Continuano le serate dedicate al Monumento ai Caduti di Castello d’Argile, che nel 2024 compirà cento anni! Dopo la serata curata da Enrico Talassi, accompagnato dalla Corale Santa Cecilia, il 12 settembre 2023 in piazza alle ore 20.45 Angelo Cocchi e Simone Cortesi, racconteranno la storia della piazza di Castello d’Argile e del suo monumento e ci faranno scoprire altre storie che proprio in questa piazza hanno preso vita. Sarà anche l’occasione, grazie alla presenza del gruppo di restauratori, per osservare da vicino il lavoro di restauro del monumento, concluso da poco tempo, che ha riportato all’iniziale splendore questa statua che, da quasi cento anni, custodisce e osserva la piazza di Castello d’Argile.
Il Monumento ai caduti di Argile – Cenni di storia
La prima proposta di costruzione di un monumento “ricordo marmoreo in onore degli argilesi caduti in guerra” fu approvata ufficialmente il 25 maggio 1922 dal consiglio comunale di Castello d’Argile, allora costituito da socialisti e presieduto da Attilio Gadani, pochi mesi prima della marcia su Roma e della instaurazione del regime fascista. La realizzazione avvenne due anni dopo, quando era sindaco Primo Cortesi, con il concorso di tutta la popolazione e di tutte le Associazioni locali allora esistenti, chiamate a contribuire alla spesa.
L’incarico per la progettazione e la costruzione fu affidato dal sindaco Cortesi allo scultore bolognese Armando Minguzzi, già noto per le sue opere .
Il bozzetto da lui presentato ebbe il parere favorevole dell’esperto d’arte prof. Lino Sighinolfi.
I lavori ebbero inizio nell’ottobre 1923, con la preparazione del basamento in marmo “di Rezzano”, eseguito a Bologna. Minguzzi modellò poi la “lupa di Roma” in atto di allattare i gemelli Romolo e Remo, simbolo mitologico caro all’ideologia allora imperante; infine modellò il “fante”, a ricordo di ogni soldato caduto nella prima guerra mondiale.
Le statue della “lupa” e del “fante” furono fuse in bronzo nella fonderia di Primo Capecchi a Pistoia.
L’inaugurazione del monumento avvenne il 26 ottobre 1924 con una imponente cerimonia alla quale parteciparono Dino Grandi (allora sottosegretario agli interni), il generale Ugo Sani (comandante di Corpo d’Armata) e numerosi gerarchi, autorità e cittadini di altri paesi, tanto da riempire due treni speciali (il “vaporino” della linea ferroviaria Bologna – Pieve di Cento). Venne anche il figlio tredicenne dell’autore del monumento, Luciano Minguzzi, oggi scultore famoso.
Sulle facce del basamento furono incisi i nomi degli argilesi morti per cause di guerra tra 1915 e 1918, distinti tra i caduti in combattimento (41) e i morti per malattia (30, anche in anni successivi) o dispersi (9).
Nel 1947, dopo la Liberazione, la nuova amministrazione comunale presieduta dal sindaco Renato Melega , provvide a restaurare il monumento e ad aggiungere nuove lapidi con i nomi dei soldati morti nel corso delle guerre coloniali del 1935-38 e della Seconda Guerra mondiale (36, tra cui 15 “dispersi”) , distinti dagli 8 “Morti per la libertà” argilesi, combattenti nella Resistenza e oppositori del regime fascista come Attilio Gadani, uccisi nel 1944-45, e i 4 morti civili a causa del bombardamento del 21 aprile 1945.
L’amministrazione comunale in carica nel 1996 , presieduta dal sindaco Loris Muzzi, ha ritenuto opportuno procedere ad una ulteriore pulizia e opera di manutenzione e conservazione dei materiali intaccati dal tempo, aggiungendo anche alcuni nomi di giovani partigiani argilesi di cui si era avuta notizia solo in epoca recente.
*Testo di Magda Barbieri, tratto dal depliant del Comune di Castello d’Argile in occasione della presentazione dei lavori di pulizia e manutenzione eseguiti nel novembre 1996, con mostra di documenti storici sull’argomento.
** In foto 1 il monumento al centro della piazza, e 2 il bozzetto del monumento disegnato da Armando Minguzzi.
Sotto. gli elenchi dei caduti nati o residenti nel Comune di Castello d’Argile nella prima guerra mondiale, riportati nelle pagine 246-249 del vol. II de “La terra e la gente di Castello d’Argile e Venezzano, ossia Mascarino” 1994, di Magda Barbieri.
*** Altre informazioni sulla costruzione del monumento sono leggibili a pag. 275-278; e sui morti a causa della seconda guerra mondiale a pag. 347-351 dello stesso volume sopra indicato