IPOTESI SULL’ORIGINE DEL NOME DI GALLIERA
L’origine del nome di Galliera non è ben chiaro poichè esistono diverse ipotesi. Ipotesi espresse da studiosi seri e documentati come Alfonso Rubbiani ed Edmondo Cavicchi, ma anche da studiosi poco informati come Ovidio Montalbani.
– Alfonso Rubbiani teorizzava che il nome potesse derivare dai Galli Boi , che avevano abitato le zone marginali dell’agro bolognese dopo l’arrivo dei Romani. Cioè come era avvenuto per altre località che ancora oggi conosciamo: come Gallo ferrarese (comune di Poggio Renatico), un altro Gallo (nei pressi di Castel S. Pietro), Forum Gallorum (oggi Castelfranco Emilia), Campus Gallianus (Campogalliano, oggi in provincia di Modena). Ma mentre per le suddette località la radice è sempre “Gall”, per Galliera non è¨ la stessa cosa in quanto nella latinità , in pieno Medioevo, il suo nome era “Galeria”, come risulta da alcuni documenti, di cui il più antico risale all’anno 997. Pertanto l’ipotesi di Rubbiani non avrebbe più senso poichèmille anni fa il nome era Galeria e soltanto successivamente, probabilmente per effetto del dialetto, divenne Galira e poi Galiera, con una sola L . Infine Galliera.
– Un’altra ipotesi, proprio dovuta al nome Galeria, è avanzata nel 1868 dal prof. Francesco Rocchi, docente di archeologia all’Università di Bologna. Il Rocchi sosteneva che il nome Galeria derivasse dal nome della moglie dell’imperatore Antonino Pio, Annia Galeria Faustina, per via delle opere benefiche create e sostenute dall’imperatore a nome della moglie, donna di semplici costumi e di animo nobile, a favore delle fanciulle orfane e povere. Ma le opere benefiche dell’imperatrice erano dette “Istituzioni delle puellae Faustiniane”, e non delle “puellae Galeriane” , come avrebbe dovuto essere per poterle collegare al nome di Galliera. Perché collegare il nome del paese a Galeria quando il nome più importante della moglie di Antonino era Faustina, come dimostra l’intitolazione delle opere benefiche ? Quindi anche questa teoria non può essere considerata valida. Il fatto è, PURTROPPO, che invece questa ipotesi è la più conosciuta in quanto, dopo la prima pubblicazione in un testo di storia locale, la notizia è stata ripresa da altre pubblicazioni e ripetuta più volte senza mai che qualcuno si sia preoccupato di fare ricerche più approfondite per appurare se potesse essere veritiera o meno. Questo è un esempio lampante di come una notizia falsa, una volta scritta e pubblicata, per gli occhi e la mente delle persone diventi vera e ce ne vuole del tempo prima che possa essere smentita e corretta. Ma comunque questa è, e rimane, un’ipotesi falsa.
– Nella prima metà del Seicento il prof. Ovidio Montalbani, per oltre quarant’anni docente in diverse cattedre dello Studio bolognese, scrisse la più fantasiosa, strampalata ed incredibile teoria sull’origine del nome di Galliera. Il Montalbani sosteneva che i Romani, per manifestare la loro gioia per aver sconfitto i Galli Boi nella pianura bolognese, avessero eretto in direzione dell’attuale Galliera, per sedici miglia, più e più archi con regia pompa, sopra dei quali, in dispregio dei Galli espulsi, stavano scritte in lettere grandissime “Galli Erant” , da cui GALLI- ERA nt, cioè Galliera. Ma come si fa a pensare che i Romani costruissero degli archi verso una zona poco accogliente (a quei tempi) perché un poco paludosa e selvaggia per festeggiare la sconfitta sui Galli quando in tutte le zone ai margini dell’agro bolognese vi erano concentrazioni di Galli. E perché soltanto verso quella zona e non anche verso le altre. E poi, per dare lustro ai suddetti archi, giustamente avrebbero dovuto costruire una strada adeguata. E dove sono i resti di questi archi? E chi li ha mai visti ? Ma il Montalbani era persona seria oppure persona dotata soltanto di una fervida fantasia? I suoi contemporanei non presero sul serio le sue teorie e le commentarono con ironia. Ipotesi assolutamente inverosimile.
– Infine una ulteriore ipotesi è stata espressa (e forse è la piu vicina al vero) da Edmondo Cavicchi, sacerdote nato a Pieve di Cento (pochi chilometri da Galliera), il quale si è dedicato con estremo impegno allo studio del territorio del suo paese, di quello circostante, e del fiume Reno , che attraversa il detto territorio e che nei secoli ha più volte invaso con le sue acque torbide le campagna in cerca di un letto definitivo. Edmondo Cavicchi teorizza che il nome Galliera possa derivare da una delle tribù rustiche di Roma, cioè la tribù Galeria. Infatti Cavicchi sostiene che la suddetta tribù possa aver dato il nome al corso d’acqua che attraversava ed attraversa il territorio di Galliera e che poi tale nome sia stato trasferito anche alla località . L’ipotesi è tutt’altro che improbabile. Infatti nel documento dell’anno 997 viene citato un “fluvius Galeria†che confina con il territorio di Galliera (allora detta Galeria) per cui è possibilissimo che sia avvenuto ciò che teorizza Cavicchi. A dare maggior credito a tale ipotesi vi è un altro esempio simile. A sud ovest di Roma esiste una località denominata Ponte Galeria*** la quale è attraversata da un corso d’acqua chiamato Rio Galeria . Fonti locali affermano che il Rio Galeria ha dato il nome alla località . A mio parere questa versione è la più credibile.
Franco Ardizzoni
***Ponte Galeria
Ponte Galeria è la quarantunesima zona di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z. XLI.
Il toponimo indica anche una frazione di Roma Capitale e la zona urbanistica 15G del Municipio Roma XI (exMunicipio Roma XV).
Territorio
Comprende 54 km², di cui circa 43 fanno parte del comune di Roma. Si trova nell’area ovest della città , separata dal complesso cittadino a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare, fra il fiume Tevere a sud, l’autostrada A12 Roma-Civitavecchia a ovest e via Monte Carnevale e via della Pisana a nord. Confinante con il comune di Fiumicino a ovest, è attraversata dalla via Portuense.
Storia
La presenza umana è attestata già dal Paleolitico. Ponte Galeria era il nodo di due importanti arterie stradali (via Portuense e via Magliana) e di due vie fluviali (Tevere e rio Galeria). Gli Etruschi controllavano il corso d’acqua chiamato Careia (Rio Galeria, da cui deriva il nome di Galeria) e i Romani vi lasciarono presenze considerevoli (ponte, acquedotto, strada e necropoli).
Che sin dall’antichità sia stato un centro abitato, è dimostrato anche dalle tombe neolitiche (età della pietra e del bronzo) rinvenute. Nell’VIII sec. Papa Adriano I vi edifica la sua domusculta (una masseria fortificata), trasformata da Gregorio IV in un castello, oggi perduto. Anche i Papi successivi ebbero a cuore il ponte sul Galeria ordinandone più volte la restaurazione e, per mantenerlo in ordine, decisero che le navi che risalivano il Tevere dovessero pagare un tributo.