La religiosità nell’antica Roma: dalla tolleranza alle persecuzioni

La religione a Roma
– Note riassuntive della religiosità  romana, dai tempi iniziali della molteplicità  di divinità pagane nella Repubblica a quelli dell’Impero, fino alla adozione della religione cristiana come unica ammessa e autorizzata, prima da Costantino(313 d.C.) poi da Teodosio (390d.C.)-
Dalla News letter di Francesc Cervera – Redattore di Historia National Geographic
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la religione romana non fu mai omogenea, anzi: a partire dal periodo repubblicano nell’Urbe coesistette una moltitudine di divinità, sia locali sia straniere. Per questo ogni cittadino viveva la spiritualità a modo proprio, a seconda delle sue origini e preferenze.
Seguendo l’esempio greco, i romani tendevano a equiparare le divinità straniere alle proprie. Iniziarono con l’adozione del panteon greco, con Zeus in testa, e arrivarono ad appropriarsi di divinità sconosciute come quelle degli egizi e dei celti. Curiosamente, questa assimilazione funzionava in entrambi i sensi: le dottrine straniere venivano accettate come parte di quella romana, cosicché in epoca imperiale, ad esempio, il culto di Iside soppiantò ampiamente quello di Venere, una dea con la quale era identificata ma che offriva meno ricompense ai suoi fedeli.
Nonostante questa mescolanza, ci furono sempre alcune divinità considerate propriamente romane e venerate dallo stato. Durante la repubblica i dodici dei dell’Olimpo erano i principali protettori di Roma, e sul Campidoglio fu costruito un grande tempio dedicato alla triade formata da Giove, Giunone e Minerva, detta appunto la triade capitolina.

Questo culto ufficiale fu poi esteso a una serie di imperatori e imperatrici divinizzati a partire da Augusto, così che il culto imperiale divenne la religione ufficiale dei romani: una serie di riti che tuttavia non escluse mai il culto degli dei locali a titolo personale.

Questa capacità d’integrazione e tolleranza fu ovviamente uno dei pilastri del successo della romanizzazione, che garantiva la libertà di culto a patto che l’imperatore e gli dei romani venissero onorati (anche se nella loro variante locale). In realtà, i peggiori conflitti religiosi si verificarono solo a contatto con le religioni monoteiste, quando per esempio l’ebraismo risultò il principale ostacolo al controllo romano della provincia di Giudea.
Il cristianesimo pose un’altra seria sfida alla concordia religiosa dell’impero, perché negava la divinità degli imperatori, e sebbene fosse severamente represso, riuscì ad affermarsi come vincitore, rendendo il sovrano un semplice subordinato di Cristo a partire dal IV secolo.

Questa flessibilità si applicava anche alle istituzioni religiose romane, i cui membri servivano da sacerdoti come trampolino di lancio per le loro carriere politiche. Ne è un esempio il caso di Giulio Cesare il quale, pur avendo vinto il voto per diventare pontefice massimo, non rinunciò alle cospirazioni e alle conquiste.
Un mondo a parte erano naturalmente i culti orientali, i cui membri si dedicavano interamente alle loro divinità, cosa insolita nel mondo greco-romano.

Allo stesso tempo, e a prescindere dalla religione ufficiale, il mondo antico credeva nell’esistenza di geni e spiriti minori legati a tutti gli aspetti della vita, ed era consuetudine pregarli prima d’intraprendere qualsiasi azione. Così, sia nelle case sia nelle botteghe, i romani costruivano piccoli altari chiamati lararia, dove offrivano sacrifici all’inizio della giornata per assicurarsi la protezione di queste divinità minori.

Questo culto familiare si basava soprattutto sull’adorazione degli antenati, che dall’Ade potevano proteggere i discendenti allontanando gli spiriti maligni o rendere la loro vita infelice se non ricevevano il giusto rispetto. Questo si estendeva anche alla cura delle loro tombe, attorno alle quali si tenevano una volta all’anno le parentalia, feste in cui la famiglia mangiava vicino alla tomba, riservando un piatto al defunto.

