L’epidemia di colera del 1855 fu la più disastrosa del secolo per la pianura bolognese, e quella che causò più vittime a Castello d’Argile e dintorni; ma non fu né la prima né l’ultima tra quelle note della storia locale, dalla peste del 1630 alla “spagnola” del 1918. Partiamo dal “Cholera morbus”, detto anche “colera asiatico”, del 1855, e da Castello d’Argile, perché ne abbiamo trovato maggiore documentazione, per una ricerca specifica.
Già a Bologna e “appodiati” (o frazioni), e nei comuni della provincia, tra maggio e giugno di quell’anno era scoppiata una epidemia che si faceva di giorno in giorno più grave e diffusa. In Argile, a luglio, la popolazione ne era ancora indenne, tanto che il consiglio comunale si riunì (ma con i soli 6 consiglieri qui residenti, assenti gli “esterni”) per deliberare di vari argomenti, anche ameni, come l’istituzione di una scuola di musica per istruire un gruppo di giovani all’uso di strumenti musicali “nella massima di poter riuscire a decoro delle sacre funzioni”.
Ma il 6 agosto dovette subito riunirsi la “Deputazione di sanità” appena costituita, perchè il colera aveva fatto la sua prima vittima locale, una donna di 49 anni. Dopo poche ore era morto anche
Cholera morbus a Bologna 1855
1855 Cholera morbus. Società e salute pubblica nella Bologna pontificia. Dalla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio una bella e documentata mostra del 2010. Si può rivedere e rileggere oggi online, al tempo del COVID-19, e fare i dovuti confronti e riflessioni dal passato al presente
“Bologna, estate del 1855: una terribile epidemia di colera causa 4000 morti in pochi mesi. La città è sotto choc, in migliaia fuggono nelle campagne, mentre il Municipio tenta di fronteggiare la diffusione del morbo aprendo lazzaretti e Uffizi di Soccorso, ma sarà quasi tutto inutile: il colera era una malattia misteriosa, di cui non si sapeva nulla e tutte le terapie risultarono inefficaci. La Biblioteca dell’Archiginnasio racconta l’epidemia con una mostra, basata per lo più su proprio materiale, ma anche su documenti dell’Archivio Storico del Comune e della Società Medica Chirurgica. La Deputazione Straordinaria di Sanità, appositamente creata per gestire l’emergenza, dovette affrontare problemi enormi, dalla cura dei tantissimi malati, al seppellimento di migliaia di cadaveri. Cercò di attuare provvedimenti per fermare il contagio, ma non si sapeva che il vibrione del colera, non ancora scoperto, si diffondesse in particolare attraverso le acque dei pozzi e dei canali contaminate dai liquami infetti. L’acqua, per secoli la grande ricchezza di Bologna, si trasformò in strumento per diffondere la morte.
Storia e Memoria di Bologna. Iniziative e filmati inediti online per il 75o anniversario della Liberazione
L’emergenza epidemiologica Covid-19 ha reso impossibile, per la prima volta nella storia repubblicana italiana, celebrare nelle piazze e negli spazi pubblici il 75° anniversario della Festa della Liberazione. L’Istituzione Bologna Musei, attraverso l’area disciplinare Storia e Memoria, ha quindi predisposto un ricco programma di iniziative online, partecipando al programma ufficiale delle Celebrazioni predisposto dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna utilizzando le tecnologie digitali come mezzo fondamentale per la conservazione, condivisione e trasmissione attiva della memoria. Inoltre, il Museo civico del Risorgimento a seguito della sospensione dell’apertura al pubblico, propone un palinsesto di nuovi contributi video e dirette streaming dedicate alla Resistenza partigiana visibili sulla sua pagina Facebook. Per cinque giorni, fino a sabato 25 aprile, anniversario della Liberazione nazionale, le voci di operatori museali, storici e giornalisti si alternano per ripercorrere vari aspetti delle lotte che portarono alla liberazione dalla dittatura nazifascista nel territorio bolognese. Al termine
Emozione barocca. Il Guercino a Cento. Mostra online
Visita virtuale della mostra “Emozione Barocca. Il Guercino a Cento” #laculturanonsiferma. È questo lo slogan che sta muovendo la cultura nel nostro paese da quando il Covid19 ha cambiato le nostre vite. Anche l’amministrazione di Cento sta lavorando in questa direzione, con la consapevolezza che nei momenti di grande difficoltà non bisogna arrendersi, ma occorre saper trovare nuove strade con nuovi strumenti. Si è quindi rivolta a Photoactivity, una realtà centese che vanta realizzazioni virtuali di grandissima importanza come la biblioteca dell’Istituto dei Beni Culturali e il MAGI900. Il progetto è andato avanti nonostante tutte le difficoltà derivate dalle disposizioni restrittive della mobilità, con riprese dal vivo attuate con le necessarie precauzioni, tanto lavoro a distanza, confronti, revisioni fino alla conclusione. L’operazione permetterà a tutti coloro che non hanno potuto visitare la mostra “dal vivo” di godere delle opere del Maestro centese, rimanendo comodamente seduti sul divano di casa da tutti i paesi del Mondo.
