Due celebri donne ad Altedo: Elisabetta Pepoli e Mariana Starke
Testo di Dino Chiarini
L’ereditiera Elisabetta (Lisabetta) Maria PEPOLI.
Il casato dei Pepoli
I Pepoli furono una delle famiglie gentilizie più ricche di Bologna; un certo Zerra de’ Pepoli prestava denari e cambiava valute agli allievi dello “Studium”, l’antica Università bolognese. Il figlio Romeo, nato a Bologna tra il 1285 e il 1290 e morto in Francia nel 1347, fu un noto “cambista” e banchiere; nel 1315 risultava proprietario, solo in Altedo, di ben 2.026 tornature di terra (422 ettari), suddivisi in 733 appezzamenti. Un ingentissimo patrimonio che, sommato ad altre proprietà sparse per l’Italia, consentì al figlio primogenito Taddeo di diventare, dal 1337 al 1347, Signore di Bologna; inoltre quella nobile famiglia influì sulla città per secoli. Giovanni Pepoli, figlio di Taddeo, nel 1345 attese Obizzo III d’Este signore di Ferrrara e Mastino II della Scala signore di Verona in una locanda di Altedo, per consumare un frugale pasto prima di scortarli a Bologna presso l’abitazione del padre; questi li attendeva in compagnia di altri due nobili, Ostasio II da Polenta signore di Ravenna e Azzo da Correggio signore di Parma, a cui si erano rivolti per un’eventuale alleanza avversa ai Visconti, signori di Milano, che ritenevano molto importante.
Il personaggio Elisabetta
Elisabetta Maria, detta anche Lisabetta, era figlia di Rodorico Pepoli, nipote di Romeo e bisnipote del conte Giulio. Quest’ultimo possedeva svariate appezzamenti di terra a Pegola e a Malalbergo, acquistati il 25 maggio 1589 da diversi proprietari terrieri. Queste proprietà, alla morte di Giulio, furono divise tra i vari eredi: i terreni e le case di Pegola e di Malalbergo furono probabilmente assegnate a Rodorico, che pian piano accrebbe i suoi possedimenti in modo considerevole. Lisabetta fu battezzata il 24 settembre 1634, sua probabile data di nascita, e alla morte del padre si ritrovò erede di estesi terreni e di numerosi fabbricati locati oltre ai citati paesi di Pegola e di Malalbergo, pure ad Altedo ed anche a Gallo, oggi in comune di Poggio Renatico, ma che allora costituiva una piccola frazione dipendente dalla vicina Malalbergo in quanto i due borghi non erano ancora stati divisi dal corso del fiume Reno.
L’impresa del Tedo
L’eredità dei beni in Altedo, denominati nel testamento paterno L’impresa del Tedo, comprendeva numerose pezze di terra, orti, prati e fabbricati; tra questi ultimi vi era un’osteria. Sul finire del Settecento, su uno di quei prati di sua proprietà fu edificato quell’imponente palazzo tuttora esistente, conosciuto col nome di Locanda; questa zona crebbe d’importanza quando nel 1795, con il passaggio della diligenza postale, il palazzo fu scelto come posta-cavalli del nuovo percorso del servizio postale sulla direttrice Bologna – Ferrara. Fu allora che quella zona periferica (distante ben trecento metri dalla chiesa parrocchiale) attorno a quell’imponente palazzo si formò una piccola borgata autonoma denominata anch’essa Locanda.
Elisabetta sposa Vincenzo Maria Marescalchi
“Lisabetta” era sicuramente una delle più ricche ereditiere bolognesi quando nel 1666 andò ad unirsi in matrimonio con il conte Vincenzo Maria Marescalchi; ella portò in dote quel notevole patrimonio citato, che andò ad aggiungersi e a fondersi con quello già ingente del marito. Del resto anche il coniuge, figlio di Fulvio Marescalchi e Francesca Alidosi, era considerato un buon partito, sia in termini economici, sia di prestigio sociale: poeta, appartenente all’accademia dei Gelati, senatore dal 1678 (fu il quarto membro del senato della sua famiglia) e più volte gonfaloniere della città di Bologna, era pure un grande esperto di armi ed abilissimo nel maneggiarle. I coniugi erano proprietari di alcuni luoghi di culto, siti nella Legazione di Bologna, a cui devolvevano parte delle loro entrate per sostenere le spese di manutenzione; inoltre erano molto generosi verso i poveri.
