Biocombustibili. Rovina o salvezza? Dilemma dei nostri giorni

Sul tema dei biocombustibili, da sempre oggetto di interesse dei nostri soci, riportiamo qui, perchè meritevole di attenzione e riflessione, un  articolo di Carla Reschia pubblicato ieri sul sito www.lastampa.it  nella rubrica “Danni collaterali”. Si rimanda allo stesso sito per chi vuol leggere i commenti in proposito.
Presentati come l’alternativa vincente al petrolio ora sembrano responsabili della crisi alimentare
La verità , vi prego, sui biocombustibili. Sono una risorsa? Sono un danno? Salveranno il pianeta? Gli daranno il colpo di grazia? Premesso che, personalmente, non riesco a formarmi un’idea sensata in proposito, pongo il problema e la domanda a chi mi sappia chiarire le idee. All’inizio da alcuni, tra cui in prima linea le associazioni agricole, i biocarburanti – ovvero (traggo la definizione da qui), “i combustibili vegetali, rinnovabili e puliti dal punto di vista ambientale, che sostituiscono i combustibili derivati dal petrolio, non influiscono sull’effetto-serra e possono essere ottenuti grazie all’energia solare per mezzo della fotosintesi delle piante”, sembravano essere proposti come il
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S.Antonio abate, tra storia, leggenda e tradizioni

S. Antonio abate è una delle figure del cristianesimo  che  si porta dietro,  fino ai giorni nostri, una iconografia e una biografia in cui si mescolano elementi reali e immaginari, storia, leggenda, tradizioni arcaiche  pagane e altre successive  rivestite di simbologia cristiana.
Quanto alla storia vera, si prende come base quanto ne raccontò  un altro “padre della Chiesa”, Atanasio, patriarca e vescovo  di Alessandria d’Egitto (295-373) che ne tracciò una biografia. Da essa si desume che
Antonio nacque verso il 250 d.C . da una agiata famiglia di agricoltori nel villaggio di Coma (in altra fonte è scritto Eracliopoli), attuale Qumans in Egitto, e verso i 20 anni rimase orfano, con un ricco patrimonio da amministrare e con una sorella minore da educare.  Attratto dall’insegnamento evangelico “Se vuoi essere perfetto, va, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi, e sull’esempio di alcuni anacoreti che vivevano nei dintorni dei villaggi egiziani, in preghiera, povertà e castità , Antonio volle scegliere questa strada, e, venduti Leggi Tutto

Filippo Mastellari, il pittore errante che da Argile portò la sua arte nel Nuovo Mondo. Magda Barbieri

Singolare è la storia di Filippo Mastellari, unico pittore in una famiglia di
muratori per generazioni e in un paese che di artisti non ne aveva
mai avuti. Un pittore che fece i suoi studi e le prime esperienze di
lavoro a Bologna, per finire poi emigrante errabondo in alcuni paesi
del Centro America, dove lasciò alcune opere importanti, anche se
qui da noi finora sconosciute. Potremmo quasi definirlo, fatte le
debite proporzioni, il pittore dei due mondi, prendendo
a prestito una definizione abitualmente riferita a Garibaldi, l’eroe
risorgimentale che lui ammirava.
La sua vicenda umana ebbe inizio a Castello d’Argile,
quando nacque, il 25 maggio 1849
,
da Benedetto e Annunziata Mazzacurati, e manifestò fin dai
primi anni buona disposizione per la pittura, tanto che il padre,
muratore tra i più attivi in paese, volle sostenerlo e aiutarlo in
questa sua attitudine, mandandolo a studiare in scuole specifiche per
conoscere la tecnica pittorica, dapprima (nel 1862, a 13 anni) presso
Raffaele Cavalieri, un maestro privato di Cento, cittadina vicina dove l’arte della
pittura era coltivata per antica tradizione e dove erano nati il
Guercino,
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Il mulino di Malalbergo. Dino Chiarini e Giulio Reggiani

Sulla via Nazionale, proprio in centro a Malalbergo, a pochi passi sia dal
Municipio (alla sua sinistra) che da Palazzo Marescalchi (alla sua
destra), sorge un palazzone adibito a Centro Commerciale.
Però tutti sanno che lì, tempo fa, c’era il mulino.
Parecchi
abitanti ne serbano ancora memoria e per questo ricordo non importa
scomodare i soliti “anziani”. Tuttavia questa reminiscenza
riguarda l’
edificio
(alto, imponente, con il suo lato ovest a forma semicircolare) ma non
l’
opificio
vero e proprio nella sua attività originaria della molitura: e ciò
in quanto le macine cessarono il loro nobile lavoro circa
sessant’anni fa (1).
Ma
ci vengono spontanee due domande: che cos’è il mulino e perché ha
questo nome? In verità il mulino è uno strumento che produce un
lavoro
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Risotto alla folaga. Storia e ricetta. Dino Chiarini

Il risotto alla folaga.
Ricerca di Dino Chiarini

Prima di presentare il
tradizionale piatto delle zone palustri della bassa
bolognese
, effettuo una breve carrellata sui due principali
ingredienti che compongono questa ricetta e il ristorante dove si può
ancora degustare questa delizia del palato.
CONOSCIAMO UN PO’ IL RISO
Il
riso si era affermato in Italia fin dal Trecento primo documento
che dimostra la coltivazione del riso in Italia porta la data del
1475 ed è la lettera scritta da Galeazzo Maria Sforza al Duca di
Ferrara
in cui egli si impegnava ad inviargli dodici sacchi di riso
locale. Quindi la produzione alimentare del riso iniziò in Lombardia
e pian piano si estese nelle zone ricche di acqua della pianura
padana; con la diffusione delle risaie si ebbe un aumento di casi di
malaria e nonostante i provvedimenti che cercavano di limitare la sua
coltivazione nelle vicinanze dei luoghi abitati, la coltura si
espanse ugualmente. Questo avvenne poiché rispetto agli altri
cereali il guadagno sul riso era molto più consistente; anche i
coltivatori, Leggi Tutto