Una storia quasi da cronaca rosa del 1700, raccontata da Dino Chiarini
Federico di Oldemburg, era figlio del re di Danimarca e Norvegia, Cristiano V. Nato a Copenaghen l’11 ottobre 1671, alla morte del padre, avvenuta nel 1699, salì al trono col nome di Federico IV. Nel 1691, durante una visita alla città di Lucca, l’allora principe conobbe una bella e nobile ragazza del luogo: Maria Maddalena Trenta. Tra i due scoccò il classico colpo di fulmine e s’innamorarono perdutamente, tanto che Maddalena, promessa sposa a un nobile italiano, ruppe il fidanzamento. Tra i due novelli innamorati, tuttavia c’era un ostacolo piuttosto grande da superare, poiché Federico professava la religione luterana, mentre Maria Maddalena era fermamente cattolica.
Tornato in patria, alla morte del padre Federico divenne re e non avendo mai dimenticato quella ragazza lucchese, iniziò a mandarle dei bellissimi regali, nella speranza che ella si convertisse al protestantesimo. Maria Maddalena però non accettò di cambiare religione, anzi si ritirò nel monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Firenze, come suora di clausura col nome di Maria Maddalena Teresa di S. Giuseppe, rispedendo i regali al mittente, dicendogli che ella aveva scelto un altro “sposo”, Gesù Cristo e per confermare tutto questo gli inviò un crocefisso. Nonostante ciò Federico IV alla fine del 1708 lasciò la Danimarca per un lungo viaggio in Italia di cui nessuno sapeva ben comprendere le ragioni. Visitò Venezia, Ferrara, Bologna e naturalmente Firenze, la città dove si era ritirata in convento il suo grande amore.
Il 5 marzo 1709 arrivò a Bologna il consigliere di giustizia e medico di Sua maestà M. Wolff, che mise al corrente i senatori bolognesi dell’imminente arrivo di Federico IV, informandoli che il re sarebbe arrivato in città per via d’acqua, sotto il nome di Conte di Oldenburgo. Ecco come lo storico Francesco Cancellieri in una lettera indirizzata al letterato Salvatore Betti, descrive l’avvenimento:
«… Onde subito furono allestite le barche, due delle quali erano dipinte e dorate per di fuori, e coperte d’un padiglione vellutato. La prima era divisa dentro in due camere chiuse da doppie bussole di cristallo. La seconda conteneva un letto reale, ed ambedue apparate di damasco, trinato d’oro, con placche d’argento appese alle pareti. I barcajuoli erano vestiti con giubbone e calzoni e berretta, all’uso di Venezia, di panno turchino, trinato d’oro; ed i cavalcanti vestiti di panno, di color conforme (1). Si ebbe avviso che ai 9 dopo la colazione, alle ore 18 sarebbe partito il re da Ferrara per Malalbergo. Perciò i senatori deputati, verso l’Ave Maria, con varie carrozze con mute a sei, accompagnati da cavalieri loro colleghi, si portarono a Corticella. Ma il re pernottò a Malalbergo (2).
Nella domenica del 10, alle ore 18 approdò il re alla Corticella, ove il senatore Bargellini, come decano, lo complimentò. Dopo che il re montò in carrozza, ed arrivò a Bologna a ore 20 circa, andando al palazzo destinatogli del senatore Vincenzo Ferdinando Ranuzzi, in mezzo al folto popolo.».
Il viaggio proseguì poi per Firenze dove il re chiese di poter parlare alla sua amata; nonostante il divieto della Madre superiora e del Vescovo, intervenne il granduca Cosimo III che, sperando nella conversione del re al cattolicesimo, autorizzò il sovrano ad avvicinarsi alla doppia grata del convento. I due ebbero cinque incontri e suor Maria fu sempre accompagnata da un’altra religiosa; le cronache del tempo raccontano che il 21 marzo, giorno del quinto colloquio durato ben tre ore, Federico tornò in lacrime presso palazzo Salviati, dov’era ospitato; egli non accettò di abbracciare la fede cattolica e lei non accolse l’invito di farsi luterana e così l’innamorato tornò in patria non prima di ritrovare il sorriso, partecipando alle battute di caccia, ai giochi e ai balli organizzati in suo onore, stringendo tra le braccia le più belle dame della nobiltà fiorentina.
