Augusto Majani, detto Nasìca (Budrio, 1867- Buttrio 1959), pittore, illustratore, caricaturista, cartellonista, iniziò la sua formazione frequentando la Scuola Tecnica e proseguendo all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Partito per Roma nel 1889, fece ritorno a Budrio nel 1894, dove consolidò la relazione sentimentale con Olga Lugaresi, sua ispiratrice e modella, che sposò poi dopo un lungo fidanzamento nel 1905. Gli anni della sua formazione romana, con il completamento degli studi all’Accademia e della permanenza nella città, gli consentirono di entrare in contatto con intellettuali e artisti di fama internazionale come il poeta Giovanni Cena e lo scultore Carlo Fontana e di sviluppare un interesse per la pittura dal vero e la realizzazione di dipinti con paesaggi rurali, notturni e soggetti storici legati alle imprese garibaldine.
Dal 1905 fu professore all’Accademia di Belle Arti di Bologna con la cattedra di “Disegno e figura” e dal 1924 con la cattedra di Pittura, ritirandosi nel 1937 per pensionamento. Suoi allievi furono Giorgio Morandi, Osvaldo Licini, Giovanni Romagnoli, Alfredo Protti e Bruno Saetti.
La sua attività artistica è strettamente legata all’illustrazione e alla caricatura: la collaborazione con riviste bolognesi di satira quali “ Ehi, ch’al scusa!” a partire dal 1887, “Bologna che dorme negli anni 1898 – 1899, il “Fittone” nel 1910-11, lo resero famoso con lo pseudonimo di Nasìca.
Pseudonimo nato non dal naso, che pure era prominente, ma da quel Scipione Nasica console romano, vincitore dei Galli Boi e fondatore di Castrum Nasicae, l’odierna Castenaso, a due passi da Budrio. Rimarcava Majani la sua origine mostrando l’evoluzione del suo profilo dalla ocarina, la ribadiva sostenendo con la penna e la matita la tradizione gastronomica locale, lui figlio e nipote di cuochi e pastarini.
Riserverà infatti poi la firma “A.Majani” esclusivamente alla sua produzione pittorica. Nel 1888 in occasione della grande Esposizione tenutasi ai Giardini Margherita di Bologna ne ideò il manifesto e illustrò i numeri speciali dedicati all’evento.
A Budrio, prima di partire per l’alunnato romano, aveva conosciuto lo spirito del socialismo umanistico di Andrea Costa e Quirico Filopanti. Fu conquistato da Roma, dalla boheme romana dei pittori e solo la malaria valse a farlo tornare. Da allora fu bolognese per sempre: assiduo frequentatore dei circoli giornalistici e dei caffè letterari, della libreria Zanichelli, rifugio di Carducci, Stecchetti, Panzacchi, appassionato spettatore della vita teatrale e musicale del suo tempo
A Budrio dipinse il “Ritratto di Filopanti” e realizzò nel 1896 una pala d’altare per la Chiesa dei Cappuccini di Budrio raffigurante “La Sacra Famiglia con S. Francesco”, recentemente recuperata e restaurata e attualmente esposta nella chiesa di Sant’Agata a Budrio. I riconoscimenti in ambito pittorico lo portarono a partecipare ripetutamente alla Biennale di Venezia negli anni compresi tra il 1897 e il 1924. Nel 1898 realizzò un grande dipinto dedicato alla battaglia di Mentana, presentato all’Esposizione Nazionale di Torino.
Difficili condizioni economiche della famiglia lo spinsero ad ampliare la sua attività di illustratore in giornali e riviste: in particolare iniziò una collaborazione stabile con il quotidiano “Il Resto del Carlino” e con diverse riviste e case editrici bolognesi. Dal 1900 per la Zanichelli inizia una ricca produzione di copertine e illustrazioni e riprende anche attivamente a lavorare con Alfredo Testoni, per il quale realizza cartelloni, figurini, bozzetti di scena per le sue opere teatrali.
Nel 1902 realizzò il manifesto per il VII Congresso Socialista Italiano.
Il 2 febbraio 1903 fu iniziato in Massoneria nella Loggia Otto agosto di Bologna, il 20 marzo 1919 divenne Maestro massone.
