** Riproponiamo un nostro articolo di 3 anni fa per rinfrescare la memoria.**
Il 25 aprile è la data dell’annuale festa della Liberazione dell’Italia, che celebra la sconfitta del nazifascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale ad opera delle forze partigiane, dell’esercito cobelligerante italiano e delle truppe degli Alleati di varie nazionalità.
Ma perché proprio il 25 aprile? Considerato che la lotta di liberazione del nostro Paese cominciò molto prima, a partire dallo sbarco in Sicilia degli Angloamericani il 6 luglio 1943, seguito dalla caduta del fascismo il 25 luglio dello stesso anno, e quindi dall’arresto e successiva fuga in Germania di Mussolini, dall’armistizio sottoscritto dal nostro generale Badoglio l’8 settembre con gli Angloamericani, e si concluse il 3 maggio 1945, dopo quasi due anni di guerra degli eserciti Alleati coadiuvati dai gruppi armati partigiani che si andarono via via costituendo, da sud a nord, dalla linea Gustav alla linea Gotica sul nostro Appennino, che portarono infine alla insurrezione e liberazione delle grandi città del nord e infine alla resa definitiva delle forze nazifasciste presenti in Italia.
La data del 25 aprile fu eletta a simbolo di questo evento perché rappresentò il momento nel quale il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) il cui comando aveva sede a Milano, proclamò l’insurrezione generale di tutti i territori ancora occupati e chiese alle forze partigiane di imporre la resa ai presidi fascisti e nazisti prima dell’arrivo delle truppe alleate, che avevano sfondato la Linea Gotica e stavano avanzando attraverso la Pianura Padana. Bologna fu libera il 21 aprile, le località della sua provincia verso nord tra il 22 e il 23, Genova il 23. Milano fu libera il 27 aprile, come Torino, Padova e Venezia
Mussolini, in fuga verso la Svizzera con truppe tedesche in ritirata, venne catturato e giustiziato il 28 aprile. Hitler si suiciderà il 30 aprile nella Berlino distrutta e ormai occupata dapprima dalle truppe russe e poi angloamericane, con resa finale del suo esercito l’8 maggio 1945.
Scegliere il 25 aprile per l’Italia, dunque, ha significato sottolineare il ruolo essenziale giocato da moltissimi italiani, un fronte vasto che abbracciava le più svariate convinzioni politiche: comunisti e socialisti, cattolici democristiani, azionisti, liberali, anarchici, monarchici e repubblicani, tutti uniti nel CLN, Comitato di Liberazione Nazionale, e nel Corpo Volontari della Libertà, allo scopo di porre fine alla dittatura fascista ricostituita nel novembre del 1943 nella Repubblica Sociale di Salò, e di scacciare l’occupante tedesco nazista.
La decisione di scegliere il 25 aprile come festa della Liberazione fu presa a guerra conclusa, il 22 aprile 1946. In quell’occasione il governo italiano provvisorio, guidato dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi, stabilì con un decreto legislativo luogotenenziale che “a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale“. La ricorrenza venne festeggiata anche nei tre anni successivi e il 27 maggio 1949 la legge 260 la inserì stabilmente tra le feste nazionali, dunque con ricorrenza annuale.
Il decreto del 1946 è chiamato “luogotenenziale” perché l’Italia era ancora una monarchia e dunque le leggi erano promulgate dal luogotenente del Regno d’Italia, Umberto II di Savoia. Dopo la fine della guerra re Vittorio Emanuele III aveva infatti rinunciato all’esercizio effettivo delle funzioni monarchiche, delegando al figlio Umberto II il ruolo di luogotenente, cioè di colui che esercita l’autorità reale in caso di assenza o di impedimento del legittimo re. Successivamente, grazie all’esito del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, la Monarchia verrà dichiarata decaduta e nascerà la Repubblica italiana.