Edmondo Solmi, un grande studioso di Leonardo, da Finale. Testo di Galileo Dallolio

“Gli studi leonardeschi, in senso storico e critico cominciano proprio da Edmondo Solmi”
Edmondo Solmi è nato a Finale nel 1874, da Angelo, segretario del Comune, e da Amalia Stucci in Via Borgonuovo, oggi Via Saffi. E’ morto a Spilamberto nel 1912, dove ogni estate trascorreva le vacanze estive con la famiglia a Santa Liberata, tra Vignola e Spilamberto, località d’origine della moglie Clelia Lolli. Non aveva compiuto 38 anni.
Le parole che ho scelto per dare inizio a questo articolo sono del suo ex allievo Antonio Banfi, diventato poi un importante filosofo e un ‘ maestro della corrente filosofica che in Italia si è denominata Razionalismo critico’.
Sulle qualità di Solmi come insegnante , originale studioso di Leonardo e divulgatore, rimando al pannello di una mostra del 2011 dal titolo Scuola di Italiani organizzata dal Liceo Classico Gioberti di Torino per ricordare i 150 anni dell’unità d’Italia e che aveva il seguente testo: Magisteri preziosi ‘Spesso i corsi a scuola sono tenuti da docenti di gran valore: alcune lezioni sono memorabili. Particolarmente fertili sono in quegli anni gli insegnamenti di Umberto Cosmo, docente di lettere italiane e latine, di Felice Momigliano, storico e scrittore, mazziniano convinto e di Edmondo Solmi, professore di filosofia e storia, autentico cultore non solo del genio patriottico di Mazzini, ma anche di Leonardo da Vinci su cui scrive pagine interessanti e tiene conferenze. Nel 1908, anno del suo approdo all’insegnamento universitario a Torino, il liceo Gioberti ospita una interessante conferenza sul grande scienziato e artista del Rinascimento, con continue citazioni e riferimenti agli studi approfonditi di Solmi. In questo periodo si formano al Gioberti studenti di grande spessore come Roberto Longhi, tra i massimi critici d’arte del XX secolo, che per gli ottimi voti viene dispensato dall’esame finale nel 1907, Angelo Tasca, in giovane età già dirigente della Federazione Giovanile Socialista e fondatore con altri de “L’Ordine Nuovo”, diplomato con licenza d’onore nel 1911 ed Umberto Terracini, presidente in futuro dell’Assemblea Costituente dal 1947, diplomatosi nel 1912’

La formazione e la produzione di Edmondo Solmi

Dopo l’infanzia e la prima adolescenza trascorsa a Finale, come diversi altri finalesi (tra i quali Galasso Rubbiani e Carlo Grossi (1) si iscrive al Liceo Classico L.A.Muratori di Modena e si diploma nel 1893.L’insegnante di lettere Severino Ferrari, amico di Carducci e di Pascoli, gli suggerisce di continuare gli studi all’Istituto di Studi Superiori di Firenze.

La scelta fu positiva e Solmi si laureò con Guido Mazzoni (2) nel 1897 con una tesi su Leonardo ’I fondamenti e i limiti della conoscenza scientifica secondo Leonardo da Vinci’. Seguì corsi di paleografia, di filosofia e un corso di letteratura nel 1898 a Bologna con Carducci. Pubblicò ‘Studi sulla filosofia naturale di Leonardo da Vinci, Modena 1898, Frammenti letterari e filosofici di Leonardo nel 1899, la biografia di Leonardo nel 1900, Benedetto Spinoza e Leone Ebreo. Studio su una fonte italiana dimenticata di spinozismo Modena 1903, La festa del Paradiso di Leonardo a Milano, 1904, La città del Sole di Tommaso Campanella edita per la prima volta nel testo originale Modena 1904, Lettere inedite di Gasparo Contarini Venezia 1904. Questo materiale e l’elenco dei suoi titoli accademici provengono dall’Archivio dell’Università di Pavia (che ringrazio). Come si potrà vedere nei libri di Solmi presenti nella Biblioteca Pederiali di Finale, Solmi continuò a studiare e a scrivere testi importanti, riguardanti anche Gioberti e a Mazzini.

L’intraprendenza e la capacità organizzativa negli studi e nella divulgazione

A 24 anni , il 25 maggio 1898, Solmi lesse una parte della sua tesi all’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena . Il riscontro ricevuto rappresenta una sorta di anticipazione del futuro di Solmi . ‘Il socio permanente Luigi Olivi riferisce le sue impressioni riguardo al contenuto intrinseco del lavoro di Edmondo Solmi. Mette quindi in rilievo come quest’ultimo abbia fatto tesoro di studi recenti compiuti intorno alla filosofia del Vinci. Il Solmi aggiunge a tali pregi, esattezze di espressione e acume di critica nel disporre e accordare fra loro le dottrine coordinandole ad un principio dominante e intuendo spesso su punti particolari quale doveva essere logicamente l’idea del Vinci sebbene non risultante per modo espresso dalle opere di lui.

Il metodo adottato è obiettivamente sereno per modo da offrire il ritratto del filosofo nella sua realtà giustificandone cogli elementi ideali di cui doveva alimentarsi secondo la sua indole e gli indirizzi e il genio del tempo. Anzi il Solmi fa assi spesso parlare il Vinci medesimo e lo costringe ad un lavoro di autopsicologia.

Perciò il socio relatore ritiene che col lavoro offerto in esame il Solmi arrechi un pregevole contributo alla storia della filosofia italiana nel periodo che riguarda gli inizi di quella comunità di pensiero che affermava contro esagerazioni di sistemi trascendentali doversi attendere dall’esperienza la sicura nozione del vero.(….)
In Memorie della Regia Accademia di Scienze lettere ed arti , Modena 1898 vol .1, serie 3, pp. 107-164.

Gli aspetti che emergono seguendo la sua vita di insegnante e di studioso sono espressioni di dinamismo e di concretezza. Nel 1899 insegna a Rieti dove si sposerà e nascerà il suo primo figlio Sergio (3). Scrive una biografia di Leonardo che sarà pubblicata nel 1900,tradotta in tedesco nel 1908, nel 1972 da Longanesi, nel 2013 da Giulio Perrone. Nella prefazione Solmi si rivolge a ‘chi legge’ con queste parole ‘ Leonardo da Vinci è l’uomo che armonizzò nella propria persona la bellezza con la forza, nella propria vita la grazia generosa d’ogni azione con lo studio profondo d’ogni problema, nel proprio genio, esempio unico, l’universo dell’arte con l’universo della scienza. (…) Conclude la pagina dicendo’ M’accorsi che i manoscritti non erano soltanto la storia della sua attività e del suo pensiero, ma anche quella della sua vita e del suo carattere: mi diedi quindi a suscitare i fatti e gli uomini accennati con una fuggevole frase, la quale tu non sapresti interpretare senza infinito amore ed esperienza. (Rieti 1900)

La cosa che sorprende nella storia di Solmi è che nei dodici anni successivi, prima della morte per tifo nell’estate del 1912 a Santa Liberata (Spilamberto), la sua energia fisica e intellettuale si manifestò nello studio dei manoscritti vinciani, nell’organizzazione di un ciclo di ‘Conferenze fiorentine’ su Leonardo con personalità di prima grandezza tra le quali Benedetto Croce, in un’ intensa attività didattica, in conferenze e in pubblicazioni che il fratello Arrigo ha raccolto in Scritti Vinciani del 1924, (400 pagine).

Sigmund Freud: un estimatore d’eccezione di Solmi

‘C’è un solo modo per comprendere la peculiarità di questa vita emotiva e sessuale in rapporto con la duplice natura di Leonardo quale artista e quale ricercatore scientifico. Tra i suoi biografi, ai quali è spesso estraneo un atteggiamento psicologico, ce n’è uno solo, che io sappia, Edmondo Solmi, che ha affrontato la soluzione del problema.(…) Questo è il giudizio di Solmi su Leonardo: Ma il suo insaziabile desiderio di comprendere tutto quello che lo circondava e di scandagliare con uno spirito di fredda superiorità il più profondo segreto di tutto quello che è perfetto, aveva condannato il lavoro di Leonardo a restare per sempre incompiuto’(…) Quando, nel momento culminante di una scoperta, egli riusciva a coordinarne i nessi, veniva sopraffatto dall’emozione e, con linguaggio estatico, lodava lo splendore della parte della creazione che aveva studiato, oppure-con fraseologia religiosa- la grandezza del suo Creatore. Solmi ha esattamente compreso questo processo di trasformazione di Leonardo. Dopo avere citato un brano di questo tipo, in cui Leonardo magnifica la sublime legge della natura (‘O mirabile necessità..), egli scrive ’Tale trasfigurazione della scienza della natura in emozione, quasi direi, religiosa, è uno dei tratti caratteristici de’ manoscritti vinciani, e si trova cento e cento volte espressa…’(4)

