L’Amore in dialetto ferrarese

Per un San Valentino quasi classico,  AR.PA.DIA., l’Archivio Padano dei Dialetti, curato da Maria Cristina Nascosi per il Centro Etnografico Ferrarese / Centro di Documentazione Storica del Comune di  Ferrara ,  propone una bella lirica di Beniamino Biolcati, maestro, poeta, un benemerito  nomen omen – pioniere, uno dei padri fondatori delle regole grammaticali e sintattiche della nostra lingua e cultura dialettale, avendo scritto decenni fa un testo in merito che ancora fa scuola. Da: “La poesia dialettale ferrarese” Antologia di opere tra Città  e Provincia, a cura di Maria Cristina Nascosi, Ferrara, Comune di Ferrara, 1998, riportiamo:
L’Amór còs’èl
Amór l’è vlérass bén
con anma e cuór, l’è desidèri ’d
stars’avsìn, ciapars par man
par aiutars’int il dificultà ch’li j’è sémpar tanti.

Amór a vòl dir capirs, scambiars’i sentimént,
sia bèi che brut, e santir che insiém
a sa sta purassà bén.

Un bas, una carézza, un cumplimént
j’a da far bà tar fòrt al cuór
e far cambiar culór.
Int un abrazz bén strich
ass dév pruvà r in tut al còrp
un frèmit, una scòssa ach dà piasér ad vìvar
e al desidèri’d
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Gli scavi in Sala Borsa. Visite e cenni di storia

Dal 15 gennaio 2011, gli scavi archeologici sotto la Piazza coperta di Sala Borsa saranno aperti al pubblico dalle 15.30 alle 18.30, nei giorni d’apertura della biblioteca. Sarà  così possibile vedere da vicino i resti della basilica civile di Bononia (II sec. a.C.), le fondamenta delle case medievali dell’area di palazzo d’Accursio e le vestigia cinquecentesche dell‘Orto Botanico del naturalista Ulisse Aldrovandi.  E’ˆ richiesta un’offerta libera per il sostegno delle spese. In occasione della prima giornata d’apertura, un bibliotecario ha accompagnato i visitatori per una breve introduzione e descrizione in Piazza Coperta.
Le visite guidate saranno in seguito ripetute secondo un calendario da definire.
Vedere  foto in  galleria di immagini dal sito sotto indicato, fonte delle informazioni
Cenni storici sugli scavi archeologici di Salaborsa da
www.bibliotecasalaborsa.it/documenti/8016

La Biblioteca Sala borsa, inaugurata nel dicembre 2001, apre uno spazio culturale e multimediale ricco e
affascinante all’interno di Palazzo d’Accursio, il “quasi castello”, antica sede storica del Comune che si affaccia su
Piazza Maggiore, da sempre centro e cuore della bolognesità.

Sotto il cristallo della Piazza coperta si possono ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione
delle
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Giovanni Battista Gigli, musicista, detto il Tedeschino”, da Finale. Galileo Dallolio

Giovanni Battista Gigli, detto il ˜Tedeschino ” … da Finale. Ricerca di Galileo Dallolio
Invito il lettore a soffermarsi su questo volto. L’espressione, a mio parere, è di persona risoluta e sicura, orgogliosa del proprio talento. E’di un virtuoso di liuto nato a Finale Emilia nel 17° secolo (è in corso una ricerca sulla data), che faceva parte del gruppo ristretto di musicisti stipendiati dal Gran Principe Ferdinando 2° de’  Medici.
La sua immagine è presente in due quadri che erano nella Villa medicea di Pratolino, presso Firenze, e ora sono nella Galleria dell’Accademia
Di Gigli , lo storico finalese Umberto Baldoni nel suo Il maestro D.
Innocenzo Gigli, musicista di Finale Emilia nel XVIII secolo
, Bologna
1927  lo ricordava con queste parole  ˜Pro-zio gli fu quell’altro Giovanni Battista Gigli, celebre musicista finalese nel 1650, che fu ai servigi prima del G.Duca di Toscana e poi di quello
di Modena dal 1669 al 1689. Dal quale è certo ha ereditato il genio
musicale, se nessuno raggiunse nel suo tempo la fama, cui era salito
 preso il nostro protagonista. Ma è stato la ricerca in corso da parte del prof. Davide Rebuffa, noto
liutista e musicologo del Centro Studi Piemontese di Musica Antica
, che ha Leggi Tutto

I Caduti di Baricella nella “Grande Guerra” 1915-1918. Paolo Antolini

Seconda Parte della  ricerca storica  dello studioso locale Paolo Antolini, condotta su documenti d’archivio, in Baricella e a Bologna, integrata da numerose fotografie di persone e luoghi di guerra.