Nel 1911 per la Mostra Etnografica di Roma illustrò uno dei pannelli del Padiglione dell’Emilia-Romagna. Il lavoro di illustratore è pressoché ininterrotto nella vita artistica di Majani: con Tirelli dal 1910 collabora con il settimanale umoristico “Il giornale delle beffe” e poi con “Il Punto”. “Avanti! della Domenica”, “Il Secolo XX”, “Corriere dei Piccoli”, “Le Vie d’Italia”, “La Domenica dei ragazzi” sono solo alcuni tra i giornali e le riviste con le quali continua a lavorare nei primi decenni del Novecento. Negli anni venti con la Zanichelli e la Famèja Bulgnèisa, Augusto Majani esprime la sua vena umoristica in manifesti, strenne, inviti e menù per incontri conviviali a tema enogastronomico. Nello spirito del tempo, in cui gli artisti si occupano delle arti applicate, insegnerà alla Scuola Professionale Regina Margherita di Bologna nel corso di “Storia del Costume”.
La sua produzione pittorica intanto risentiva dei luoghi legati ai soggiorni estivi di Augusto Majani: prima in Appennino, a Lizzano in Belvedere, e poi in riviera romagnola. Oltre ai dipinti che ritraggono i paesaggi, le scene di genere e i soggetti storici, Majani realizzò un grande olio dal titolo “L’ombra della Croce”; iniziata nel 1897 questa tavola venne più volte rivista, ripensata e ritoccata dal pittore che la completerà solo nel 1947.
In questo quadro, realizzato in un periodo che comprende le due guerre, oggi esposto nella Pinacoteca civica Domenico Inzaghi di Budrio, l’artista esprime la sua profonda sensibilità per i temi della religiosità e del destino dell’umanità. Dopo il pensionamento si trasferì a Casalecchio di Reno dove abitò fino al 1950, quando la figlia Franca si sposò con il conte Gianfranco D’Attimis Maniago e tutta la famiglia si trasferì a Buttrio, in Friuli, nella tenuta della famiglia D’Attimis Maniago.
A Buttrio l’artista morì nel 1959 poco dopo la morte della moglie Olga. La sepoltura dei coniugi si trova nel cimitero del paese d’origine a Budrio. Nel 1947, in occasione dei suoi ottant’anni, la Famèja Bulgnèisa e il Circolo Artistico di Bologna gli dedicano una mostra antologica e nuovamente nel 1950 una esposizione dei disegni e delle caricature di Majani.
Dopo la morte le iniziative di valorizzazione del suo lavoro artistico sono state molteplici a Bologna e in particolare a Budrio, dove nella Biblioteca comunale a lui intitolata e nella Pinacoteca civica si trova gran parte del patrimonio pubblico di dipinti, disegni, materiali a stampa che documentano l’attività di Augusto Majani pittore, illustratore e testimone culturale della propria epoca.
In particolare, Budrio gli ha dedicato una larga retrospettiva fino al 15 dicembre 2002, suddivisa in quattro sedi.
Da rilevare, la mostra intitolata “Augusto Majani (Nasìca) segreto”, ideata da Alessandro Molinari Pradelli e organizzata in stretta collaborazione e nella sede Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna nel gennaio-marzo 2017.
Tutto il materiale esposto, sia quello mostrato in originale, sia quello che è stato riprodotto per problemi di conservazione, proviene dalle collezioni della Biblioteca dell’Archiginnasio, a parte due disegni originali, che vengono da Casa Carducci. Si tratta di libri a stampa, periodici e quotidiani, cartoline e altro materiale d’occasione, bozzetti originali, manifesti e locandine, lettere e manoscritti. In totale, oltre duecento pezzi, per documentare la poliedrica e geniale attività di Majani, in tutte le sue multiformi incarnazioni: illustratore, disegnatore, ritrattista, vignettista, polemista, scrittore.
Alcuni documenti, anzi, la maggior parte, esposti per la prima volta, hanno fatto conoscere anche i lati meno conosciuti della produzione artistica di Majani.
- Dal 23 febbraio al 24 marzo 2019 parte di quel materiale è esposto in mostra a lui dedicata a S. Pietro in Casale, Museo Casa Frabboni, a cura di Lorenza Servetti .
Fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Augusto_Majani, con integrazioni dalla biografia sul sito del comune di Budrio
In foto:
– Autocaricatura di Nasìca
– Ritratto di Filopanti eseguito da A. Majani
– Pagina illustrata da Nasìca per la pubblicità Viscardi
– Locandina della mostra del 2017 presso la Biblioteca dell’Archiginnasio
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