Epifania e Befana, storia religiosa e tradizioni popolari pagane

Con l’Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all’intera umanità, con la visita solenne, l’offerta di doni altamente significativi e l’adorazione dei Magi.
L’Epifania (nome completo: Epifania del Signore) è una festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale, ossia per le Chiese occidentali il 6 gennaio, giorno che per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano corrisponde al 19 gennaio del computo civile. Il termine deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa “mi rendo manifesto“), dal sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina). Sin dai tempi di San Giovanni Crisostomo il termine assunse una valenza ulteriore, associata alla Natività di Gesù Cristo. Nelle Chiese cattolica, ortodossa e anglicana è una delle massime solennità celebrate, assieme, per esempio, alla Pasqua, al Natale e alla Pentecoste, ed è quindi istituita come festa di precetto (in Italia fu abolita per alcuni anni , poi ripristinata). Nei Paesi in cui non è festività civile, viene spostata alla domenica tra il 2 e l’8 gennaio. È la festività che tradizionalmente conclude il tempo di Natale.
La Befana, corruzione lessicale di Epifania attraverso bifanìa e befanìa, è una figura folcloristica legata alle festività natalizie, tipica di alcune regioni italiane e diffusasi poi in tutta la penisola italiana, meno conosciuta nel resto del mondo.

Secondo la tradizione, si tratta di una donna molto anziana che vola su una logora scopa, per fare visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio (la notte dell’Epifania) e riempire le calze lasciate da essi, appositamente appese sul camino o vicino a una finestra; generalmente, i bambini che durante l’anno si sono comportati bene riceveranno dolciumi, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli. Al contrario, coloro che si sono comportati male troveranno le calze riempite con del carbone o dell’aglio.

L‘origine fu forse connessa a un insieme di riti propiziatori pagani, risalenti al X-VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all’agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell’Italia settentrionale, nell’Italia Centrale e meridionale, attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini come quello celtico, legati all’inverno boreale.

Gli antichi Romani ereditarono tali riti, associandoli quindi al calendario romano, e celebrando, appunto, l’interregno temporale tra la fine dell’anno solare, fondamentalmente il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura “volante”.

Un’altra ipotesi collegherebbe la Befana con un’antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano regali.

La Befana secondo interpretazioni largamente accettate in centro e nord Europa si richiamerebbe alla figura celtica di Perchta, assimilabile ad alcune figure come ad esempio Frigg in Scandinavia, Holda in nord Europa, Bertha in Gran Bretagna, Berchta in Austria, Svizzera, Francia e Nord Italia; è una personificazione al femminile della natura invernale, viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco, capelli bianchi spettinati (sotto un fazzolettone di stoffa) e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte, aleggiando sopra i campi e terreni di notte ne propizia la fertilità, e viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l’epifania.

Già a partire dal IV secolo d.C., l’allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nell’attuale figura ripulita da contaminazioni favolistiche o pagane, anche se il suo aspetto, benevolo e non negativo, è stato ed è tuttora, per influenza della festa di Halloween, erroneamente associato a quello di una strega. In realtà non è una strega, ma una vecchina affettuosa, rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che, da rappresentazione della purificazione delle case (e delle anime), in previsione della rinascita della stagione.

Condannata quindi dalla Chiesa, l’antica figura pagana femminile fu accettata gradualmente nel Cattolicesimo, come una sorta di dualismo tra il bene e il male.

Nel periodo più recente, innumerevoli e largamente diffuse sono le rappresentazioni italiane della Befana e le feste a lei dedicate; spesso si tratta di un figurante che si cala dal campanile della piazza di un paese, oppure di vecchiettine travestite per distribuire regali ai bambini. La tradizione la vuole “vecchia” ad indicare il finire di un ciclo: con il solstizio d’inverno si passa infatti dal vecchio al nuovo, dal freddo e dalle notti interminabili all’allungarsi del periodo di luce; inoltre, a livello di calendario legale, con la fine dell’anno si entra nel nuovo anno gregoriano; anche a livello liturgico si conclude il Tempo Liturgico forte, natalizio, e comincia quello Ordinario. Proprio per questo il giorno dell’Epifania, quando si festeggia anche la Befana, viene recitato “Epifania, tutte le feste porta via“.

  • Iniziative di celebrazione della Befana nel bolognese, il 5 (al “zepp” o il ceppo della vigilia) e/o il 6 gennaio, sono previste a S. Matteo della Decima, dove “ brusa la vècia” (brucia la vecchia) , rappresentata da un fantoccio di paglia, mentre i bambini, travestiti da “vcèn” (vecchini) vanno di casa in casa a recitare zirudelle aspettando qualche mancia; similmente a Maggi di S. Agata bolognese, Crevalcore e frazioni, mentre in altri comuni arriva una Befana a distribuire ai bambini doni , preferibilmente dentro una variopinta calza: a Borgo Tossignano, Campeggio di Monghidoro, Pieve di Cento, Casalecchio, Villa d’Aiano (Castel d’Aiano) Ponte di Rivabella (Monte S. Pietro) e altri

(https://www.cittametropolitana.bo.it/sagrefeste/Dicembre_2019_e_Gennaio_2020 )

** Fonte, e, per saperne di più:

https://it.wikipedia.org/wiki/Befana

https://it.wikipedia.org/wiki/Epifania

https://www.google.com/search?hs=HJx&channel=fs&sxsrf=ACYBGNTV0J5-LDBTQKt0uzLLaElvFrmBog:1577946758985&q=befana+immagini&tbm=isch&source=univ&client=ubuntu&sa=X&ved=2ahUKEwjAw6zgpeTmAhWDCOwKHfwtA6kQsAR6BAgJEAE&biw=1653&bih=858#imgdii=X2DJMZRcRTJGPM:&imgrc=bxG0dyGvHizl5M: