L’UNIONE FA LA FORZA
L’impegno di tutti per salvare il territorio.
Testo di Vincenzo Tugnoli – Guardia Ecologica Volontaria
In tutta Italia migliaia di persone hanno ripulito da rifiuti e plastica città, parchi, spiagge e canali.
Siamo tutti consapevoli, contrariamente a Trump, del cambiamento climatico e delle sue conseguenze: allagamenti, boschi distrutti, coste “mangiate” dall’acqua sono gli ultimi esempi di quello che ci aspetta. Dobbiamo singolarmente adottare tutte le misure cautelative per l’ambiente. E’ nostro e dobbiamo viverlo con serenità per sfruttare tutto quello che la natura può offrirci. A guidare l’economia non sarà più il mercato concentrato sugli egoismi individuali, ma sarà l’ancoraggio all’interesse collettivo a stimolare e indirizzare la produzione. Tedeschi e Austriaci desiderano una “nuova economia” dove il peso delle scelte è sulle spalle delle singole persone e il bene comune deve essere un obiettivo che supera l’immediatezza.
Uno studio del World Economic Forum indica che il 60% dei Millennials sceglie il lavoro sulla base delle implicazioni per la comunità e quindi per l’ambiente.Già nel rapporto del Club di Roma “I limiti dello sviluppo” pubblicato nel 1972 si apriva la strada all’ambientalismo moderno,al passaggio dall’economia lineare a quella circolare: nacque la consapevolezza che non potevamo consegnare ai nostri figli un pianeta impoverito e reso ostile,come poi avvenuto in questo mezzo secolo.
Stiamo distruggendo la biodiversità del pianeta e con essa la nostra sicurezza alimentare, la fertilità dei campi con un eccesso di chimica e il maxi sfruttamento dei suoli, squilibrando gli oceani con il saccheggio delle loro ricchezze. In molti di noi manca purtroppo la consapevolezza della azioni che stiamo facendo: quando sentiamo parlare di problemi ambientali sembra che la diagnosi sui rischi riguardi qualcun altro, ma quei pazienti siamo noi. Alterare l’equilibrio naturale comporta delle conseguenze sia nella sopravvivenza delle colture che nella vita marina: scompaiono i granchi di Chioggia, non crescono più i crostacei dell’Adriatico. Occorre spendere perseguendo tre obiettivi: ridurre l’inquinamento; utilizzare e promuovere l’innovazione solo se è rispettosa dell’ambiente; sfruttare risorse diverse da quelle naturali (riciclo).
Molte sono le scelte alle quali siamo chiamati a prestare molta cura a cominciare dall’agricoltura. Temperature elevate richiedono cambiamenti anche nella scelta delle coltivazioni più resistenti alla siccità (ben venga il ritorno a varietà rustiche di una volta) e delle tecniche, in parole povere un’agricoltura 4.0 (di precisione e sistemi di controllo informatizzati). E’ fonte di cibo e che conseguenze avrà la nostra sicurezza alimentare se i campi diventeranno una discarica a seguito della recente autorizzazione alla distribuzione di fanghi ricchi di idrocarburi? Non si saprà come disfarsene, ma perché proprio nei campi i cui prodotti finiscono direttamente nelle nostre tavole!!!! La biodiversità deve essere alla base della nostra vita, assicurandoci acqua pulita, suolo fertile e aria respirabile, senza i quali molti servizi ecosistemici, oggi gratuiti per tutti, potrebbero divenire a pagamento.
Pensiamo all’importanza che il suolo rappresenta in questo nostro processo di riduzione delle emissioni di quei gas-serra tanto responsabili dei nostri guai.
Il suolo è fonte,oltre che di energia geotermica, di cibo e per questo deve essere fertile ma in modo naturale. La fertilità biologica del suolo può essere definita come la quantità di organismi viventi nel suolo e il loro potenziale di attività nel metabolismo degli elementi nutritivi al sostegno della pianta. È fortemente correlata al quantitativo di sostanza organica presente e al suo livello di stabilità nonché al livello di biodiversità.Le cause di perdita di fertilità biologica sono identificabili nelle principali cause di degrado cui va incontro il suolo quali:
erosione – frane – cementificazione – salinizzazione – compattazione – inquinamento.
