La piazza principale di San Giorgio di Piano 200 anni fa.
– Pillola di storia sangiorgese n. 4 a cura di Anna Fini-
Questa immagine della Piazza e della Chiesa Plebanale di San Giorgio è tratta da una litografia incisa da Enrico Corty e ci presenta questo luogo così come era circa 200 anni fa.
L’intitolazione “Piazza dell’Indipendenza” venne data nel 1863, nella festa dello Statuto Albertino, per ricordare e risaltare gli avvenimenti che portarono all’unità d’Italia; per quell’occasione la piazza era stata da poco ristrutturata per rendere più agevole ai sangiorgesi l’accesso alla stazione ferroviaria.
Non fu questa l’unica risistemazione della nostra piazza, anzi, diverse volte negli ultimi 200 anni vennero realizzati interventi per rispondere ad esigenze contingenti o per dare vita ad una particolare visione urbanistica del paese in linea con l’evoluzione dei tempi.
Il campanile presente nella piazza ha dunque potuto assistere, negli ultimi due secoli, a lavori per dissodare il terreno del cimitero, per realizzare un ampliamento ed allargare così l’area destinata a mercato, per rendere comodo l’accesso alla strada ferrata e alla via “del Bentivoglio, per la ripavimentazione, per costruire i giardini pubblici ed infine per riorganizzare la piazza chiudendola al traffico delle auto risistemando l’area verde ed il suo arredo complessivo.
Sono molti gli elementi che compongono la piazza ed in questa “pillola” potremo analizzarne soltanto alcuni, rinviando ad un prossimo appuntamento le altre informazioni che completano la descrizione del luogo e della sua storia.
Nella litografia si può ammirare la chiesa dedicata a San Giorgio Martire, ritratta nell’aspetto che aveva all’inizio del 1800, prima dei lavori di riedificazione iniziati nel 1829 per porre rimedio alle condizioni molto precarie in cui l’edificio sacro si trovava all’inizio del XIX secolo; i lavori proseguirono per alcuni anni e portarono alla realizzazione della zona del Presbiterio e dell’Altare maggiore, ma la ristrutturazione si interruppe, in quel periodo storico di mutamenti politici, per la mancanza di fondi e riprese solo dopo l’unità d’Italia, per essere poi inaugurata nell’autunno del 1867.
Di fianco alla chiesa vediamo il Campo Santo che nel 1801, in pieno periodo Napoleonico, venne soppresso con un decreto sovrano; la vecchia collocazione fu convertita a piazza del paese e la nuova edificazione del cimitero trovò posto in un podere di proprietà dell’Arciprete al di fuori dell’abitato di Castel San Giorgio. Questo trasferimento avvenne lo stesso anno in cui fu fondata la Certosa di Bologna e precedette di qualche anno l’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 nel quale si stabiliva che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati ed arieggiati, a distanza di almeno 200 metri dalle case.
Completiamo questa descrizione con il campanile d’origine quattrocentesca che ha avuto nel tempo varie ristrutturazioni: nel seicento fu allargato lo zoccolo di base e organizzata la cella campanaria, nel settecento fu realizzata la guglia a piramide ottagonale e la balaustra superiore; successivamente, nello stesso secolo, la guglia venne ricoperta di rame e fu inserito l’orologio pubblico. Le vecchie campane di bronzo, a spesa dei parrocchiani, furono fuse nel 1837 realizzando un “concerto alla bolognese” ed ancora oggi ci donano il loro bellissimo suono.
Anna Fini