Lepanto: la croce contro la mezzaluna
Il 7 ottobre del 1571 si ebbe la più grande battaglia navale della storia moderna. Oltre 400 galere e 200mila uomini si affrontarono in una battaglia più “terrestre” che navale, in cui l’artiglieria europea ebbe la meglio sulla marina ottomana.
Questa settimana ricorrono i 450 anni dalla battaglia di Lepanto, il combattimento navale in cui la flotta della Lega santa e l’impero ottomano si scontrarono per il controllo del Mediterraneo. Entrambe le parti si erano combattute per più di un secolo, ma questo evento segnò la vittoria definitiva dei cristiani.
Dopo un primo periodo di guerra provocato dall’espansione islamica, nel VII e VIII secolo le tensioni tra le due religioni si erano attenuate, fino a che la proclamazione della prima crociata nel 1095 tornò a risvegliare il conflitto sopito. Negli anni convulsi che seguirono i cristiani fondarono numerosi regni e principati in molte zone dell’Oriente, riconquistando e perdendo diverse volte Gerusalemme. Una delle conquiste più note (e avvenuta in modo meno ortodosso) fu quella condotta da di Federico II nel 1229, che scelse di muoversi con gli strumenti della diplomazia, suscitando le ire del papa Gregorio IX.
Anche dopo la conquista ottomana della città santa nel 1516, i cristiani rimasero comunque a presidiare numerose isole al largo delle coste africana, dell’Egeo e del vicino Oriente, che divennero così l’obiettivo primario dei turchi vittoriosi. La difesa di queste colonie isolate tramutò il mare nello scenario di una nuova guerra navale, che coinvolse tra l’altro la Spagna di Carlo V e le repubbliche marinare, Venezia in testa. Furono proprio lo sbarco dei turchi sull’isola veneziana di Cipro e l’assedio a Famagosta nel 1570 a scatenare la furia della Serenissima e a propiziare la creazione della Lega Santa, volta a porre fine una volta per tutte all’espansione ottomana.
Le flotte dei diversi Paesi alleati si riunirono nel porto di Messina, mentre i turchi raccoglievano la propria flotta in Grecia. Sotto il comando del figlio bastardo di Carlo V, don Giovanni d’Austria, le galere della Lega salparono per riscattare Famagosta, ma una volta giunti all’isola di Cefalonia ricevettero la tragica notizia: la roccaforte era caduta in mano nemica e il suo rettore Marcantonio Bragadin era stato incatenato a una colonna e scorticato vivo. Questo evento rischiò di troncare sul nascere la spedizione, perché gli spagnoli non avevano intenzione di arrischiare le proprie navi in una campagna senza senso.
Ma lo spirito da crociato di don Giovanni e la furia vendicativa dei veneziani s’imposero, e le due flotte si scontrarono nel golfo di Lepanto il 7 ottobre 1571.
La battaglia significò la distruzione completa dell’armata ottomana, che perse quasi duecento galere e i suoi comandanti e marinai più esperti, caduti in combattimento o presi schiavi. La progressiva disintegrazione dell’impero ottomano nei secoli a venire salvò le città cristiane da nuove incursioni a larga scala. Tuttavia gli attacchi corsari proseguirono sporadicamente fino al principio del XIX secolo, quando la minaccia fu sradicata da una serie di campagne condotte da Francia, Gran Bretagna e dai neonati Stati Uniti.
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Abstract da News letter di Storica- National Geographic
https://www.storicang.it/a/7-ottobre-1571-battaglia-di-lepanto_15348
7 ottobre 1571: la battaglia di Lepanto- L’ Articolo completo di Juan Carlos Losada 08 ottobre 2021 Su National Geographic