Al MAF- Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di S. Bartolomeo in bosco
Nuova mostra estiva: “I mestieri delle acque (in arte)”.
E’ aperta dai primi di luglio fino al 2 ottobre una mostra di pitture dedicate alle acque del territorio ferrarese, a partire da un dipinto di Renzo del Greco, che rappresenta il paesaggio del nostro territorio prima dell’epopea della bonifica. Altre opere sono di Severo Pozzati (Sepo), Nino Zagni e Otello Ceccato, Paolo Volta. La mostra si articola attraverso una serie di suggestive e variegate esemplificazioni, opera di noti artisti ferraresi che si sono dedicati alla loro terra, anche in tempi diversi.
Il filo conduttore dell’esperienza espositiva, le acque, si collega alla grande epopea antecedente al gigantesco lavoro di bonifica che ha trasformato il territorio ferrarese e che trova nel MAF importanti testimonianze di cultura materiale.
Con “I mestieri delle acque (in arte)” si compie un salto a ritroso nel tempo, quando le antiche Valli di Marrara (nelle quali il MAF è ubicato), nell’alto ferrarese, erano pressoché simili alle valli del basso ferrarese. Queste ultime, nelle quali si viveva di un’economia prettamente valliva, sono illustrate in un dipinto di Renzo del Greco.
La medesima, non facile realtà economica è pure testimoniata nelle opere di Severo Pozzati (in arte Sepo), incentrate sulla Comacchio di un tempo (bimbo-pescatore e fiocinino). Grazie al pittore e disegnatore argentano Nino Zagni, la mostra documenta altre attestazioni di lavori di regolazione delle acque, come l’ottocentesca Chiavica Revedin, a Ferrara-San Luca, e la tardo settecentesca Chiusa o Travata Ganzanini, nei pressi del MAF. A monito del delicato equilibrio fra terra e acque, si propone il dipinto di Otello Ceccato sull’alluvione in Polesine del 14 novembre 1951. Quest’opera fa parte di una cospicua donazione che Eleonora Ceccato (figlia dell’artista) ha destinato al MAF e che viene esposta per la prima volta in questa struttura museale.
Tra lavoro e costante rapporto con le acque si rivelano i suggestivi pannelli di Paolo Volta, incentrati sullo studio di un mulino marchigiano che l’artista analizza artisticamente alla stregua di un antico perito agrimensore. Una mostra che si caratterizza per originalità tematica e scelta delle testimonianze artistiche e che certamente incontrerà il favore del pubblico.
*La mostra è aperta a tutti e gratuita ed è visitabile da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 e i festivi dalle 16.00 alle 19.00.
** Un video di presentazione curato da Corrado Pocaterra e Gian Paolo Borghi è visibile su https://youtu.be/LJ9L1CIDyms
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