Un altro aspetto interessante di questo mondo spirituale erano la magia e le maledizioni, una serie d’incantesimi attraverso i quali si potevano invocare dei demoni per attaccare i nemici o manipolare la volontà di qualcuno con filtri amorosi. Questi incantesimi venivano solitamente iscritti dai maghi su tavolette di piombo che venivano nascoste nella stanza o nella casa della vittima, e molte di esse sono state successivamente recuperate dagli archeologi in siti come Pompei.
Infine, sebbene non facesse parte di alcuna religione, esisteva anche la credenza nell’oroscopo: il tema di nascita di ogni persona ne segnava il destino per tutta la vita. Ereditata dagli egizi, questa credenza era importante anche nel mondo romano.

News letter di Francesc Cervera – Redattore di Historia National Geographic

Sabato 31 agosto 2024 / Per rimanere aggiornato e ricevere gli articoli di Storica direttamente sulla tua email, iscriviti QUI https://www.storicang.it/newsletters

* NOTE AGGIUNTIVE SULLE PERSECUZIONI DI CRISTIANI
(Da https://it.wikipedia.org/wiki/Persecuzione_dei_cristiani )
La persecuzione di Nerone, riportata anche da Tacito, scoppiò nel 64 quando i cristiani furono accusati di avere appiccato il Grande incendio di Roma che distrusse gran parte della città. In questa persecuzione furono uccisi gli apostoli Pietro e Paolo.

Nei successivi due secoli e mezzo il cristianesimo rimase sempre formalmente una religione illecita punibile con le massime pene: i suoi fedeli venivano accusati, in particolare, di empietà in quanto si rifiutavano di compiere i sacrifici, obbligatori per legge, agli dei della religione romana ufficiale. Rispetto a questa il cristianesimo appariva una forma di “ateismo”, in quanto rinnegava ogni divinità tradizionale; si trattava quindi di una minaccia alla pax deorum ed alla stessa autorità dell’imperatore che doveva garantirla. Altri vi vedevano una superstitio, cioè una devozione irrazionale venata di magia, come altre che erano parimenti perseguitate o lo erano state. La volontà di liquidare il Cristianesimo considerato una “deleteria superstizione”, emerge comunque dalla testimonianza di Plinio il Giovane che, in relazione alle persone accusate di essere cristiani e interrogate sotto tortura, scrive: «se perseveravano, ordinavano che fossero messi a morte».

Tuttavia fino al 250 non furono ricercati attivamente: questo consentì la diffusione del cristianesimo, ma in comunità semiclandestine che, anche per le particolari norme morali e familiari, erano oggetto di una accesa intolleranza popolare. Le persecuzioni consistevano per lo più in attacchi violenti, più o meno assecondati dalle autorità locali, verso i cristiani fatti capri espiatori di qualcosa.

Salito al trono in un periodo di grave crisi per l’impero, Decio nel 250 volle invece costringere ogni cittadino dell’impero, pena la morte, a professare devozione agli dèi pagani ed implicitamente all’imperatore, in primis i cristiani che erano ormai molto numerosi, soprattutto nelle regioni orientali dell’impero. Molti furono i martiri, ma molti di più furono i lapsi che cedettero alla forza. Anche la persecuzione di Valeriano si concluse in tempi brevi, ma si caratterizzò per l’attacco mirato ai leader delle comunità ed ai loro beni, segno della floridità economica acquisita. Partita nel 303 sulla stessa linea, la “grande persecuzione” voluta da Diocleziano diventò violenta nel 304, ma non in tutto l’impero. Fu proseguita principalmente da Galerio fino al 311. Lo stesso Galerio, con l’Editto di tolleranza, e Costantino I con l’editto di Milano del 313 ordinarono la cessazione delle persecuzioni, che tuttavia ebbero ancora strascichi con Licinio

Le stime sul numero complessivo di cristiani uccisi si basano principalmente su fonti agiografiche del tempo e sono quindi materia di dibattito tra gli studiosi: si ritiene comunque che le vittime siano state migliaia…..
…….

** Altro capitolo meriterebbe anche la storia delle persecuzioni inflitte da cristiani ai pagani e ad altri cristiani ritenuti eretici nei secoli successivi, sfociate anche in vere e proprie lunghe guerre di religione.
Da scrivere successivamente (ndr)

Foto 1

Roma dai resti dei templi pagani al cupolone della Basilica di S. Pietro

https://www.skuola.net/storia-antica/roma-antica-riassunto.html

Foto 2

Augusto imperatore nelle vesti di Pontefice Massimo_Labicana.

Foto 3

Mosaico raffigurante l’Imperatore Costantino e la madre Elena, convertiti al cristianesimo , e fautori dell’Editto che nel 313 rendeva libero il culto di Cristo.