Brevi notizie storiche su: La Rocca e il Castello di Bentivoglio
Il Castello fu fatto costruire da Giovanni II Bentivoglio fra il 1475 e il 1481 di fianco alla Rocca, quest’ultima eretta nel 1390 dal Comune di Bologna con fini strategici: nel torricino vi erano infatti la campana d’allarme e il braciere per le segnalazioni con Bologna e altri luoghi. Il castello fu adibito da Giovanni II a dimora di svago e di caccia, la Domus Jucunditatis, come si leggeva nella decorazione pittorica della corte, per brevi soggiorni e adatta ai divertimenti della corte bentivolesca.
L’edificio è a pianta quadrata, dalle finestre ampie, dal vasto e luminoso cortile, dalle accoglienti stanze con annessi servizi e stalle. I caratteri sono quelli di una tipica costruzione rinascimentale, una dimora di campagna senza le preoccupazioni difensive eccessive, con due ariosi porticati, stanze e corridoi semplici con vivaci decorazioni, purtroppo oggi in maggioranza perdute tranne quelle dei fiordalisi, degli stemmi e dei ghepardi.
Un posto a parte hanno la Sala dei Cinque Camini e la Sala del Pane, quest’ultima così definita dallo splendido ciclo di affreschi che la adornano narrando in dieci riquadri la storia della panificazione. Il castello, sotto la proprietà dei Bentivoglio, ospitò personaggi illustri: i duchi di Ferrara Ercole I e Alfonso I, Lucrezia Borgia, il pontefice Giulio II, quest’ultimo ospite l’anno successivo la caduta dei Bentivoglio avvenuta nel 1506. I Bentivoglio riebbero il castello da Leone X, ma il sontuoso edificio non ebbe più l’antico splendore: l’abbandono che ne seguì fu tra le cause del suo rapido deterioramento: l’ala occidentale divenne pericolante per crollare nel XVIII ad opera dei nuovi proprietari, i Pepoli, che ne fecero una villa a tre lati, aperta; sparirono mura e fossati mentre nel castello abitarono soprattutto famiglie di bracciantili e le sue stanze ebbero le più impensate destinazioni: magazzini, concerie di pelli, ricoveri per animali.
Nel 1889, la nuova proprietà Pizzardi, incaricò Alfonso Rubbiani per il restauro del castello, con l’intenzione di ripristinare l’edifico voluto da Giovanni II: dal 1889 al 1897 il Rubbiani ricostruì l’ala crollata, riedificò la cinta merlata e suddivise le stanze secondo le vecchie piante. Inventò anche numerosi particolari, come il rivellino di accesso e la scala che dal cortile conduce al piano nobile. Il restauro, nonostante l’impegno nella ricerca di documenti dell’epoca, ha restituito un edificio adulterato, di marcata impronta ottocentesca
Nel 1945, a durante la ritirata delle truppe tedesche, la trecentesca torre venne fatta saltare lasciandola mutilata come oggi la vediamo.
Oggi l’edificio ospita i laboratori di ricerca dell’Istituto di Ricerca Ramazzini e viene utilizzato per diverse attività culturali organizzate dall’Amministrazione Comunale (dal sito del Comune di Bentivoglio).
- Brevi notizie storiche sul mulino e Palazzo Rosso: il grande impianto molitorio di Bentivoglio, che fu acquistato e ampliato nell’Ottocento dal marchese Pizzardi (il primissimo manufatto risale al 1352 e la chiusura dello stabilimento avvenne alla metà del 1970). A ottobre del 2014 è stato riaperto al pubblico dalla nostra Associazione, dopo 50 anni. Grazie all’impegno dei volontari dell’Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna / Bologna sotterranea® in piena collaborazione con l’Amministrazione comunale di Bentivoglio, sarà possibile ammirare l’antico edificio attraverso una serie di visite guidate che comprenderanno anche palazzo Rosso con i suoi affreschi e le stanze abitate dalla famiglia Pizzardi. Oggi al piano terra, vi ha sede la biblioteca comunale.
- Brevi notizie storiche sulla famiglia Pizzardi: per oltre un secolo, le vicende dei Pizzardi, da fattori a ricchissimi proprietari terrieri e nobili, sono strettamente intrecciate alla vita politica e sociale di Bologna, dalla occupazione francese alla Restaurazione, dal Risorgimento all’Unità d’Italia, che vede un Pizzardi primo sindaco della città
Poi… l’ultimo della famiglia, Carlo Alberto, senza eredi, decide di porre fine alla grandezza del casato, si spoglia di ogni avere subito dopo la Prima guerra mondiale, donando tutto agli Ospedali, e muore povero in una fossa comune.
* Info: Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna / Bologna sotterranea® (presso studio legale de Capoa e Associati) Presidenza e Sede Legale: Via d’Azeglio, 58 – 40123 – Bologna Tel: 051/6232255 – Fax: 051/6231599 www.amicidelleacque.org e-mail: segreteria@amicidelleacque.org