Una lettura appassionante : Le fonti dei manoscritti di Leonardo da Vinci e altri studi

Il testo della Nuova Italia del 1976 , è ricavato da una serie di libri pubblicati da Loescher a Torino nel 1908 -come supplemento al Giornale storico della letteratura italiana– e dagli gli Scritti vinciani raccolti dal fratello Arrigo.

La prefazione è di Eugenio Garin, il massimo studioso del rinascimento, e i ricordi familiari, con foto , sono del figlio Sergio. E’ un libro prezioso perché permette una esperienza intellettuale e sentimentale. Attraverso i commenti ai manoscritti vinciani si entra nella quotidianità della vita di Leonardo, nelle persone che ha conosciuto, nei suoi commenti, nei pensieri che senza lassitudine andava scrivendo. Nota ogni cosa! era una sua massima. Scrive Solmi nella pagina al lettore:

Non mi propongo in questo studio di indagare la genesi delle teorie del Vinci..il mio fine è assai più modesto e faticoso. Ho voluto compiere un atto, per dir così, di onestà letteraria; rintracciare attraverso i manoscritti ciò che si deve all’ingegno di Leonardo, e ciò che è pura e semplice trascrizione dagli scritti altrui.. Ho perseguito ogni frammento leonardesco di dubbia autenticità, fra le righe di centinaia e centinaia di vecchi volumi..chi non dubita poco acquista diceva Leonardo…Di tanti maestri o supposti maestri che io andrò segnalando..uno solo resta vero e autorevole per lui: la Natura…Ai maestri mortali preferì la sola immortale Maestra. Egli , a buon diritto, potè sottoscriversi nel codice atlantico: Leonardo da Vinci, discepolo della sperienza.

Ricordare Edmondo Solmi a Finale?

Io credo che ne valga la pena. Un appuntamento (5) che veda insieme insegnanti di storia dell’arte, di letteratura, di storia , di filosofia, di scienze, studiosi di Leonardo, studenti, lettori e persone curiose al fine di conoscere e studiare Leonardo e mettere Solmi nell’elenco dei finalesi illustri (peraltro il Comune a suo tempo ha intitolato una strada ai Fratelli Solmi uomini di cultura).

L’anno prossimo in Italia e nel mondo , i cinquecento anni della morte di Leonardo (1519-2019) saranno l’occasione per conferenze, giornate di studio, visite ai musei leonardeschi di Vinci, Firenze, Milano ecc.

A Modena nell’intero mese di novembre 2018 si è tenuto presso l’Accademia Nazionale di Lettere Scienze e Arti il Ciclo di Conferenze: Leonardo: lo Stato dell’Arte. Sei conferenze nell’imminenza del V centenario della morte (1519 – 2019) a cura della Prof.ssa Licia Beggi Miani e del dottor Roberto Marcuccio con conferenze di Dianne Dwyer Modestini, Evandro Agazzi (2nd Pedretti Lecture), Domenico Laurenza, Cristina Acidini, Edoardo Villata, Carlo Vecce (Le Conferenze del Centro Linceo Interdisciplinare “B. Segre”).