La vita sentimentale di Federico IV fu molto movimentata; nel 1695 sposò Luisa di Meclemburgo-Güstrow (1667-1721) e dal loro matrimonio nacque il suo successore, Cristiano VI. Sin dall’inizio i rapporti fra i coniugi non erano buoni, e, dopo alcune relazioni libere, Federico nel 1703 sposò con rito morganatico e in gran segreto Elisabeth Helena von Vieregg (1679-1704). Tra il 1709 e il 1711 egli contrasse un’altra identica unione morganatica con Carlotta di Schindel (morta nel 1752). Durante una festa mascherata, avvenuta nel 1712, rapì la bella diciannovenne Anna Sofia Reventlow (1693-1743), figlia del Gran Cancelliere e poco dopo la sposò segretamente; dopo la morte della regina Luisa la fece regina. Federico IV re di Danimarca e Norvegia, morì ad Odense il 12 ottobre 1730 [secondo l’Enciclopedia Treccani, la morte sarebbe avvenuta nel 1731].
– L’11 maggio 1994 il giornale La Repubblica pubblicò il seguente articolo dal titolo Il Grand Tour del cuore di Federico IV, scritto da giornalista Paolo Vagheggi su quel fatto di cronaca rosa:
« … La storia di quel soggiorno fiorentino è stata ricostruita in una mostra allestita presso il museo degli argenti di palazzo Pitti. Sarà inaugurata il 17 maggio dalla regina Margherita II di Danimarca e dal presidente della Repubblica Scalfaro. L’ esposizione, che andrà avanti fino all’ 11 settembre, sostenuta finanziariamente dalla Cassa di Risparmio, è davvero straordinaria: molte delle cento opere che vengono presentate, come il mantello e l’ abito in seta color avorio e rosa usato da Federico durante la cerimonia con cui nel 1700 fu consacrato re, fanno parte delle collezioni reali di Rosenborg e non hanno mai lasciato la Danimarca. E’ una mostra sontuosa dove quei giorni lontani, gli ultimi carichi del fasto mediceo, sono ricordati dalla croce che regalò Maria Maddalena Trentao], dal diario di viaggio del re, dai ritratti del sovrano, dai mobili che portò in patria, compreso un prezioso tavolo in pietre dure disegnato dal Foggini (3) che ricevé in dono dai Medici insieme a posate d’ oro e d’ argento e che adesso rientrano a Firenze con gli acquisti di Federico: vetri, ventagli, tessuti, marmi, la copia in cristallo di rocca del famoso diamante detto “il fiorentino” di 139 carati. Ma la storia di Federico IV è ricostruita attraverso dipinti, eleganti abiti da festa e da cerimonia, avori, tra cui spicca una statuetta di quaranta centimetri d’ altezza eseguita da Simon Troger. Raffigura sua maestà a cavallo in veste di imperatore romano, sia pur con grande parrucca barocca e la fascia dell’ ordine dell’Elefante. E’ un simbolo della lunga cavalcata che lo portò a Firenze, dove ora torna dopo quasi tre secoli».
Dino Chiarini
NOTE
(1) I cavalcanti erano i guardiani che mensilmente percorrevano a cavallo il canale e ne programmavano la manutenzione.
(2) Le cronache del tempo raccontano che il Re Federico IV di Danimarca e Norvegia pernottò in Palazzo Marescalchi; questo edificio non era l’attuale palazzo che conosciamo oggi con quel nome, ma si trattava del palazzo che da sempre è stato adibito a locanda e dagli anni Trenta del secolo scorso ospita la Trattoria Rimondi . A quel tempo era di proprietà della nobile famiglia Marescalchi, come parecchi altri edifici del paese. Per diversi secoli questa locanda, che occupava buona parte dell’edificio, dava ospitalità ai passeggeri che raggiungevano Malalbergo sul far della sera, quando per motivi logistici la navigazione s’interrompeva. In questo modo si voleva evitare che incauti navigatori fossero preda dei briganti che si aggiravano nella notte per compiere razzie di ogni tipo.
(3) Giovan Battista Foggini (1652-1725) è stato un architetto e scultore fiorentino. L’opera di maggior pregio dello scultore si trova nella Cappella Corsini della basilica di Santa Maria del Carmine a Firenze.
FOTO
1) Ritratto ad olio del Re di Danimarca e Norvegia Federico IV; opera di Rosalba Carriera (1673-1757).
2) Particolare del paese di Malalbergo in una incisione del 1706, tre anni prima dell’arrivo di Federico IV, re di Danimarca e Norvegia.