Il viaggio da Ferrara a Bologna di Papa Paolo III sulla via d’acqua – Correva l’anno 1543
– Testo di Dino Chiarini-
Papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, era nato a Canino (VT) il 29 febbraio 1468 e fu il 220° papa della Chiesa Cattolica; salì al soglio pontificio nel 1534 e vi rimase fino alla morte, avvenuta a Roma il 10 novembre 1549. Già ordinato Cardinale da papa Alessandro VI nel 1493, nel dicembre del 1532 ebbe l’alto incarico di accompagnare l’imperatore Carlo V d’Asburgo nel suo ingresso a Bologna per l’incontro con l’allora papa Clemente VII.
I suoi rapporti con Ercole II, duca di Ferrara, furono ottimi, soprattutto dopo l’accordo stipulato il 21 gennaio 1539 riguardante il censo dovuto alla Santa Sede. Da Pontefice, operò numerose visite pastorali: in una di queste, partito da Roma il 26 febbraio 1543 e diretto in Emilia, arrivò in aprile a Modena, raggiungendo poi Parma, quindi Piacenza e dal 15 al 19 aprile tornando di nuovo a Parma. Qui gli giunse l’invito dalla nobile casata degli Este di visitare Ferrara; partì da Brescello il 21 aprile a bordo di un bucintoro e solcando le acque del Po arrivò nelle vicinanze di Bondeno, dove l’aspettava il duca di Ferrara con sessanta carrozze.
Ercole II condusse l’ospite nel bellissimo Palazzo del Belvedere, dove il Papa trascorse la notte. Il mattino seguente fu ricevuto, con tutti gli onori che gli spettavano, dal duca Ercole II, dalla consorte Renata di Francia e dai loro cinque giovani figli, Anna, Alfonso, Lucrezia, Leonora e Luigi (1). Il 23 aprile Paolo III celebrò, insieme a tutta la corte estense, la festività di San Giorgio, patrono della città; passò due giorni indimenticabili prima di partire per Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio da lui governata. La mattina del 24 aprile 1543, davanti ad una grande moltitudine di persone e poco prima di partire da Ferrara, lodò nuovamente il Duca e la Duchessa per la graditissima ospitalità, donando loro alcuni preziosi monili, come riferisce L. A. Muratori(2).
Il Papa fu accompagnato dal Duca in persona fino al “Porto di Malalbergo” (territorio dello Stato della Chiesa) dove giunse nella tarda mattinata; da qui, proseguì il suo viaggio sulle acque del Canal Naviglio, a bordo di un bucintoro, diretto a Bologna, dove giunse sul far della sera. In quella sua visita a Ferrara raggiunse un accordo con gli Estensi per la rimozione dell’argine del Reno, che era stato oggetto di lunga vertenza con i bolognesi.
Due anni dopo, precisamente il 15 marzo 1545, Paolo III aprì i lavori del famoso Concilio di Trento, una delle assemblee più importanti nella storia della Chiesa Cattolica. Mentre erano in corso le varie commissioni di studio sulla “Controriforma”, nel 1547 la città di Trento fu colpita da un’epidemia di colera e i cardinali furono invitati a trasferirsi a Bologna per continuare i lavori. Alcuni di quei porporati arrivarono da Trento al “Porto di Malalbergo”, esattamente il 19 marzo 1547; qui pernottarono in una locanda distante pochi metri dal Porto e il mattino successivo, sempre sulla stessa via d’acqua, ripartirono con destinazione Corticella, raggiungendo poi Bologna a bordo di una carrozza.
Per la cronaca, il Concilio fu riaperto otto giorni dopo, il 27 marzo 1547, con una solenne cerimonia nella Basilica di San Petronio; il 10 novembre 1549 Paolo III morì, ma la solenne riunione “bolognese” dei cardinali ecclesiastici continuò per altri due anni sotto la guida di Papa Giulio III. Finalmente, dopo ben quattro anni a Bologna, il Concilio tornò nella sua sede originaria di Trento dove, tra un’interruzione e l’altra, si chiuse il 4 dicembre 1563, cioè dopo oltre diciotto anni dalla sua apertura. In tale lasso di tempo, vale a dire tra apertura e chiusura, si alternarono alla guida della Chiesa Cattolica ben tre Papi: Paolo III, Giulio III e Pio IV.
Vorrei chiudere con una curiosità che è anche una precisazione. Tra i due papi Giulio III e Pio IV, salì al soglio pontificio anche Marcello II, ma per soli 22 giorni, precisamente dal 9 al 30 aprile; infatti, nella nottata del 30, cessò di vivere e praticamente non fece in tempo a gestire alcun “Atto conciliare”.
Dino Chiarini
NOTE:
(1) Renata di Francia era di religione protestante, precisamente calvinista; a Ferrara formò un cenacolo intellettuale nel quale erano ospiti molti protestanti. Secondo diversi storici, avrebbe portato dalla Borgogna un particolare vitigno, oggi noto come “Fortana del Bosco Eliceo” o “Uva d’oro”.
(2) Ludovico Antonio MURATORI, in ”Antichità estensi”, Modena, 1717-1740, Vol. II, pag. 368.
FOTO:
1) Ritratto di Papa Paolo III, dipinto da Tiziano nel 1543.
2) Particolare della corografia di Floriano Ambrosini redatta nel maggio 1605. In basso viene raffigurato il “paese” di Malalbergo sessantadue anni dopo il passaggio di papa Paolo III.
3) La navata centrale della Basilica di S. Petronio a Bologna dove si svolse la seconda parte del Concilio di Trento