Trattandosi di opera complessa con parti fotografiche non trasferibili sul sito, abbiamo inserito qui  i capitoli, con tutte le  informazioni  e dati sui prigionieri di guerra e su tutti  gli uomuni   di Baricella richiamati , distinti per classi di leva e con indicazioni sulla loro destinazione e sorte.

Per leggere i testi, clic su Allegati-

*NB. Allegati ora non più leggibili per impedimenti tecnici. Contattare l’autore

Ezio Villani. Da Galliera alla Costituente. Biografia in un libro

Mancava ad oggi un lavoro complessivo volto a ricostruire sia il percorso formativo sia il contributo dato
da Ezio Villani (Galliera (BO), 1892 – Roma, 1955) alla politica italiana, nel periodo che va dal primo dopoguerra agli anni del Centrismo. Personaggio non di primo piano, se paragonato ai grandi attori della storia nazionale del Novecento, il socialista Villani è però stato testimone, ed anche protagonista, di molte vicende nazionali del secolo appena trascorso. Giovane dirigente della Camera del Lavoro di Ferrara, convinto antifascista vessato dal regime di Mussolini, al termine della lotta di Liberazione combattuta nellaBrigata Matteotti partecipò ai lavori dell’Assemblea Costituente, prima nelle file del Partito socialista poi in quelle
del Partito socialista dei lavoratori italiani.  In quel consesso l’on. Villani si distinse per alcuni interventi in materia di rapporti economici e tutela del lavoro dai quali emerge chiaramente la volontà  del deputato socialista di dare compiuta realizzazione a quel precetto, contenuto nella Carta repubblicana, che affida ancora oggi allo Stato il compito di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà  e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

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Anselmo Colzani, un baritono, da Budrio al Metropolitan di New York

– Mercoledì 29 giugno 2011 – alle ore 21,15
a
Budrio  ARENA CINEMA, via Marconi, 4
Presentazione del libro
La forza del destino
di
Daniele Rubboli-  Bongiovanni Editore Bologna
dedicato alla carriera del
baritono Anselmo Colzani
(1918-2006)
con proiezioni video e audio. Ingresso Libero

Il libro, che si legge come un romanzo, non concede nulla alla agiografia, ma porta
per mano il lettore a conoscere prima di tutto l’Uomo Anselmo
Colzani, figlio di quella piccola città della provincia di Bologna,
Budrio, celebre nel mondo per le ocarine,
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Terremoti a Cento, dal 1280 ad oggi. Ricerca di Giuseppe Sitta

TERREMOTI A CENTO dal 1280 al 1937
– Mentre sono ancora in corso i lavori per la ricostruzione o restauro di tanti edifici pubblici e privati colpiti dai terremoti del 20 e del 29 maggio 2012,
che hanno sconvolto Cento e una vasta area
modenese-ferrarese-bolognese circostante, riteniamo di utile informazione pubblicare questa ricerca storica del prof. Giuseppe Sitta di Cento
Libera riduzione dalle cronache del conte Bartolomeo Filippo Chiarelli,
Antonio Orsini, Leonida Pirani e Didaco Tangerini.

