Palazzo Zambeccari, o del Conte, a Bagno di Sala bolognese. Cenni di storia
In occasione delle aperture FAI 2023
Palazzo Zambeccari si erge nella pianura bolognese come una imponente costruzione circondata da campi e argini, alla confluenza del fiume Reno con il suo affluente Samoggia. La struttura della metà del cinquecento, circondata da alberi, è disposta su tre piani a pianta rettangolare con quattro torri angolari. A poca distanza dal palazzo, come un borgo medievale, si trovano alcune case coloniche e un oratorio dedicato a Sant’Antonio con un piccolo campanile a vela.
Questo prestigioso edificio venne edificato durante la seconda metà del XVI secolo da Francesco Tossignani ed acquistato dalla famiglia nobiliare Zambeccari nel 1675. Un disegno del 1575 lo mostra un palazzo circondato da mura e da un piccolo borgo di case coloniche e botteghe. Fino a qualche anno fa l’edificio era di proprietà della famiglia Fanti Melloni che lo ha lasciato alla Università di Bologna. I danni provocati dal sisma del 2012, le infiltrazioni di acque insieme all’abbandono in cui versava da decenni, hanno determinato il degrado degli affreschi che ha reso indispensabile il restauro dei dipinti murali e ha reso possibile ottenere elementi utili alla conoscenza storica.
Il palazzo disposto su tre piani presenta il piano nobile a cui si accede da uno scalone esterno centrale su cui si aprono il salone e le stanze di rappresentanza. Il salone con il grande camino colpisce per la dimensione e la ricchezza degli affreschi che decorano i soffitti a lacunari rettangolari con ricchi e sontuosi motivi floreali policromi e finti stucchi. I dipinti derivanti dalla scuola bolognese dei quadraturisti tardo 1600, mostrano finte architetture, immagini floreali, paesaggi e ritratti. I recenti restauri e relativi sondaggi hanno messo in evidenza dettagli pittorici e analogismi cromatici con i dipinti di Villa Angelelli Zambeccari nel comune di Argelato di Bologna e con le opere di Cesare Baglioni, artista che sembra aver partecipato alla realizzazione dei dipinti della Villa appartenuta allo stesso proprietario e a pochi chilometri di distanza. Il Baglioni, nato a Cremona nel 1550 e morto a Parma nel 1615, fu uno dei massimi esponenti del secondo manierismo parmense. Nel 1584 risultava residente a Bologna dove fu maestro di Girolamo Curti e amico di Annibale e Agostino Carracci.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
In mezzo alla pianura bolognese, tra distese di campagna coltivata a grano e circondata dagli argini sinuosi del fiume Reno,si erge una costruzione monumentale e superba: Palazzo Zambeccari, dalla gente del posto chiamato Palazzo del Conte.Quando imboccherete il viale di pioppi, sarete attratti dalla sagoma cinquecentesca e dalle quattro torri che svettano. Sarete affascinati dalla dimensione e ricchezza degli affreschi e dei soffitti sontuosi.E sarete incantati dalla sua storia, dalla raffinata pittura di uno dei più grandi manieristi emiliani, dal disegno settecentesco che lo mostra come un castello con le mura e il borgo di case, e, nel novecento, quando è stato un luogo di accoglienza per i bambini abbandonati raccolti da Padre Marella, il cui nome per tutti i bolognesi significa “santità”. Il FAI ha voluto aprire eccezionalmente questo luogo perché non vada perduta l’atmosfera fiabesca,il mistero delle sale come di una reggia, i preziosi affreschi ,l’ombra degli alberi giganti.
*Testo scritto da Gruppo FAI di Pieve di Cento. ** Visite a cura di Volontari FAI
*** NOTE storiche supplementari , collegate ai Zambeccari nel confinante comune di Castello d’Argile
Quasi dirimpetto al Palazzo Zambeccari di là dal Reno, sull’argine e riva destra del fiume termina una via del territorio comunale di Castello d’Argile che dal 1800 e a tutt’oggi porta la denominazione di Via Zambeccari; per voce popolare, detta anche “via del Conte”, o “via del passo del Conte”, in quanto appunto, partendo dal centro abitato di Castello d’Argile arrivava fino a questo Palazzo, grazie alla possibilità di attraversare il fiume con una barca. Questo collegamento era favorito anche dal fatto che la famiglia Zambeccari possedeva, tra 1600 e 1800, vasti terreni anche in comune di Castello d’Argile lungo questa strada.
Strada antichissima, presente nelle più antiche mappe del territorio e citata inizialmente con altre denominazioni. Originariamente via “di San Pier vecchio”, in quanto conduceva al primo centro abitato di “Argele” e alla prima chiesa di S. Pietro, che si trovava presso questa strada alla confluenza con la via Minganti e l’inizio di via Cappellana. Poi fu indicata come “via Mussolina” essendo parte di un percorso viario di direzione sud- nord (Bagno-Argile-Pieve) e poi verso ovest lungo la via Postrino che conduceva alla “muxolina” di Bagnetto e verso il centese, prima e dopo l’inalveazione del Reno tra Cento e Pieve nel 1460.
I parroci, nel 1700-1800, indicavano questa vasta area a sud-ovest del centro abitato del Castello come Quartiere di “Bisana superiore”.
Solo nella seconda metà del 1800, quando i Comuni cominciarono a dare denominazioni ufficiali stabili alle strade, questa fu chiamata “via Zambeccari” in omaggio a questa famiglia di possidenti nell’area.
I Zambeccari (così chiamati per la loro discendenza da un capostipite del 1200, “Zoan beccaro”, macellaio di bestiami arricchitosi poi anche con altre attività) erano diventati una delle famiglie “nobili” più importanti di Bologna, con vasti possedimenti in città e provincia; i loro membri avevano diritto ad un seggio nel Senato della Legazione di Bologna e portavano il titolo di Conti o di Marchesi.
Tra i discendenti che furono citati dalle cronache, si ricorda il marchese Francesco, che fu tra i primi a volare su un pallone aerostatico. Di lui si racconta che fece 3 voli e nel corso del secondo, nel 1804, partito da Bologna, fu spinto dal vento verso Argile e qui si abbassò e impigliò tra i rami di un albero; il suo compagno di volo cadde e si ferì seriamente; il marchese riuscì a librarsi di nuovo in volo e finì con un salvataggio fortunoso a Chioggia. Il suo terzo volo, nel 1812, fu meno fortunato, perché il suo pallone si incendiò subito dopo la partenza da Bologna e il marchese morì, a 62 anni, per le gravi ustioni riportate.
Suo figlio , il conte Livio Zambeccari (1802-1862), fu patriota e protagonista del Risorgimento italiano; fu combattente con Garibaldi e generale dell’esercito meridionale.
Nel corso della seconda metà del secolo 1800 le proprietà dei Zambeccari in Argile risultano divise tra vari eredi, della vedova di Francesco, e del marchese Costanzo; via via i fondi furono venduti o passati per via matrimoniale o ereditaria ai marchesi Spada.
*** Da : Magda Barbieri “Le strade di Castello d’Argile” Stradario storico toponomastico. 2008, pag 156-158
NB. In foto sopra : Mappa di Andrea Chiesa del 1742, che indica il percorso del Reno del tempo con ampia ansa tra Argile e Bagno di Sala bolognese ( prima del taglio con “drizzagno” del 1884-1887). A ridosso del fiume Reno, a sinistra, è indicato il Palazzo Zambeccari; oltre il Reno a destra, è tratteggiata la via Zambeccari.