Nella stessa Accademia il 6.11.2014 si è tenuto il Convegno Studiosi di Leonardo lungo la via Emilia Riscoperte e lasciti da Giovanni Battista Venturi (Bibbiano 1746-Reggio Emilia 1822) a Edmondo Solmi (Finale Emilia 1874-Spilamberto 1912) Relazioni di Roberto Marcuccio ‘Parigi 1797. Giovanni Battista Venturi e un nuovo volto di Leonardo; Galileo Dallolio Un innovatore negli studi leonardeschi: Edmondo Solmi in alcuni luoghi della sua vita (Finale Emilia, Modena, Firenze e Torino); Luca Garai, Un documento ritrovato da Giulio Bertoni ricostruisce la Festa del Paradiso di Leonardo da Vinci”; Patrizia Paradisi Edmondo e Arrigo Solmi allievi di Severino Ferrari al Liceo L.A.Muratori di Modena e altri maestri del Liceo e dell’Università.

Il 15 maggio 2018 si è tenuto a Bologna, sala dello Stabat mater all’Archiginnasio il Convegno, organizzato da Learco Andalò, Con Leonardo da Vinci a Bologna. Interventi di Roberta Barsanti, Marco Pellegrini, Massimo Montanari, Franco Bacchelli, Carla Bernardini, Roberto Marcuccio, Marco Antonio Bazzocchi, Dario Apollonio. A questo convegno, seguito da Giovanni Paltrinieri e da chi scrive, abbiamo sentito il relatore Marcuccio esprimersi in questi termini su Solmi: ‘Le edizioni di fine Ottocento porranno le premesse per le antologie di testi vinciani, curate da studiosi ben attrezzati e sviluppate per temi. Pensiamo soprattutto alle opere di Edmondo Solmi (1899) e Joséphin Péladan (1907). Vi era stato anche l’importante lavoro di Jean-Paul Richter (1883), che però aveva compilato la sua raccolta di scritti vinciani prima dell’edizione della maggior parte dei codici.A loro volta, queste antologie saranno alla base di una maggiore diffusione e divulgazione dei testi vinciani, nonché della formazione di autori e interpreti di primo piano, come Paul Valéry, Sigmund Freud e Gabriele D’Annunzio.

Edmondo Solmi (1874-1912) si può forse qualificare come uno dei più importanti studiosi italiani di Leonardo nel periodo considerato. Solmi pubblica nel 1899 i Frammenti letterari e filosofici di Leonardo da Vinci e, come ricorda Ettore Verga, a lui va “il merito di avere per il primo ideato una piccola antologia dei pensieri di L[eonardo] più facili e più adatti ad essere compresi dalle persone di media coltura”, tanto che, aggiunge lo stesso Verga, “il libretto ebbe meritata fortuna e fu imitato in Italia e fuori”.
Solmi compone anche la più importante monografia italiana dedicata all’artista di Vinci, dal titolo Leonardo (1452-1519), nella quale, come ha scritto Sandra Migliore, l’autore si propone di offrire, sulla base di tutta la documentazione storica e critica disponibile, un’interpretazione il più possibile completa della figura di Leonardo, la cui vita è presentata in tre sezioni sistemate cronologicamente”.
Pur con tutti i suoi meriti, la biografia vinciana di Solmi tende a proporre un Leonardo quasi esclusivamente dedito alla contemplazione, mentre la contemporanea critica europea cercava di operare una sintesi dei diversi aspetti della personalità dell’artista. Dopo l’antologia e la biografia, il terzo contributo di Solmi alla critica vinciana è il saggio dedicato a Le fonti dei manoscritti di Leonardo da Vinci (1908), in cui, dall’analisi dei manoscritti vinciani, cerca di distinguere la parte originale e le trascrizioni da opere altrui. Si tratta di un primo approccio, che lo stesso Solmi riprenderà in analogo studio del 1911, che accresce e corregge il precedente, ma soprattutto è l’inizio di un filone di ricerca ancora aperto, che cerca di indagare criticamente gli scritti di Leonardo, nelle loro fonti e finalità.
Roberto Marcuccio La ricezione di Leonardo dal tardo Settecento
alle celebrazioni novecentesche (1797-1953). Le antologie vinciane e il dibattito del primo Novecento (1883-1930).

Da un’occasione mancata una opportunità

Mi riferisco a prof. Carlo Pedretti, massimo studioso al mondo di Leonardo , nato a Casalecchio sul Reno nel 1928, vissuto per oltre 50 anni in California e tornato in Italia in Toscana pochi anni prima della morte, avvenuta nel gennaio di quest’anno. Ebbi l’occasione di conoscerlo, in occasione di una sua conferenza all’Archiginnasio attraverso Learco Andalò. Gli chiesi se un giorno sarebbe stato disposto a partecipare ad un Convegno su Solmi, rispose ‘che avrebbe partecipato con entusiasmo’ e me lo scrisse sulla copia di Scritti Vinciani.

