Cronistoria della ferrovia Bologna-Verona. Mauro Bosi

Finalmente è stata  inaugurata  , sabato  11 novembre 2006,  al Parco Nord di  Crevalcore, alla
graditissima presenza del Presidente del Consiglio  Romano Prodi e di numerose altre autorità , l’attivazione del raddoppio
sulla tratta Bologna-Crevalcore della linea ferroviaria Bologna-Verona.
E’ importante perché è una ulteriore tappa verso il completamento dell’opera; una infrastruttura essenziale e
strategica per l’Europa (collegamento Napoli-Berlino) ma anche per i territori che attraversa.

Rimandando a una futura trattazione,al completamento dell’intera linea, non posso che accennare in modo sintetico e forse frammentario ad alcuni momenti che hanno costellato l’azione di queste comunità spinte dalla fame di servizi trasportistici, per sentirsi meno escluse, meno lontane dai capoluoghi.
Ho parlato di graditissima presenza, quella del Presidente del Consiglio, proprio perché spesso è stato coinvolto su questa tematica :

  • lo ricordo nell’ottobre del 95, durante il viaggio in treno ritornando da Roma, dove la diocesi di Bologna aveva incontrato il
    Santo Padre in sala Nervi, era già il candidato per le elezioni del 96 (che avrebbe vinto) e assieme ad un collega del consiglio comunale lo importunammo sul tema del raddoppio e lui fu gentilissimo, alzandosi dalla sua compagnia e accettando diaffrontare questo tema con lungimiranza
  • nel suo primo governo (96) si sbloccarono finalmente i finanziamenti, anche se va detto, ad onor del vero, che passi significativi eran
    stati fatti già nel governo precedente
  • più volte ha citato il fatto, ricordandomelo anche nelle congratulazioni  per la mia elezione al consiglio regionale del 2000, che il padre,
    ingegnere, alla fine della prima guerra mondiale era stato trattenuto in servizio militare proprio per progettare il raddoppio della Bo-VR.

  • lo ricordo ancora nel momento più tragico, il 7 gennaio 2005, a portare il suo cordoglio per le 17 vittime del disastro ferroviario
    di Bolognina, una frazione del ns. comune, e la solidarietà ai vigili e volontari impegnati nei soccorsi

  • lo ritrovo qui finalmente a Crevalcore, vero epicentro delle lotte per il Raddoppio, a festeggiare l’apertura della tratta bolognese e
    ormai in vista del traguardo finale

  • Per una breve sintesi delle azioni delle nostre comunità , mi riferisco ad un convegno, tenutosi a Crevalcore il 15 luglio del
    1998, rievocando il 110° anniversario dell’arrivo della ferrovia nella ns. cittadina nel lontano 1888 (cui parteciparono, tra
    gli altri. l’allora presidente delle FS Demattè, il sottosegretario Albertini, e gli assessori reg.li Emiliano e Veneto).
    << Fu molto rilevante la sintesi della tesi di laurea di un concittadino , il dott. Gabriele Boiani, dalla quale si evince come ebbe un iter veramente singolare e
    bizzarro anche la costruzione del semplice binario, che comportò un tempo enorme, ben 41 anni, dopo interminabili discussioni sul
    tracciato della linea stessa.

  • Ci fu infatti una complessa scelta fra il tracciato da S.Pietro in Casale – Cento – Finale E. e quello direttissimo Persiceto – Crevalcore – Mirandola, che si trascinò anche nelle aule parlamentari; fu la tenacia del progettista l’Ing. francese Protche, in seguito consigliere provinciale nel mandamento di Crevalcore, a far pendere la scelta su quest’ultimo tracciato, quello che poi fu realizzato.>>

Sta di fatto che negli anni ’80, dopo promesse inconsistenti (si pensi che il Raddoppio si sarebbe dovuto completare in occasione dei
Mondiali di calcio del 1990!) ci si ritrovò con una direttrice del tutto dimenticata e in gran parte marginalizzata anche nelle pianificazioni territoriali.
Si arrivava pure a polemiche pretestuose pur di dimostrare la non utilità del raddoppio, come quelle che mettevano in antitesi tra loro diverse direttrici; si arrivò a dire che la direttrice Tirreno-Brennero (Verona – Poggio Rusco – Parma – La Spezia) e il Corridoio Adriatico (Vr- Poggio R. – Ferrara – Ravenna – Rimini) erano prioritari e antitetici al raddoppio della tratta Poggio R. – Bologna.

Non siamo mai caduti in questo tranello, le due direttrici sopra menzionate sono importanti ma mai in alternativa a un’opera che è di per sé essenziale e questa consapevolezza costituì la molla scatenante per l’azione congiunta dei comuni collocati lungo la direttrice e quelli più prossimi ad essa; nel 1994 ci  accorgemmo che questo raddoppio aveva perso ogni priorità sia a livello politico, sia a livello di piani strategici FS.

Penso sia stata la molla decisiva che mi ha spinto nella politica attiva,e subito si cominciò a sensibilizzare tutti i settori politici, economici, istituzionali coalizzando l’impegno al di là di ogni diversa ispirazione politica.

Con il decisivo convegno tenutosi a Crevalcore il 22 ottobre del 1994 ci fu la prima grande spinta alla riapertura della problematica sul raddoppio, in quell’occasione si costituì un Coordinamento di comuni trasformatosi nel tempo, con il voto dei vari consigli comunali, in una effettiva Associazione per il Raddoppio della Bo-VR, cui aderiscono 26 comuni, fra i quali Bologna e Verona, tutti quelli lungo l’asse e i limitrofi e a cui si sono aggiunte le Province diVerona, Bologna, Modena e Mantova.

L’azione dell’Associazione si è svolta in questi anni su molteplici fronti, con il coinvolgimento delle istituzioni regionali, provinciali, degli eletti in parlamento, fino ad azioni dirette nei confronti della Commissione Trasporti della Camera, incontri e contatti frequenti con i Sottosegretari, con il Ministro e un filo diretto che ci ha legato con le FS., aiutati dall’interesse degli amministratori locali, dalle forze politiche, economiche,
dall’interesse dei giornali e soprattutto dalla spinta delle nostre collettività decise più che mai a veder completata un’opera troppo importante per le nostre zone.

Non sono qui, e voglio rimarcarlo con decisione, a gioire per una vittoria dei campanili, il raddoppio è ben vero che sarà una grande occasione di sviluppo per le collettività lungo la linea, basti pensare ai servizi Metropolitani e Regionali già stabiliti, è una vittoria del buon senso, è una vittoria per le Regioni , per le province per tutta la nazione, che con questa direttrice entra davvero in Europa con potenzialità di trasporto merci molto allettanti, il futuro dello sviluppo del nostro Paese passa anche e soprattutto sui binari.

E com’è stata dura sbloccare questa infrastruttura, una delle poche, io credo, volute tenacemente dalle comunità coinvolte, basti pensare che nel lontano 94 mi turbò assai, in uno dei primi contatti con l’Ente FS, l’accenno al fatto che il Raddoppiodella Bo-Vr si era arenato per difficoltà “orografiche”! Oggi possiamo ben dire che quella ‘montagna’ i ritardi, incomprensioni, sperperi non esiste più e che le grandi opere, come questa, iniziano, hanno costi certi è tempi prefissati di completamento. L’ultima promessa che deve essere mantenuta adesso è quella di far circolare i treni. Occorre acquisire tanto materiale rotabile, altrimenti queste potenzialità di trasporto resteranno disattese e si tradiranno le giuste aspettative nostre popolazioni.

Mauro Bosi