Vincenzo Maria Marescalchi morì a Bologna il 27 gennaio 1699 e fu sepolto nella chiesa di San Francesco; rimasta vedova, la Contessa continuò a sovvenzionare i luoghi di culto. Infatti a Gallo nel 1712, sopra ad un terreno di sua proprietà, finanziò la costruzione di un oratorio dedicato a Santa Caterina da Bologna. Nel 1792 la Santa fu scelta ufficialmente come patrona di Gallo e l’edificio di culto, che nel frattempo si era ingrandito, divenne Chiesa Parrocchiale. Dal matrimonio di Lisabetta con Vincenzo Maria Marescalchi, nacque Carlo Alfonso, che sposerà Elisabetta Legnani; anch’egli ricoprì in Senato il seggio ereditario. Egli morì nel 1738.
La scrittrice, poetessa e viaggiatrice Mariana STARKE.
Viaggiatori, turisti o avventurieri ?
Nel Cinquecento, alcuni “spericolati” scrittori si dedicarono a lunghi viaggi attraverso l’Europa per scoprire le bellezze dei luoghi lontani dalla propria patria; uno dei paesi più visitati fu sicuramente l’Italia e probabilmente uno dei precursori dei “Grand Tour” fu il francese Michel de Montaigne che tra il 1580 e il 1581 intraprese l’itinerario che descrisse successivamente nel suo meraviglioso libro “Viaggio in Italia”. Tra i tanti turisti che seguirono il suo esempio nei secoli successivi, sicuramente non possiamo dimenticare la scrittrice, drammaturga e viaggiatrice britannica Mariana Starke, una donna indipendente, istruita, poliglotta (oltre all’inglese, sua lingua madre, parlava il latino, il greco e alcune lingue orientali.
Il personaggio Mariana
Autrice di poesie e di opere teatrali, fu pure una brillantissima traduttrice e scrittrice; nata in India, precisamente a Madras (oggi Chennai) nel 1762 da Mary e Richard Starke, dove il padre era il governatore della East India Company a Fort St. George. Tornata in Inghilterra in tenera età, si stabilì con i genitori a Epsom, una cittadina del Surrey, a soli ventinove chilometri dal centro di Londra e nota soprattutto per il “sale di Epsom” o più comunemente “sale inglese”. La sua carriera letteraria iniziò proprio da Londra, dove scrisse due commedie sull’India. Il primo viaggio in Italia risale al 1792 quando accompagnò un suo parente che aveva problemi di salute e i dottori gli consigliarono di trasferirsi in Italia dove il clima era il migliore d’Europa; Mariana si trovò talmente bene che si stabilì a Pisa e rimase in Italia per ben sette anni, cioè fino all’arrivo dei francesi ed intraprese lunghi viaggi all’interno della nostra penisola.
La descrizione dei suoi viaggi
Nel 1800 a Londra fu pubblicato il suo primo libro, Lettere dall’Italia, tra il 1792 e il 1798 contenenti una visione delle rivoluzioni in quel paese, un’opera in due volume dove racconta le visite alle città di Pisa, Livorno, Firenze, Siena, Roma, Napoli, Sorrento, Bologna e Venezia. Negl’anni successivi continuò a visitare il continente europeo prendendo appunti, sia sulle bellezze dei luoghi, sia sui percorsi stradali, descrivendo dettagliatamente le locande con i loro menù e gli alberghi dove passava la notte, consigliando o sconsigliando i futuri viaggiatori a frequentare i locali da lei visitati. Questi diari furono in un certo senso le prime “guide turistiche” (capostipiti delle attuali “Michelin”, “Touring Club”, “De Agostini”, ecc.) che circolarono presso le corti Europee e che fecero scoprire le bellezze dei territori visitati dalla Starke.