Sarà possibile visitare i luoghi e le opere che sono stati protagonisti della mostra “Emozione Barocca. Il Guercino a Cento”.
La mostra è visitabile al link: https://www.guercinoacento.it/mostra-guercino-a-cento/
21 aprile 1945 : Bologna libera
In occasione del 75° anniversario della Liberazione di Bologna (21 aprile 1945) e dell’Italia (25 aprile 1945) riproponiamo alcune immagini selezionate per un lezione su “Fascismo, guerra e Liberazione” tenuta nella scuola elementare di Cento e conservate nell’ Archivio immagini di questo sito, un nostro articolo pubblicato lo scorso anno, e due filmati inediti pubblicati recentemente e visibili online:
– https://www.pianurareno.org/new/2019/04/22/21-27-aprile-1945-bologna-e-tutto-il-nord-italia-finalmente-liberati/
– https://www.pianurareno.org/new/album-immagini-pianurareno-org/nggallery/immagini-pianura-reno/LLiberazione-di-Bologna-e-d’Italia
– https://www.pianurareno.org/new/album-immagini-pianurareno-org/nggallery/immagini-pianura-reno/La-Liberazione-di-Bologna-e-d’Italia—2
– https://www.youtube.com/watch?v=C7VUCnfVFP8&feature=share&fbclid=IwAR1-KL2XW0UkUDklQhd5JTZcy6hfe4pAn8bg1gIR3F0SZxVrb9YpcoVgZzs
La Liberazione di Bologna – filmato di Luciano Bergonzini girato il 21 aprile 1945
– https://video.repubblica.it/edizione/bologna/the-forgotten-front-il-doc-con-immagini-inedite-della-resistenza-a-bologna/358428/358985?fbclid=IwAR387x38SgubPMamSUYpVB4o3lW-V-UmeQMC4MvE5O_Mb8wR5ZAvm2Je288
“The Forgotten Front”: il doc con immagini inedite della Resistenza a Bologna
Un nuovo film con preziosissimi materiali d’archivio inediti per celebrare il 75° anniversario della
Le collezioni del Museo Civico Archeologico di Bologna on line
Le raccolte del Museo Civico Archeologico di Bologna si sono accresciute a partire da un primo nucleo formato dalle collezioni dell’Università di Bologna (collezioni Aldrovandi, Cospi, Marsili, Lambertini), successivamente arricchite dall’eccezionale raccolta del pittore bolognese Pelagio Palagi acquisita dalla città nel 1861. Di lì a poco iniziò la fortunata stagione degli scavi urbani, inaugurata nel 1869 con la scoperta delle tombe etrusche presso la Certosa, a cui seguirono anni di importanti rinvenimenti nella città e nel territorio circostante. Attualmente le collezioni del Museo vantano circa 200.000 opere, suddivise in sezioni che in parte mantengono ancora i criteri espositivi e l’ordinamento originali.
“ETRUSCHI. VIAGGIO NELLE TERRE DEI RASNA” in VIDEO
La complessa situazione sanitaria nazionale non permette attualmente di dire quando potremo riaprire la mostra, la cui chiusura è prevista per il 24 maggio. Vi segnaliamo però che è possibile vedere, grazie ad un documentario girato da Lepida TV, una presentazione del museo e della mostra ad opera delle archeologhe del Museo Laura Minarini e Marinella Marchesi.
Grazie a IBC EMILIA – ROMAGNA; Assessorato alla Cultura Regione Emilia Romagna e LepidaScpA che hanno promosso e reso possibile la realizzazione del filmato http://lepida.tv/video/museo-archeologico-di-bologna
Papa Paolo III da Ferrara a Bologna, passando per Malalbergo.
Il viaggio da Ferrara a Bologna di Papa Paolo III sulla via d’acqua – Correva l’anno 1543
– Testo di Dino Chiarini-
Papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, era nato a Canino (VT) il 29 febbraio 1468 e fu il 220° papa della Chiesa Cattolica; salì al soglio pontificio nel 1534 e vi rimase fino alla morte, avvenuta a Roma il 10 novembre 1549. Già ordinato Cardinale da papa Alessandro VI nel 1493, nel dicembre del 1532 ebbe l’alto incarico di accompagnare l’imperatore Carlo V d’Asburgo nel suo ingresso a Bologna per l’incontro con l’allora papa Clemente VII.
