Mentre il Paese è in attesa della elezione di un nuovo Presidente della Repubblica, a conclusione di febbrili trattative, riproponiamo un nostro vecchio articolo del 2009 per ricordare che ci sono voluti 71 anni per avere nel 2017, il riconoscimento ufficiale del testo di “Fratelli d’Italia” come inno Nazionale (ndr di aggiornamento).
– In questa estate 2009 l‘inno nazionale è tornato alla ribalta, oggetto di critiche e di una ricorrente proposta di sostituzione da parte dei dirigenti di una forza politica che non ama l’Italia unita. Tra le tante prese di posizione pro e contro, si segnala questo articolo per alcune informazioni storiche finora poco conosciute, e altre note tratte dal sito www.radiomarconi.it. Se anche l’inno in Italia è precario di Giorgio Frasca Polara (dal sito di Libertà e giustizia www.libertaegiustizia.it
Le radici cristiane d’Europa e le radici turche del Cristianesimo. Magda Barbieri
Si è parlato tanto in questi ultimi tempi delle “radici cristiane ” dell’Europa e l’argomento torna sempre attuale , specie tra chi si oppone all’ingresso della Turchia nell’ Unione Europea, in nome di una presunta difesa del Cristianesimo, della ” nostra storia” e della “nostra civiltà ” che sarebbe troppo diversa e distante da quella della Turchia. C’è anche chi obbietta che le radici dell’Europa unita risalgono in realtà a prima di Cristo, e al pagano Impero Romano, che ha diffuso la sua cultura, arte, lingua, scritti, strade, acquedotti, templi, terme e altro, in Europa e nord Africa. Ma quasi nessuno ricorda le radici turche e mediorientali della religione cristiana.
Eppure il primo e fondamentale teologo del Nuovo Testamento è stato il turco Paolo (o Sha’ul ), ebreo nato e vissuto a lungo a Tarso, cittadina dell’antica regione di Cilicia , parte dell’odierna Turchia. Le sue Lettere, che ancora oggi ogni domenica vengono lette all’altare, furono scritte da località turche (Antiochia, Efeso..) e dirette alle prime comunità cristiane da lui fondate in particolare nell‘Asia minore-Turchia, oltre che in Grecia (
Il Ducato di Galliera. Dalle terre della “bassa” all’Europa. Franco Ardizzoni
Grazie a Napoleone ed ai Duchi De Ferrari il nome di Galliera è stato reso famoso in quattro città europee: Bologna, Genova, Parigi e Stoccolma. A Bologna vi era il Palazzo Galliera (già Caprara), ora sede della Prefettura, a Genova vi sono gli ospedali Galliera creati dalla duchessa Maria Brignole-Sale De Ferrari, a Parigi vi è il Museo Galliera eretto dalla Duchessa per esporvi la sua collezione d’arte; inoltre una delle strade che fiancheggiano il museo si chiama Rue Galliera, a Stoccolma circa 70 quadri già esistenti nel palazzo di Bologna fanno parte delle collezioni reali. (1) Ma partiamo dalle origini. La costituzione della tenuta di Galliera è strettamente legata alle vicende patrimoniali di Antonio Aldini. (2) E’ noto infatti chel’Aldini durante il periodo dell’occupazione francese, costruì un enorme patrimonio immobiliare acquistando fondi qua e là , buoni e cattivi, asciutti e umidi, in prossimità fra loro, in modo che a poco a poco, per frazioni riunite formò una vastissima tenuta.
Da semplice agiato divenne ricchissimo tanto da essere stimato, nel 1806, per non meno di 137.000 scudi censuari di Milano e nel 1801
risultò tra
Cosa sono i burattini? Un po’ di storia
Cosa sono i burattini tradizionali? Ce lo spiega il responsabile di una associazione di burattinai bolognesi. Pierluigi Foschi de “La Garisenda” (vedi scheda del gruppo in fondo all’articolo), che a sua volta ha tratto le informazioni dal sito di Vittorio Zanella ( www.teatrinodelles.com, ora non più attivo, ndr). Sono burattini a guanto mossi dal basso verso l’alto. La mano del burattinaio entra in un buratto di stoffa sotto il vestito, il quale è composto in questa maniera: si hanno due strati di stoffe. Il primo, quello interno, è il buratto di stoffa rigida (canapa) con le cuciture verso l’esterno. E’ un guanto che si fa sulla misura della mano del burattinaio. A questo guanto detto buratto, si inchioda la testa di legno e le mani di legno. In fondo, dove si infila la mano, nella parte dietro rispetto alla faccia del burattino, si cuce un gancio o un anello per appenderlo a testa in giù all’asse dei burattini, la quale si trova all’interno della baracca, all’altezza della cintura del burattinaio, sotto la ribalta (proscenio della baracca).
Si infilano l’indice nella testa, il pollice in un braccio e le altre
Ricordo di un poeta della “ferraresità “
Ricordo di Bruno PASINI, da AR.PA.DIA., nel decennale della morte
Esattamente dieci anni fa, in questi primi giorni del mese di gennaio 2009 , moriva Bruno Pasini, il poeta per antonomasia della “Ferraresità †e, forse ancor più, del suo splendido territorio d’Acqua. Di lui ci si è sempre ricordati negli anni, molto s’è scritto: aggiungere qualcosa sarebbe vanamente pleonastico. Ma non è mai inutile ricordare che nessuno come Bruno – così legato al suo luogo d’origine ed ai suoi dintorni, Massafiscaglia – ha mai ‘cantato’ come lui del Delta, delle sue peculiarità , della sua intrinsecalirica, terragna e viscerale. Non a caso Giuseppe Gabriele Sacchi sul periodico da lui allora diretto, Nuova Civiltà , nel 1999, aveva scritto, tra l’altro: “…La scomparsa di Bruno Eugenio Pasini, avvenuta nella sua Ferrara che tanto amava, lascia un grande vuoto nella cultura ferrarese (…) Era nato da famiglia di agricoltori, a Massa Fiscaglia, dove si apre quel territorio che egli amava chiamare “Al mié Deltaâ€, ove il Grande Fiume incontra l’Adriatico e del quale ha cantato in versi stupendi ogni forma di vita e di lavoro…â€.
La colonna spoglia di S. Giorgio di Piano. Anna Fini
Tra i monumenti presenti a S. Giorgio di Piano ve n’è uno alle cui sembianze ormai siamo abituati ma che in realtà è solo una parte dell’ originale, stiamo parlando del monumento ai Caduti della prima guerra mondiale che era costituito da un basamento e una colonna in marmo ed in cima la Statua Alata della Vittoria. L’opera ora si trova all’interno del cimitero locale ma nel 1922 quella stessa posizione era al centro dell’aiola prospiciente l’ingresso del cimitero. In quell’anno l’Amministrazione propose al Comitato Comunale costituitosi per l’erezione di un monumento ai caduti in guerra, la costruzione di un’ Arca Monumentale nell’area d’ingresso al cimitero ove raccogliere le salme dei defunti militari e che di per sè avrebbe costituito il miglior monumento; tale progetto incontrò difficoltà sia dal lato tecnico sia per la spesa elevata che non si ritenne possibile per le finanze comunali. Accantonata l’idea dell’Arca il comitato avanzò un altro progetto comunicando al Sindaco Raffaele Ramponi l’inizio dei lavori di scavo per le fondazioni del monumento per l’indomani ; era il 20 aprile1922.
Il nuovo progetto era costituito da un basamento ed una colonna in marmo sormonta
Stradario storico toponomastico per Castello d’Argile
Il Gruppo di Studi della pianura del Reno e il Comune di Castello d’Argile, nell’ambito delle iniziative per le “Feste insieme“, hanno promosso, per la sera di lunedì 22 dicembre 2008, alle ore 20,30, presso la Biblioteca comunale, la presentazione di un nuovo libro di Magda Barbieri intitolato
Le strade di Castello d’Argile. Ogni nome una storia da conoscere. Stradario storico toponomastico
A presentarlo sarà Gian Paolo Borghi, direttore del Centro di documentazione storica del Comune di Ferrara, autore della prefazione.
Interverrà anche lo scrittore Maurizio Garuti, che presenterà e commenterà la sua raccolta di immagini sulla segnaletica stradale errata o mal rappresentata in vari comuni del territorio. Seguirà piccolo rinfresco – Il nuovo volumetto, di 220 pagine , si inserisce in uno dei filoni di ricerca e studio che il Gruppo di studi della pianura del Reno ha cercato di promuovere e valorizzare fin dal suo nascere, e che è stato ben rappresentato nel Convegno sulla toponomastica organizzato due anni fa presso Villa Smeraldi– Museo della Civiltà contadina di Bentivoglio , con la partecipazione di numerosi relatori e studiosi della materia.
SCHEDA DESCRITTIVA
– Caratteristiche tipografiche del libro: formato 17X24, pagg. 220,
Lo sapevate che queste specie di flora spontanea sono protette?
Lo sapevate che secondo la legge Regionale n. 2 del 1977, art. 4, è vietata a chiunque (ivi compreso il proprietario del fondo, salvo si tratti di terreno messo a coltura) la raccolta delle seguenti specie di piante spontanee, da considerarsi rare, e di parte di esse, tranne il frutto ? Ebbene per informare chi non lo sa ne riproduciamo qui l’elenco, tratto dal sito www.guardiecologiche.it (**) :
Prodotti del sottobosco
– Fragole (Fragaria vesca )- More di rovo (Rubus s.p.)- Mirtilli (Vaccinium s.p.)- Lamponi (Rubus idaes)- Bacche di ginepro (Juniperus communis)- Muschio
Flora Spontanea Protetta
* Lingua cervina (Scolopendrium vulgare)
* Tasso (Taxus baccata)
* Cerro-Sughera (Quercus pseudosuber)
* Garofanini (Dianthus s.p.)
* Ninfea bianca (Nymphaea alba)
* Botton d’oro (Trollius europaeus)
* Aconito (Aconitum variegatum)
* Anemone a fiori di narciso (Anemone narcissiflora)
* Anemone alpino (Pulsatilla alpina)
* Aquilegia alpina (Aquilegia alpina)
* Saxifraga/Sempervivum
* Geranio argenteo (Geranium argenteum)
* Dittamo (Dictamus albus)
* Agrifoglio (Ilex aquifolium)
* Alaterno (Rhamnus alaternus)
* Borsolo (Staphylea pinnata)
* Cisto (Cistus incanus)
* Corbezzolo (Arbustus unedo)
* Rododendro (Rhododendron ferrugineum)
* Orecchia d’orso (primula
Un messaggio d’amore alla mamma da un poeta ferrarese
– Miè mà dar
Una candela ad zzìra banadéta
brusà tuta par nu.
– Parché…
Parché aver préssia
ssé tant prèst l’è sìra,
par mi,
par ti,
par tuti?
Anche se è abbastanza facile da capire, per i non ferraresi traduciamo:
Mia madre
Una candela di cera benedetta
bruciata tutta per noi
Perchè
Perchè aver
fretta
se tanto presto
è sera
per me,
per te,
per tutti?
, nel 1960,
GEV Guardie Ecologiche Volontarie. Chi sono.
A DIFESA DEL TERRITORIO E DI AIUTO AI CITTADINI
Le Guardie Ecologiche Giurate Volontarie sono costituite in associazioni provinciali. In base alla Legge Regionale 23/89, è operativo nella nostra provincia un’associazione di nome CP GEV con sede a Bologna in via Selva di Pescarola 26, telefono e fax 051/6347464(sito web www.guardiecologiche.it) con sedi periferiche a S. Giovanni in Persiceto, Casalecchio di Reno, S. Lazzaro di Savena, Camugnano ed Imola. Alle GEV è affidato in particolare il compito di vigilare sull’osservanza delle norme Statali e Regionali per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale riportate dalle Leggi Regionali istitutive del Servizio di Vigilanza Ecologica Volontaria.
Ne fanno parte 261 Agenti che, superato un apposito esame al termine di un corso, sono stati nominati Guardie Particolari Giurate (con Decreto Prefettizio, in base all’art.138 del T.U.L.P.S.-Testo