Pillole di storia sangiorgese. A cura di Anna Fini-1
Quando il nostro paese si chiamava CASTEL SAN GIORGIO
Dal 1388 il nostro paese era chiamato Castel San Giorgio ed i Bolognesi ne avevano sollecitato la riedificazione fortificata per potenziare la difesa della città felsinea.
La denominazione CASTELLO, nei documenti di tutto l’Ottocento, indicava il centro abitato del paese, all’epoca sostanzialmente costruito attorno alla via principale; orti e campi erano presenti dietro alle case sino alla zona dei “TERRAGLI” (appianati nel secolo precedente) cioè quei luoghi del fossato e del doppio terrapieno che difendevano e delimitavano il Castello; questa è la zona che a tutt’oggi chiamiamo “il nostro centro storico”.
Gli accessi al paese sino ai primi anni dell’ottocento avvenivano attraverso 2 porte poste a nord ed a sud della strada principale: porta Ferrara, che possiamo ammirare ancor oggi e porta Bologna, demolita nel 1867. In quel periodo storico si aprirono anche gli accessi a est ed a ovest del paese.
La denominazione Castel San Giorgio rimase sostanzialmente sino all’Unità d’Italia per poi scomparire gradatamente da tutti i carteggi ufficiali, ma rimase nella memoria popolare la frase “a vag in Castel”, utilizzata per molti anni dai vecchi sangiorgesi per indicare l’andare in piazza o al centro del paese anche se si abitava a poche decine di metri di distanza.
La popolazione di San Giorgio a metà Ottocento oscillava intorno ai 3500 abitanti distribuiti tra il Castello, le case sparse e le attuali 3 frazioni di Cinquanta, Gherghenzano e Stiatico; alcuni documenti della prima metà dell’Ottocento presenti nell’Archivio Storico del Comune fanno, però, riferimento ad una quarta frazione “ Argelata”, toponimo con il quale si indicava la zona abitata ad ovest del paese.
Anna Fini
- Testo già pubblicato anche sul sito dell’Unione Reno Galliera
- Foto : La via principale di S. Giorgio di Piano, oggi via della Libertà, in cartolina di inizio ‘900 e in immagine recente