In occasione della mostra allestita a Budrio e a lui dedicata, riportiamo qui una sua biografia.
Natale Guido Frabboni nasce a Parigi nel 1926 da una coppia di emigranti antifascisti, ma già da piccolo farà ritorno al suo paese d’origine, San Pietro in Casale, dove passerà tutta la vita.
Le testimonianze delle persone che hanno vissuto al suo fianco lo raccontano come un uomo intraprendente, valente artigiano sempre in movimento sia con la mente che nei lavori manuali. Cooperatore, sindacalista, attivo nel collocamento, impegnato sul fronte politico e sociale, ma anche ceramista, botanico e cuoco.
Frabboni artista nasce abbastanza tardi, la sua attività espositiva inizia nel 1969 con la prima personale tenuta alla Galleria Galvani di Bologna; ma un numero abbondante di prove, abbozzi ed esperimenti formali stanno a testimoniare una passione nata molto tempo prima e basata su un apprendistato diretto dalla natura e dalla storia dell’arte moderna
In quell’anno Frabboni produce una serie tratta dal Vangelo di Matteo per la casa editrice Motta, intenzionata a dare alle stampe una nuova edizione dei Vangeli; in Pinacoteca (sale VI e VII) si espongono 8 episodi indicativi della ricerca formale condotta dall’artista sul modello delle vetrate gotiche.
Nel 1970 vince in XXIII Premio Suzzara, istituito nel 1948 da Dino Villani e Cesare Zavattini, una manifestazione che prevedeva la partecipazione di numerosi artisti impegnati a rappresentare il tema del lavoro secondo una chiave figurativa; tra i membri della giuria era presente anche Franco Solmi. Il sodalizio con Solmi, personaggio di rilievo nell’ambiente artistico di Bologna (a lungo direttore della Galleria d’Arte Moderna) nasce quando il critico acquista una dimora a Gavaseto; i fine settimana in campagna diventano un appuntamento fisso per artisti ed amici. Il gruppo cui Solmi è vicino come teorico è composto da Frabboni, Carlo Amadori, Claudio Mariani e Ugo Sergi. Da questo sodalizio amicale scaturisce un desiderio di progettualità che dà origine ad un collettivo con il nome di “Immagini Alternative”.
Dopo le esposizioni a Bologna del 1971 e l’anno successivo a San Pietro in Casale e a Ferrara a Palazzo dei Diamanti, prende forma a Bologna uno spazio espositivo, Spazio Immagini Alternative, dove si propongono dibattiti e mostre con l’obiettivo di mettere in discussione le concezioni del presente contro ogni tentativo di incatenare la cultura.
Tra il 1970 e il 1975 Frabboni si impegna a fondo nelle mostre, le opere indagano e intrecciano diversi oggetti, spesso in successione seriale: strumenti musicali, interni, barriere, sassi, rose, scacchiere, frammenti scolpiti; di cui in Pinacoteca viene presentata una piccola ma accurata selezione.
Nella seconda metà degli anni Settanta compaiono opere lievemente più inclini al calore come la serie dei frammenti archeologici su fondo di foglie di cui si propone un esemplare all’ingresso del Museo Archeologico.
Partito dagli incastri prospettici di ambienti/finestre, come dimostra Prospettiva, il dipinto scelto ad immagine dell’evento ed esposto in sala IV, arriverà negli ultimi anni ad erigere barriere insormontabili allo sguardo con la serie dei Sassi (sala IV), muri monocromi invalicabili davanti ai quali gli occhi sono costretti a fermarsi.
Frabboni muore nel 1994 e lascia al suo paese tutto quanto gli appartiene «La mia idea è che la casa, il parco e tutto quello che ha la minima attinenza con l’arte, un giorno possa costituire una specie di museo di cui tutti possano usufruire» così recita la sua lettera-testamento.
Oggi Casa Frabboni a S. Pietro in Casale (in foto) è a tutti gli effetti un Museo che valorizza l’arte contemporanea, un centro attivo di mostre e dibattiti.
- Si ringrazia il Comune di San Pietro in Casale per il prestito delle opere in mostra.