In Lettere dall’Italia, tra il 1792 e il 1798 …, riferisce dell’avvenuta sosta alla posta-cavalli di Altedo, effettuata in quest’ultimo anno; nell’attesa che fossero sostituiti i cavalli alla carrozza che la trasportava in città, si rifocillò con un frugale pasto e fece una lunga passeggiata nell’ampio cortile, quindi proseguì verso la città prima di intraprendere il viaggio verso l’Inghilterra. Sul quaderno di viaggio Mariana affermò che la sosta alla Locanda di Altedo fu molto gradita e il luogo era molto accogliente; oggi diremmo che la Starke diede alla Locanda cinque stelle, il massimo dei voti. Nel maggio 1817 ella tornò in Italia e vi rimase fino al giugno 1819; visitò non solo l’Italia ma anche Francia, Svizzera, Germania, Portogallo, Spagna, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia e Russia cosciente dei cambiamenti che gli anni della guerra napoleonica avevano portato in quei luoghi. Questo secondo viaggio fu descritto nel volume Viaggi sul Continente (Travels on the Continent) pubblicato nel 1820. Un altro famoso viaggio europeo lo descrisse in Viaggi in Europa tra il 1824 e il 1828 (Travels in Europe Between the Years 1824 and 1828). Per cause ancora sconosciute Mariane Starke morì a Milano nel 1838 mentre da Napoli stava compiendo il viaggio di ritorno a Londra.
Altri visitatori famosi
Quattro anni prima della morte di Mariana Starke, era scomparso un altro grande viaggiatore, il tedesco Johann Wolfang von Goethe, anch’esso innamorato della nostra penisola che descrisse minuziosamente nella sua opera “Viaggio in Italia”, titolo omonimo a quello scritto da un ’altro grande “turista” più di due secoli prima: Michel de Montaigne. A partire dal Seicento diversi pionieri, appartenenti per lo più all’alta aristocrazia europea, furono attratti dai lunghi viaggi attraverso le strade dell’Europa continentale. Il termine Grand Tour, molto in voga in quei secoli fu coniato da Richard Lasseis che viaggiò in Italia nel 1670; oltre a questi tre noti personaggi, ricordo pure alcuni dei temerari gitanti che si cimentarono dal XVII al XX secolo in questo tipo di avventura e che ci hanno lasciato delle bellissime guide: Thomas Coryat, Maximilien Misson, William Beckford, Friedrich Maximilian Hessemer, George Keyssler, John Brudenell-Montagu, William Bosswell, Lord Byron.
Dino Chiarini
FOTO:
1)Monumento a Taddeo Pepoli nella chiesa di S. Domenico a Bologna
2) Particolare della “Carta del Ducato di Ferrara”. Anno 1705. Pieter Mortier – Joan Blaeu. Amsterdam.
3) La diligenza postale che prestava servizio sulla linea Ferrara-Roma.
4) Stemma nobiliare della famiglia Marescalchi
5) Palazzo Marescalchi a Malabergo
6) La copertina del libro Lettere dall’Italia, tra il 1792 e il 1798 contenenti una visione delle rivoluzioni in quel paese …
7) La copertina dello stesso libro ma dal titolo: Viaggi in Italia tra gli anni 1792 e il 1798 contenenti una visione delle rivoluzioni in quel paese …
*** Nota di folklore storico
Sfilata storica del 21 maggio 2017 organizzata da Anima Altedi.
Lisabetta Maria Pepoli è interpretata da Francesca Cestaro.
Sfilata storica del 21 maggio 2017 organizzata da Anima Altedi.
Mariana Starke è interpretata da Antonella De Luca.
** Articolo e foto pubblicati sul “Ricettario 2019” della Sagra dell’Asparago Verde di Altedo I.G.P. 2019.