I suoi rapporti con Ercole II, duca di Ferrara, furono ottimi, soprattutto dopo l’accordo stipulato il 21 gennaio 1539 riguardante il censo dovuto alla Santa Sede. Da Pontefice, operò numerose visite pastorali: in una di queste, partito da Roma il 26 febbraio 1543 e diretto in Emilia, arrivò in aprile a Modena, raggiungendo poi Parma, quindi Piacenza e dal 15 al 19 aprile tornando di nuovo a Parma. Qui gli giunse l’invito dalla nobile casata degli Este di visitare Ferrara; partì da Brescello il 21 aprile a bordo di un bucintoro e solcando le acque del Po arrivò nelle vicinanze di Bondeno, dove l’aspettava il duca di Ferrara con sessanta carrozze.
Ercole II condusse l’ospite nel bellissimo Palazzo del Belvedere, dove il Papa trascorse la notte. Il mattino seguente
Torta di riso alla bolognese o alla ferrarese?
Torta di riso alla bolognese e torta di riso alla ferrarese. Dove sta la differenza? Ricette e ricerca storica di Giulio Reggiani e Roberto Cacciari
– Introduzione-
Già da svariati anni intendiamo proporre ai nostri (affezionati?) lettori un piatto conosciuto ed apprezzato del territorio di Poggio Renatico; ma tale piatto deve avere una tradizione legata a questo territorio ed anche un passato “autentico”. Non abbiamo mai derogato da questa nostra linea: infatti nei Quaderni poggesi abbiamo sempre puntato ad una visione “storicistica” della gastronomia nostrana, con cibi che dovevano avere un retroterra storico-cultural-localistico; piatti però ancora in auge tutt’oggi ed anche – e noi diciamo sicuramente – con un “futuro dietro le spalle”. Siccome abbiamo sempre puntato la nostra attenzione su alimenti “consistenti”, cioè costitutivi essenzialmente di “primi” o “secondi” piatti, stavolta vogliamo proporre ai nostri (affezionati?) lettori qualcosa che quasi sempre va a chiudere pranzi e cene: il dolce. Ci sono svariati dolci locali che hanno un passato centenario, anzi diremmo pluricentenario: fra questi ne abbiamo scelto uno che s’inquadra molto bene nella tradizione poggese:
Bologna racconta, storie e opere dei suoi musei
Bologna racconta è la rubrica con cui TRC Bologna è andata alla scoperta di personaggi, luoghi, opere di Bologna, proposti attraverso le immagini, ma soprattutto le parole, di storici, esperti e referenti di musei, biblioteche e dimore antiche. Un viaggio nella storia attraverso i luoghi di Bologna ed alcuni oggetti simbolo in essi conservati, a cura di Alessio Bellodi (regista) e Giada Guida (giornalista). Proponiamo qui di seguito il link per vedere le 4 puntate registrate all’interno di alcune sedi dell‘Istituzione Bologna Musei con l’elenco degli oggetti simbolo scelti da ciascun museo per rappresentare le proprie collezioni permanenti, nel contesto storico e culturale della città e del territorio.Un ringraziamento speciale alla redazione di TRC Bologna per la gentile concessione.
– Il Museo del Patrimonio Industriale.La fornace Galotti, il mulino da seta “alla bolognese”, la macchina ACMA 713
– Il Museo Davia Bargellini. La Madonna dei denti di Vitale da Bologna e la berlina da gala
– Il Museo Civico Medievale. Il monumento funebre di Giovanni d’Andrea, la statua di Bonifacio VIII e il San Pietro Martire di Giovanni di Balduccio
– Il Museo Civico Archeologico (collezione egizia). Il set funerario di Usai, il sarcofago di Ibi, la statua di Uahibra
http://www.museibologna.it/articoli/49899/offset/0/id/101897
Museo della comunicazione Pelagalli online
Un tour virtuale apre le porte di uno dei musei didattici più interessanti del Paese, dal 2007 patrimonio culturale dell’UNESCO, che ogni anno ospita scolaresche da tutte le regioni italiane. Nell’impossibilità di muoversi da casa, gli studenti potranno visitare la straordinaria collezione di oggetti raccolta negli anni da Giovanni Pelagalli, ideatore e fondatore del museo. Nato nel 1989, il Museo della Comunicazione e del Multimediale Giovanni Pelagalli di Bologna, mette a disposizione del pubblico più di 1500 pezzi, tutti perfettamente funzionanti,. Uno straordinario patrimonio che racconta la storia dei mass media e della riproduzione musicale, a partire dal 1760.
Attraverso le diverse sezioni in cui si articola lo spazio espositivo si dipana il racconto, rigorosamente scientifico e cronologico, della storia della comunicazione audiovisiva dal XVIII secolo ad oggi. La prima sezione è interamente dedicata alla radio e al suo inventore, il bolognese Guglielmo Marconi di cui si conservano anche oggetti personali, scritti e fotografie. E poi grammofoni, dittafoni, fonografi a rullo e organi musicali, fino ad alcuni esemplari unici di juke-box, ai prototipi dei telefoni (a cominciare da quello di Antonio Meucci), alle lanterne magiche ottocentesche, ai computer degli anni ’80.