sec.
In occasione della Giornata Europea della cultura ebraica , e anche in considerazione del riemergere dell’antisemitismo, insieme alla questione israelo-palestinese sempre attuale e drammatica , ci pare opportuno ricordare alcune situazioni e vicende riguardanti la presenza degli ebrei nel Cento-pievese, e in particolare a Pieve di Cento. Le fonti documentarie attestano una presenza ebraica a Pieve di Cento dalla fine del secolo XIV. Nel 1398 , infatti, fu aperto un banco di prestito, gestito da Dattilo da Spello, proveniente da una famiglia di prestatori che già operavano a Bologna ( e probabilmente socio o collegato con Manuele del Gaudio che già aveva aperto, con altri , un banco nel 1391 a Cento; n.d.r.) . Già dalla metà del secolo XIV molti dei banchi di prestito esistenti a Bologna e nel contado erano gestiti da ebrei (detti feneratores),la cui presenza era stata favorita da una fase di forte espansione e sviluppo che in quel periodo le città del nord Italia stavano attraversando e che tendeva a favorire l’immigrazione e il richiamo di capitali che contribuissero a questa ripresa economica e sociale. (*)
L’apertura
C’era una balena fossile sull’Appennino bolognese
Domenica 11 maggio 2008 a Gorgognano di Pianoro , alle ore 16 Inaugurazione della scultura dedicata alla Balena della Val di Zena L’iniziativa, curata dal G.A.L. BolognAppennino, prevede l’inaugurazione della scultura dedicata alla balena della Val di Zena, che sorge nel punto esatto dove, circa 2 milioni di anni fa durante il Pliocene, una balenottera si è spiaggiata. Nell’anno 1965 è stato ritrovato lo scheletro del Cetaceo fossile, il cui originale è esposto nel Museo di Geologia e Paleontologia Giovanni Capellini della Università di Bologna. Le dimensioni della scultura che verrà inaugurata sono quelle esatte della balena (circa 9 metri di lunghezza).
Introdurranno l’evento: Simonetta Saliera, sindaco di Pianoro, Tiberio Rabboni, assessore Regione E R Andrea Marchi, Presidente Comunità Montana – Cinque valli bolognesi , Remo Rocca, Presidente Gal BolognAppennino, Giulio Ghetti, Fondazione Carisbo, Gianbattista Vai, Direttore Museo Capellini, Università di Bologna, Carlo Sarti, Dirigente-Curatore Museo Capellini, Università di Bologna – L’inaugurazione sarà inserita all’interno di un evento-spettacolo con letture da Melville (Moby Dick) e Capellini tenute dall’attore Umberto Bortolani, in una suggestiva ambientazione sonora appositamente approntata per l’occasione.
“Se a Bologna ci fosse il mare…..! Eppure c’era. Anzi, c’è! Circa 15 km a monte dell’attuale Via Emilia due milioni di anni fa o giù di lì arrivava il mare: una spiaggia tropicale era il panorama che si offriva agli occhi di chi oggi invece si perde davanti alla vista di colline e piccole valli fiorite. Siamo in Val di Zena, a neanche una ventina di chilometri da Bologna, in una delle zone archeologiche e paleontologiche più importanti di Italia.
Basta chiudere gli occhi e abbandonarsi per un po’ al racconto. Poi, riaprendoli, la balena sarà lì, in carne e ossa, davanti al pubblico: una balena lunga ben 9 metri, opera dei ragazzi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna coordinati dallo scultore Davide Rivalta.
Nel corso della giornata, l’inaugurazione del monumento della Balena della Val di Zena sarà accompagnata da una ricostruzione fantastica dell’ambiente di due milioni di anni fa, testimoniato ancora da una ricca presenza di fossili in tutta la zona. Poi, da qui all’eternità la gigantesca balena-scultura (riproduce, infatti, le dimensioni reali di quella i cui resti sono ora al Museo Capellini) ricorderà per sempre ai turisti della Val di Zena che c’era un paesaggio tropicale popolato di balene e mastodonti là dove oggi si viene a funghi o per arrampicarsi sulle pendici collinari in sella a una bici….” (*)