Questa è la sua biografia fornita ufficialmente dalla Fondazione Rossana e Carlo Pedretti).
Carlo Pedretti (1928-2018) è stato Professore Emerito di Storia dell’Arte Italiana presso l’Università della California a Los Angeles, dove era anche titolare della Cattedra di Studi su Leonardo. Dal 2013 si era trasferito definitivamente in Italia nella Villa di Castel Vitoni a Lamporecchio, sede della Fondazione Rossana e Carlo Pedretti che egli stesso ha diretto fino ai suoi ultimi giorni. Autore di oltre sessanta libri e seicento fra saggi e articoli in varie lingue sui molteplici aspetti della sua specializzazione, è stato membro della commissione permanente per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e dei Disegni di Leonardo da Vinci. I riconoscimenti ricevuti in Italia e all’estero includono la Medaglia d’oro alla Cultura da parte del Presidente della Repubblica Italiana nel 1972, e nello stesso anno la Congressional Citation, che è il massimo riconoscimento da parte del governo degli Stati Uniti d’America.
Ha inoltre ricevuto la cittadinanza onoraria di Arezzo (2002), Vinci (2008), Romorantin (2010), Firenze (2010), Lamporecchio (2011), Pennabilli, la città di Tonino Guerra (2015) e lauree honoris causa dalle università di Ferrara (1991), Urbino (1998) e Milano (Cattolica, 1999), come pure quella dall’Università di Caen in Francia (2002).
Il contributo del professor Pedretti per la conoscenza dei manoscritti e dei disegni di Leonardo è stato fondamentale. Lo studio diretto degli originali gli ha permesso di rimettere a posto le carte di Leonardo in ordine cronologico.
Il suo lavoro pionieristico e profetico è stato il catalogo del 1957 dei frammenti dei disegni di Leonardo alla Royal Library a Windsor provenienti dal Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Da qui l’edizione monumentale dei disegni di Leonardo a Windsor (1968-1969), seguita dall’edizione dei disegni di Leonardo e della sua cerchia a Firenze (1985), Torino (l990) e nelle collezioni americane (1993). Le sue edizioni critiche e facsimilari dei testi di Leonardo comprendono il Codice Hammer (1987), il Libro di Pittura (1995) e anche il Codice Arundel (1998).

Il giornalismo, l’attività con la quale Carlo Pedretti ha iniziato la sua carriera più di cinquant’anni fa (è stato un regolare del «Corriere della Sera», il principale quotidiano italiano, e de «L’Osservatore Romano», il prestigioso quotidiano vaticano), lo ha portato a collaborare anche con la televisione e il cinema, come autore, attore e consulente di produttori e registi. Amava ricordare la sua collaborazione con l’amico Piero Angela per la produzione di una serie di puntate dedicate a Leonardo della trasmissione Superquarck. Membro onorario dell’Accademia degli Euteleti a San Miniato al Tedesco e dell’Accademia Raffaello di Urbino. Recentemente era stato nominato membro onorario dell’Accademia Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Modena. L’opportunità è data dal suo libro Leonardo &iO nel quale sono decine le citazioni di Solmi , da lui considerato un maestro e dall’accumulo nel frattempo intervenuto di eventi leonardeschi a Bologna e a Modena.

Segnalo infine che Pedretti a 25 anni, nel 1953 curò una mostra rimasta celebre su Leonardo da Vinci a Bologna e in Emilia , all’Archiginnasio di Bologna . Nel libro di 330 pagine dallo stesso titolo, c’è la foto della ricostruzione di un compasso ideato da Leonardo nel Codice H dell’Istituto di Francia, fol.108 verso, costruito dalla Ditta Borghi-Saveri- Ferioli di Pieve di Cento e da Giulio Graziani, su progetto di Federico S.Bassoli .