Determinante l’azione dei microrganismi: si consideri che la formazione di 1 cm di suolo fertile avviene in 1.000 anni. Il suolo è quindi una risorsa non rinnovabile che va protetta e conservata:il recupero della sostanza organica è un processo lungo e complesso. Se la fertilità si sta abbassando pericolosamente, le tecniche di biorecupero (raccomandate da Anna Benedetti-CREA Centro ricerca per lo studio delle relazioni tra pianta e suolo-Roma) vanno dalla dispersione/inoculazione di microrganismi sia nel suolo (incorporati in biomasse) sia su piante, al potenziamento delle comunità autoctone ed infine con una sinergia tra fitodepurazione e biodepurazione.
Un terreno ricco di sostanza organica è più soffice e aerato, condizioni che permettono un maggior assorbimento dell’acqua piovana, azione di non poco conto in un periodo caratterizzato da precipitazioni torrenziali, come ci ricorda il nubifragio dello scorso settembre con gli allagamenti che ha creato nella “bassa” e tutto quello che è successo da Nord a Sud: non chiamiamoli più eventi eccezionali, ma sono disastri annunciati a seguito dei cambiamenti climatici. A tal proposito, da agronomo, mi sento di caldeggiare una maggiore manutenzione del verde, sia pubblico che privato, per evitare la caduta degli alberi. Le radici di molte specie (aghiformi in particolare) sono sì superficiali, ma se contornate da asfalto o muri è inevitabile la scarsa tenuta di tutte le piante al vento intenso. Madre natura ha i suoi limiti e le sue regole.
La difesa del suolo dagli agenti inquinanti, così come dell’aria, passa necessariamente per un accurato uso della chimica nella lotta ai parassiti di piante e animali
Piani di lotta integrata e mirata, predisposti dalle Regioni, conducono ad un impiego sempre più contenuto dei dosaggi e all’uso di principi attivi a ridotto impatto ambientale. Ancor più “sani” i sostitutivi naturali dei prodotti chimici commerciali e dei quali abbiamo più volte parlato nei numeri scorsi. E cosa fare con i cosiddetti “alieni”(vedi box 1 e 2), cioè quei parassiti che approdano in Italia (attraverso gli scambi commerciali) da Continenti lontani e che rappresentano una grossa minaccia per il nostro ecosistema? Mancano di predatori naturali per cui si prospettano interventi chimici poco rispettosi dell’ecosistema e ai quali, inevitabilmente anche questi alieni si assuefanno. Ogni insetto, in un equilibrio integro, è cibo per altri insetti, virus, batteri, parassiti, uccelli. Ma se la catena si spezza, il nuovo non trova nemici e servono tempi lunghi della natura per reagire (gli scienziati parlano di 5-10 anni).
Ricordiamoci in ogni momento di quanto sia importante un nostro comportamento sostenibile per un ambiente pulito e salubre. In cinquant’anni il giudizio su di noi è in parte negativo,speriamo nelle nuove generazioni. Qualcosa si muove: positivo che un gruppo di imprese (Novarmont , Coop, Sofidel, Enel, Bulgari) si sia dato obiettivi più avanzati di quelli di Parigi, ma molto apprezzate sono le iniziative delle scuole di pulire i parchi bolognesi, come a Cà Bura, o quelle contro plastica e rifiuti lanciate da Legambiente e Repubblica in tante città da Torino a Palermo, fra le quali Bologna per ripulire l’area del canale Navile (iniziata da Hera per conto del Comune). Quanta plastica e mozziconi di sigaretta!!! Ogni anno si producono 6mila milioni di sigarette il cui impatto ambientale è pari a 4milioni di ettari di terra, 22,2 milioni di tonn. di acqua e liberano nell’aria 84milioni di tonn. di CO2. La terra va letteralmente in fumo. TUTTI INSIEME POSSIAMO SALVARE IL TERRITORIO PER DONARLO PULITO ALLE NUOVE GENERAZIONI