1280Si eclissò il sole e dopo fecesi sentire un gagliardo terremoto, che spaventò
il popolo, per due ore restò eclissato il sole, videsi la luna di color nero e piovè¨ per due mesi consecutivi, fu un freddo eccessivo,la brina seccò le viti da cui ne derivò penuria di vino.
1364 Fecesi sentire un gran scuotimento della terra e si rese così strepitoso che pareva crollassero gli edifici. A scossa sì orribile si spaventarono i Centesi, tutti gridavano, piangevano, esclamavano Pietà , pietà , Signore, correvano qua e là , che sembravano forsennati. Cessò lo scotimento e nulla altro di male arrecò che
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Paolo Galeati, tipografo di Imola. Margherita Goretti

PAOLO GALEATI – TRA LA POLITICA E L’ARTE TIPOGRAFICA
L‘Imola in cui nacque Paolo Galeati era una tipica cittadina della Romagna di meno di diecimila abitanti, con le case addensate sui due lati della via Emilia e chiuse nella cerchia intatta delle antiche mura, che tale doveva restare fino ai primordi del nostro secolo.
Fra la popolazione si distinguevano numerosi nobili, i più facoltosi dei quali possedevano un palazzo in città , e terreni con villa, o almeno una casa padronale, nel contado; un clero ancora numeroso nelle sue varie ramificazioni, e benestante, benchè le sue proprietà  avessero subito ampie falcidie durante il periodo napoleonico, a vantaggio soprattutto della classe nobiliare e possidente; un ceto di mercanti, di curiali, di medici, di proprietari terrieri non nobili, insomma, di persone esercitanti libere professioni o impieghi, che godevano al pari dei nobili di un certo grado di istruzione e di abilità non manuali, al di sotto dei quali c’era il ceto più numeroso degli artigiani, dalle gradazioni infinitesime, passandosi da chi stava vicino a coloro, che oggi diremmo borghesi; agli operai, che spesso cadevano
nella condizione di disoccupati. Frequente era poi il caso di proprietari terrieri che si dedicavano agli impieghi pubblici o alle libere professioni o a qualche attività  commerciale o artigianale, per incrementare i propri insufficienti redditi agrari.

Tale Leggi Tutto

C’era una balena fossile sull’Appennino bolognese

Domenica 11 maggio 2008 a Gorgognano  di Pianoro , alle ore 16 Inaugurazione della scultura dedicata alla Balena della Val di Zena L’iniziativa, curata dal G.A.L. BolognAppennino, prevede l’inaugurazione della scultura dedicata alla balena della Val di Zena, che sorge nel punto esatto dove, circa 2 milioni di anni fa durante il Pliocene, una balenottera si è spiaggiata. Nell’anno 1965 è stato ritrovato lo scheletro del Cetaceo fossile, il cui originale è esposto nel Museo di Geologia e Paleontologia Giovanni Capellini della Università di Bologna. Le dimensioni della scultura che verrà inaugurata sono quelle esatte della balena (circa 9 metri di lunghezza).
Introdurranno l’evento: Simonetta Saliera, sindaco di Pianoro, Tiberio Rabboni, assessore Regione E R  Andrea Marchi, Presidente Comunità Montana – Cinque valli bolognesi , Remo Rocca, Presidente Gal BolognAppennino, Giulio Ghetti, Fondazione Carisbo, Gianbattista Vai, Direttore Museo Capellini, Università di Bologna, Carlo Sarti, Dirigente-Curatore Museo Capellini, Università di Bologna –
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Il “Porto” di Malalbergo. Giulio Reggiani

Non si conosce con precisione l’anno
di costruzione della Chiusa di Casalecchio, forse
l’opera idraulica più¹ importante della città di Bologna in
epoca medioevale, ma la si può collocare con certezza verso la fine
del XII secolo (1); il progetto globale dei Ramisani, però,
presupponeva, oltre al percorso fluviale cittadino,
anche un successivo prolungamento verso nord, ma soltanto per un
tratto di pianura, pur se abbastanza consistente, cioè fino al
limitare delle persistenti zone vallive attigue al Reno (2).
Questa idea fu quindi conseguentemente attuata ed ampliata dal
Senato Bolognese negli anni successivi; infatti durante ben
due secoli, il Duecento ed il Trecento, i lavori di
allungamento del Canal Naviglio, tendenti ad una
cosiddetta “via d’acqua unica” verso Ferrara,
portarono ad una stabilità di comunicazioni mercantili fra le due
città: già nel 1271 era possibile la navigazione interna fra
Bologna e Venezia, come dimostra il passaggio in quell’anno delle
truppe
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