 

Studio e ricerca di Galileo Dallolio

NOTE

1- Carlo Grossi (1878-1973), allievo di Carducci e di Pascoli all’Università di Bologna, fu Sindaco di Finale e cofondatore e preside del Liceo Scientifico Morando Morandi.

2 – Guido Mazzoni (1859 – 1943) laureato a Pisa, a Bologna seguì la scuola del Carducci dal quale era stimato e considerato come un amico.’ Non faceva una lezione ordinaria. Teneva una conferenza di un brillantio inusitato per un professore universitario’ così scrisse un suo allievo.

3 – Sergio Solmi (Rieti 1899- Milano1981) è stato uno scrittore, poeta, partigiano e saggista. L’intera sua opera è pubblicata in 6 volumi da Adelphi. Fu responsabile dell’ufficio legale della Banca Commerciale Italiana) ha avuto due figli Raffaella e Renato, germanista, insegnante, redattore dell’editore Einaudi , la sua produzione è e dita da Quodlibet in’ Autobiografia documentaria’

4 – Sigmund Freud, Psicoanalisi del genio (Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci) Newton Compton ed.1969

Il Museo Sigmund Freud di Londra, interpellato sulla presenza di libri di Edmondo Solmi ha così risposto: There are two books by Edmondo Solmi in Sigmund Freud’s library. The catalogue listings are: Solmi, Edm[ondo]: Leonardo da Vinci. Tr. Emmi Hirschberg. (2. Tausend.) Berlin: Ernst Hofmann & Co. 1908. XII, 291 p., ill. (Geisteshelden – Führende Geister. Eine Sammlung von Biographien, Bd. 57, ed. Ernst Hofmann) (German)

Marginal markings, pp. 5, 6, 24, 26, 27, 39, 43, 145, 161, 205, 239, 257, 268 underlining, bibliographical reference: Uzielli, G.: Richerche intorno a Leonardo da Vinci. Firenze 1872, Roma 1884, Torino 1896; 269 underlining, bibliographical reference: Scognamiglio, R.: La Vita di Leonardo da Vinci. P. I. La giovinezza. Napoli 1900. Solmi, Edmondo [et al.]: Leonardo da Vinci: Conferenze fiorentine. Milan: Fratelli Treves Editori 1910. 326 (327) p., ill. (Italian & French) Marginal markings, pp. 3, 5, 6, 7, 8 and underlining, 10, 11, 12, 13 underlining, 18, 21 and underlining, 32, 69, 94, 110, 116, 123, 148, 149, 153, 155, 159, 162, 176, 177, 178, 186, 193, 195, 218, 220, 221 underlining, 223

Bryony Davies Assistant Curator , Freud Museum London 20 Maresfield Gardens, London, NW3 5SX, Tel: 020 7435 2002

Interessanti le pagine e le righe sottolineate da Freud.

5 – Ricordo che la Fuglara16 anni fa pubblicava un interessante articolo di Roberto Busuoli dal titolo Edmondo Solmi. Un grande studioso di Leonardo ammirato da Freud dove si leggeva questa conclusione‘ è auspicabile che si riprendano le fila di un discorso rimasto da noi troppo a lungo interrotto (o forse mai iniziato?) e che si cominci a leggere, a studiare e a fare veramente nostra una figura di studioso: Edmondo Solmi, di cui, pur nell’attuale immeritato oblio, non possiamo che essere orgogliosi. 27 marzo 2002

IMMAGINI

1- Edmondo Solmi nel 1910, circa

2 -Titoli accademici e titoli  pubblicazioni fino al 1902 in elenco  manoscritto di Edmondo Solmi

3 – La famiglia Solmi: Edmondo  (28 anni, a destra) col figlio Sergio bambino, il padre Angelo e il nonno Antonio

4 – Biografia di Leonardo di Edmondo Solmi pubblicata nel 2013 (nel 1900 la prima edizione)

5 – Frammenti letterari e filosofici di Leonardo, raccolti da Edmondo Solmi

6 – Biografia di Leonardo di E. Solmi  pubblicata da Longanesi nel 1972

7 – Leonardo &Io,  libro di Leonardo Pedretti con varie citazioni di Solmi

8 – Modelli dei compassi disegnati da Leonardo,  realizzati a Pieve di Cento per una mostra a Bologna nel 1955