Luoghi e vicende degli ebrei a Pieve di Cento tra XIV e XVI sec.

In occasione della Giornata Europea della cultura ebraica , e anche in considerazione del riemergere dell’antisemitismo, insieme alla questione israelo-palestinese sempre attuale e drammatica , ci pare opportuno ricordare alcune situazioni e vicende riguardanti la presenza degli ebrei nel Cento-pievese, e in particolare a Pieve di Cento. Le fonti documentarie attestano una presenza ebraica a Pieve di Cento dalla fine del secolo XIV. Nel 1398 , infatti, fu aperto un banco di prestito, gestito da Dattilo da Spello, proveniente da una famiglia di prestatori che già operavano a Bologna ( e probabilmente socio o collegato con Manuele del Gaudio che già aveva aperto, con altri , un banco nel 1391 a Cento; n.d.r.) . Già dalla metà del secolo XIV molti dei banchi di prestito esistenti a Bologna e nel contado erano gestiti da ebrei (detti feneratores),la cui presenza era stata favorita da una fase di forte espansione e sviluppo che in quel periodo le città del nord Italia stavano attraversando e che tendeva a favorire l’immigrazione e il richiamo di capitali che contribuissero a questa ripresa economica e sociale. (*)
 L’apertura Leggi Tutto

Raffaele Pettazzoni, storico delle religioni

A lui è intitolata la biblioteca comunale  di S. Matteo della Decima, frazione, ovvero l’altra metà , del Comune di S. Giovanni in Persiceto. Ma fuori dai confini comunali pochi sanno chi era e cosa ha fatto per meritare  questa intitolazione. Lo storico Mario Gandini, persicetano, da anni sta lavorando e raccogliendo documenti per preparare la sua biografia, che non potrà che essere monumentale e fondamentale, a giudicare dai numerosi contributi già pubblicati su “Strada Maestra”,  rivista della biblioteca comunale del capoluogo (intitolata a Giulio Cesare Croce, altro persicetano famoso).
Ma Raffaele Pettazzoni occupa  da tempo un posto di grande rilievo , sia in campo nazionale che internazionale, tra chi si interessa  di antropologia e storia delle religioni.
In questa modesta mini-biografia non potremo che tracciare alcuni cenni  per cominciare intanto a  far conoscere  le note essenziali di questo personaggio di cui l’anno prossimo cadrà il cinquantesimo anniversario della morte. Raffaele Pettazzoni è nato a S. Giovanni in Persiceto nel 1883 ed è morto a Roma nel 1959.
Laureato in lettere nell’Università Leggi Tutto

Elisa Agnini Lollini, una bella storia di donna, nata in provincia

Elisa Agnini Lollini,
Finale Emilia 1858- Roma 1922: una bella storia
La racconta Galileo Dallolio sull’ultimo numero di Piazza
Verdi, periodico culturale di Finale Emilia, predendo spunto da alcune biografie edite recentemente e in particolare
dal libro scritto da Silvia Mori “La dama del quintetto”
che racconta la vita e l’esperienza della finalese Elisa Agnini
in Lollini, sorella di Gregorio Agnini. La post-fazione è
di Anna Foa: entrambe le autrici sono sue discendenti.
E’ un’occasione per conoscere una serie di storie di donne di
grande interesse che, attraverso le quattro figlie: Olga,
Clara, Livia e Clelia,
arrivano ai nostri giorni.
Storie e foto sono leggibili nel documento allegato.
Mettiamo qui in evidenza in primo piano la biografia tracciata da
Giulia Galeotti sull’Osservatore Romano l’8
marzo 2012 che ne fa questa bella presentazione: “Elisa
Lollini
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La torre “Conserva”. Agonia di un edificio. Franco Ardizzoni

La torre Conserva è un edificio di fine Quattrocento o inizi Cinquecento, che si scorge sulla sinistra percorrendo la strada S.Alberto, da S.Pietro in Casale verso S.Vincenzo, appena dentro il territorio di Galliera ed è posta al n. 5 della omonima via Torre. E’ una casa-torre sviluppata su tre piani dell’altezza complessiva di circa 18 metri e con una base leggermente rettangolare di circa  mt.8×6, ai cui lati sono state addossate due ulteriori costruzioni .
Costruita probabilmente dai Malvezzi, antica famiglia senatoria bolognese, i quali nel XV secolo,  possedevano molte terre nella zona a partire da S. Alberto (oggi in comune di S. Pietro in Casale), attraversando parte del comune di Galliera, e verso il territorio ferrarese fino alla località  Raveda, nei pressi di Mirabello.

Allora il fiume Reno non aveva l’attuale percorso, ma da S. Agostino proseguiva verso nord immettendosi nel Po all’altezza di Porotto ed il territorio bolognese arrivava fino alla torre Verga (oggi non più esistente) appunto vicino all’attuale Mirabello, per cui i Malvezzi potevano  coltivare ed amministrare le loro terre senza troppi impedimenti, non avendo l’ostacolo del fiume.

La torre si trova a poca distanza dal Palazzo della Tombetta, villa padronale costruita dalla stessa famiglia e sede della tenuta Tombetta, un vasto tenimento di 570 tornature che nel 1801 Francesco e Giuseppe Malvezzi vendettero ad Antonio Aldini e che nel Leggi Tutto

Cronistoria della ferrovia Bologna-Verona. Mauro Bosi

Finalmente è stata  inaugurata  , sabato  11 novembre 2006,  al Parco Nord di  Crevalcore, alla
graditissima presenza del Presidente del Consiglio  Romano Prodi e di numerose altre autorità , l’attivazione del raddoppio
sulla tratta Bologna-Crevalcore della linea ferroviaria Bologna-Verona.
E’ importante perché è una ulteriore tappa verso il completamento dell’opera; una infrastruttura essenziale e
strategica per l’Europa (collegamento Napoli-Berlino) ma anche per i territori che attraversa.

Rimandando a una futura trattazione,al completamento dell’intera linea, non posso che accennare in modo sintetico e forse frammentario ad alcuni momenti che hanno costellato l’azione di queste comunità spinte dalla fame di servizi trasportistici, per sentirsi meno escluse, meno lontane dai capoluoghi.
Ho parlato di graditissima presenza, quella del Presidente del Consiglio, proprio perché spesso è stato coinvolto su questa tematica :

lo ricordo nell’ottobre del 95, durante il viaggio in treno ritornando da Roma, dove la diocesi di Bologna aveva incontrato il
Santo Padre in sala Nervi, era già il candidato per le elezioni del 96 (che avrebbe vinto) e assieme ad un collega del consiglio comunale lo importunammo sul tema del raddoppio e lui fu gentilissimo, alzandosi dalla sua compagnia e accettando diaffrontare questo tema con lungimiranza
nel suo primo governo (96) si sbloccarono finalmente i finanziamenti, anche se va detto, ad onor del vero, che passi significativi eran
stati fatti già nel governo precedente

più volte ha citato il fatto, ricordandomelo anche nelle congratulazioni  per la mia elezione al consiglio regionale del 2000, che il padre,
ingegnere, alla fine della prima guerra mondiale era stato trattenuto in servizio militare proprio per progettare il raddoppio della Bo-VR.

lo ricordo ancora nel momento più tragico, Leggi Tutto

Associazione Storico Culturale Poggese

E’ l’ultima nata tra le Associazioni che si occupano di storia locale nell’area renana.
L’Assemblea istitutiva  si è tenuta il 14 aprile 2007, nella sala Consiliare del Municipio di Poggio Renatico alla presenza del notaio e del sindaco Paolo Pavani Presidente: Giuseppe Malaguti. Per informazioni. tel 338.1450816 o storiepoggesi@gmail.com
L’assemblea dei 30 soci fondatori, che con sincero entusiasmo hanno mostrato una grande disponibilità e volontà partecipativa, ha approvato lo Statuto dell’Associazione ed ha eletto le cariche sociali (vedi sotto).
Gli obiettivi – è scritto nel depliant di presentazione – saranno Poggio Renatico e il suo territorio. La sua storia e le sue storie. Le case, i Palazzi e le chiese. Le origini, il Feudo e le Torri, i Papi, i conflitti, le guerre, i fiumi, migranti e mutevoli come i confini.
Le persone, le tradizioni, i dialetti. E gli angoli di strada. Veri testimoni del tempo e, forse unici, custodi della memoria.
L’Associazione è naturalmente aperta a tutti coloro che condividono l’interesse e la passione per il nostro territorio e la sua storia. La disponibilità di materiale storico, documenti, immagini, racconti e  memorie, è enorme. Presso
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Il mulino di Malalbergo. Dino Chiarini e Giulio Reggiani

Sulla via Nazionale, proprio in centro a Malalbergo, a pochi passi sia dal
Municipio (alla sua sinistra) che da Palazzo Marescalchi (alla sua
destra), sorge un palazzone adibito a Centro Commerciale.
Però tutti sanno che lì, tempo fa, c’era il mulino.
Parecchi
abitanti ne serbano ancora memoria e per questo ricordo non importa
scomodare i soliti “anziani”. Tuttavia questa reminiscenza
riguarda l’
edificio
(alto, imponente, con il suo lato ovest a forma semicircolare) ma non
l’
opificio
vero e proprio nella sua attività originaria della molitura: e ciò
in quanto le macine cessarono il loro nobile lavoro circa
sessant’anni fa (1).
Ma
ci vengono spontanee due domande: che cos’è il mulino e perché ha
questo nome? In verità il mulino è uno strumento che produce un
lavoro
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